Torna “Tyndaris Augustea”: mito e storia in scena
L’evento teatrale itinerante giunto alla terza edizione si svolge in tre tappe che raccontano aspetti diversi dell’antica città
di Redazione
10 Agosto 2020
Un viaggio nel tempo, dove storia e mito si fondono per riscoprire l’antica Tindari. È tutto pronto per la terza edizione di Tyndaris Augustea, l’evento teatrale itinerante ideato da Anna Ricciardi, che si svolge all’interno dell’area archeologica messinese e che fa parte del Tindari Festival. Appuntamento il 21 agosto con tre momenti performativi dalle 19,30 alle 21,30. Si parte dall’Agorà, dove Luca Fiorino, interpreta e dirige la pièce “Castore e Polluce – I Dioscuri”, un monologo dedicato ai gemelli protettori di Tindari, dei marinai e dell’arte poetica, in cui si racconta – spiega il regista e attore – “soprattutto del loro legame di fratellanza, del loro amore viscerale e imprescindibile, del loro essere insieme fino alla fine che li ha portati, come racconta il mito, a diventare due stelle, insieme”.
Il secondo momento “Marco Aurelio – Discorso ai siciliani” si svolgerà all’ingresso principale del monumentale Gymnasium, tra il decumano comparirà l’imperatore Marco Aurelio, interpretato da Elio Crifò: “È un Marco Aurelio rappresentato in tutta la sua augusta romanità e in tutta la sua intimità filosofica che mette in evidenza la stretta dipendenza tra la grandezza di un impero e la grandezza di ogni singolo cittadino dell’impero”.Infine, al Teatro Greco, andrà in scena “Ifigenia In Aulide” di Euripide: l’adattamento e la regia sono curate da Cinzia Maccagnano: “Questa è la tragedia che indaga nella profondità dell’umanità, svelatasi in tutta la sua fragilità – spiega – . Euripide ci offre un caleidoscopio di emozioni, di guizzi in una interiorità tormentata, in cui l’eroicità cede al turbamento della decisione. Agamennone è sicuramente il protagonista della tragedia: incarna l’ossimoro dell’amore paterno, il negare il futuro di una figlia. Non eroi, quindi, ma uomini, padri, madri e giovani che incarnano purezza e giustizia”. In scena, tra gli altri, nel ruolo di Agamennone c’è David Coco, mentre Antonio Silvia interpreta Menelao e Cinzia Maccagnano è Clitennestra.Salvo Nigro, autore delle musiche, rielabora suoni e ritmi del Mediterraneo e della fascia balcanica, senza trascurare la forza espressiva dei suoni orchestrali classici per esaltare l’imponenza dei luoghi.Infine, per l’occasione le coreografie sono state curate da Gemma Lo Bianco e restituiscono la forza delle danze antiche orientali. Le introduzioni storico-archeologiche sono invece curate da Archeo Me.Per informazioni telefonare allo 094121588.