Un custode dell’arte innamorato di Palermo
Il mecenate Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona apre i suoi gioielli, Palazzo Costantino e Oneto di Sperlinga, in occasione de Le Vie dei Tesori
di Giulio Giallombardo
2 Ottobre 2020
Una vita per l’arte. Anni passati a inventare musei, promuovere mostre, innescare processi culturali nei suoi luoghi del cuore. La missione di mecenate è già scritta nel suo nome: per Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona promuovere e sostenere la bellezza è un atto di natura, un bisogno primario. Newyorkese di nascita, ma cittadino del mondo, Bilotti ha ereditato questo spirito di condivisione dallo zio Carlo, grande collezionista del secolo scorso, amico di De Chirico, Warhol, Lichtenstein, Dalì e altri artisti, a cui oggi è intitolato il Museo dell’Aranciera di Villa Borghese a Roma.
Attivo nella Capitale, ma anche a Salerno, Rende e Cosenza, da un po’ di anni, Roberto Bilotti è innamorato di Palermo. È qui che ha investito gran parte delle sue energie e risorse, con l’acquisto di alcuni palazzi storici, tra cui il settecentesco Palazzo Costantino, che con il limitrofo Palazzo Di Napoli, si affaccia su uno dei Quattro Canti, e Palazzo Oneto di Sperlinga, in via Bandiera, destinato a diventare presto un museo d’arte contemporanea con una collezione stabile. “L’arte ha senso solo se condivisa e se tutti possono fruirne, – spiega Bilotti a Le Vie dei Tesori News – io mi sento più custode che proprietario dei beni che possiedo, è dunque quasi un obbligo sociale per me cercare di far conoscere a quante più persone, palazzi e opere d’arte che sono pezzi di storia della città”.Per questo, Bilotti, con la generosità che lo accompagna, ha scelto di aprire le porte di Palazzo Costantino – che è stato una delle sedi di Manifesta – e Palazzo Oneto, in occasione del Festival Le Vie dei Tesori, che dal 3 ottobre, fino all’8 novembre, torna a Palermo per la 14esima edizione. “Questa manifestazione è un’occasione per rendere ancor più viva la città, – sottolinea Bilotti – è un festival di qualità che vanta un’offerta culturale importante. Una macchina organizzativa virtuosa che ha il suo punto di forza nella sinergia tra pubblico e privato”.La collaborazione con Le Vie dei Tesori nasce sul solco del rapporto ormai viscerale che lega Bilotti al capoluogo siciliano. Negli anni, il mecenate ha sostenuto la nascita di Dimora Oz, residenza d’artista a Palazzo San Giuseppe; il progetto artistico “La Gabbia d’oro” di Alfredo Pirri nella Chiesa del Giglio e il restauro di Palazzo Burgio di Villafiorita. Bilotti, inoltre, ha donato 200 opere alla Galleria d’arte moderna, quattro sculture marmoree dal ‘400 all’800 a Palazzo Sant’Elia, alcuni dipinti settecenteschi a Palazzo Comitini e un rilievo parietale di Ignazio Marabitti nella sezione museale di Palazzo Ajutamicristo, sede della Soprintendenza.Palazzo Costantino resta per Bilotti croce e delizia. Fu acquistato circa 20 anni fa per farne un albergo-museo, ma per lungaggini burocratiche l’affare è saltato e oggi l’edificio ha sempre più bisogno di un restauro per portarlo ai fasti di un tempo. “Il problema per palazzi come questo – spiega il mecenate – è che il costo di restauro a volte è superiore al valore stesso dell’immobile e la destinazione d’uso si restringe. Per la sua posizione strategica, nel cuore del centro storico, mi sarebbe piaciuto trasformarlo nel museo della città, ma non ce l’abbiamo fatta”. Oggi l’intenzione è di venderlo a chi possa valorizzarlo come merita, e qualcosa sembra adesso muoversi. “Ci sono gruppi anche internazionali che esprimono un certo interesse – ammette Bilotti – , l’ambito resta quello alberghiero o degli art-hotel, ma è ancora tutto da capire, anche perché quello che stiamo vivendo è un periodo drammatico soprattutto per il settore ricettivo”.Intanto, potranno goderselo cittadini e turisti, tutti i weekend de Le Vie dei Tesori a partire da sabato 3 ottobre con una speciale visita serale, dalle 18 alle 22,30 (qui per prenotare). Un’apertura eccezionale di un bene normalmente inaccessibile, che, seppur spogliato dei suoi arredi, venduti o trafugati negli anni, rimane affascinante testimonianza di un’epoca, con le sale affrescate da Gioacchino Martorana, Giuseppe Velasco, Elia Interguglielmi e Gaspare Fumagalli. C’è poi l’opulenza della corte con le colonne e i capitelli scolpiti da Ignazio Marabitti, lo scalone d’onore che conduce al vestibolo del piano nobile con i balconi che si affacciano su via Maqueda e la cavallerizza, antica rimessa di carrozze e cavalli.L’arte contemporanea, invece, è di casa a Palazzo Oneto di Sperlinga, che tornerà adesso visitabile, dopo essere stato aperto lo scorso anno proprio in occasione del Festival. Questa volta farà parte dell’Itinerario contemporaneo curato come sempre dalla giornalista e storica dell’arte, Paola Nicita, che ogni anno propone percorsi inediti alla scoperta di studi d’artisti e atelier. Chiuso per cinquant’anni, il settecentesco Palazzo Oneto adesso è un cantiere aperto, dove sono in corso i lavori di restauro che lo trasformeranno in un museo d’arte contemporanea. In occasione del Festival, ospiterà alcune installazioni affidate ad artisti e architetti di respiro internazionale come Emanuele Lo Cascio, Francesco Santoro e Luca Bullaro (qui per prenotare). “Siamo ormai in dirittura d’arrivo – dice Bilotti – tranne ritardi dell’ultimo minuto, il restauro terminerà entro la fine dell’anno. Quindi sarà regolarmente aperto al pubblico. Abbiamo già in programma alcune mostre che terranno vivo il palazzo, mentre altre opere faranno parte di una collezione permanente. È importante questo connubio tra antico e contemporaneo, l’arte ha la forza di far rivivere questi antichi palazzi evocandone le storie”.(La prima foto grande in alto è di Tullio Puglia per il mensile Gattopardo)