◉ INNOVAZIONE
Un’onda che diventa marea: la Sicilia laboratorio d’impresa
A meno di un anno dalla nascita, la Fondazione creata da Antonio Perdichizzi accompagna i giovani imprenditori con un percorso che unisce formazione, risorse e visione di lungo periodo
di Giulio Giallombardo
5 Settembre 2025
Tante piccole gocce che diventano marea. Unire energie, competenze e risorse di centinaia di siciliani sparsi per il mondo per generare un impatto concreto sulla loro terra. È questa la visione di una fondazione giovane, nata meno di un anno fa, che sta provando a scrivere un futuro migliore per la Sicilia. Fondazione Marea è il risultato di un’intuizione semplice: unire in un unico flusso la generosità di chi sente di appartenere all’Isola e vuole restituirle parte di ciò che ha ricevuto.
Da questo spirito nasce Onda, il primo grande programma della Fondazione. Tre mesi di formazione intensiva, affiancamento su misura e un supporto economico fino a 10 mila euro per i tre progetti migliori: un percorso pensato per accompagnare idee di impresa sociale che affrontino le sfide più urgenti dell’Isola, dalla crisi ambientale allo spopolamento, dalla mancanza di opportunità alle disuguaglianze. Un’iniziativa che si rivolge a team di almeno due persone, di cui almeno la metà residenti in Sicilia, pronte a misurarsi con un incubatore di imprese sociali di livello nazionale.
“Abbiamo voluto tenere la call aperta per quattro mesi, dal 15 maggio al 15 settembre – racconta a Le Vie dei Tesori, Antonio Perdichizzi, imprenditore di lungo corso, fondatore e presidente della Fondazione Marea – e in questo tempo abbiamo attraversato tutte le province siciliane. Abbiamo incontrato quasi cinquecento persone, spiegando cos’è un’impresa sociale e stimolando idee e progetti. È stato un grande programma di disseminazione, perché in Sicilia questa forma di imprenditorialità è ancora poco conosciuta e serviva un’opera di sensibilizzazione”.
Una mobilitazione che ha toccato festival, università, associazioni e comunità locali, trasformando Onda in un’occasione non solo di selezione, ma di educazione diffusa. Il desiderio dichiarato è quello di riuscire a portare nel programma almeno un progetto per ciascuna provincia siciliana. “Sarebbe un risultato straordinario – osserva Perdichizzi, che è anche fondatore di Isola, coworking diventato spazio di relazione nel cuore di Catania, in una ala di Palazzo Biscari – perché significherebbe che tutta l’Isola, da nord a sud, partecipa a questa nuova stagione di impresa sociale. Inoltre i progetti non lavoreranno isolati: collaboreranno tra loro, creando sinergie che moltiplicano l’impatto”.
Il sostegno economico è reso possibile grazie alle donazioni degli oltre 400 “pionieri” che hanno deciso di credere nella Fondazione, aderendo alla rete. “I 10 mila euro che daremo ai tre progetti migliori non vengono da fondi pubblici – sottolinea Perdichizzi – ma dalle risorse messe insieme da chi ha scelto di far parte di Marea, siciliani e siciliane che vivono in ogni parte del mondo e che hanno deciso di condividere un pezzo del proprio cammino. È una catena di generosità, di solidarietà e di circolarità che ci rende orgogliosi”.
Le radici di una comunità
Per capire come si è arrivati a quello che è già un primo traguardo, bisogna tornare indietro. L’idea di Marea nasce da una domanda che Perdichizzi si è posto più volte: quanti siciliani, sparsi per il mondo, sarebbero disposti a restituire qualcosa alla loro terra, se qualcuno glielo chiedesse? Da questa intuizione, dopo centinaia di incontri e riflessioni, si è arrivati nel giugno 2024 a costituire una prima squadra operativa: Francesca De Marco, Chiara Crisci, Elena Militello e Carmelo Traina. L’obiettivo era raccogliere entro il 18 dicembre 300 pionieri pronti a donare risorse economiche e competenze. Quella soglia è stata superata, e oggi i pionieri sono più di 400.
Il modello è semplice: raccogliere fondi e capacità professionali per sostenere progetti ad alto impatto sociale, selezionati attraverso “open call” in tutta la Sicilia. Ogni progetto sostenuto crea valore per la comunità, posti di lavoro e risposte alle sfide sistemiche dell’Isola. Una parte del valore ritorna al fondo della Fondazione, innescando un ciclo virtuoso di investimenti e nuove opportunità.
Un accompagnamento che non si ferma
Uno degli elementi più originali di Onda è la durata del sostegno. I team selezionati non riceveranno solo un contributo economico e tre mesi di formazione: avranno accesso per tre anni alla rete di Marea. “Di solito i programmi si concludono e finisce lì – spiega Perdichizzi – . Nel nostro caso, invece, vogliamo accompagnare i progetti nelle fasi più delicate, quelle del consolidamento e della prova del mercato. Questo è forse il valore più grande che possiamo offrire”.
Il percorso sarà itinerante, con incontri in diverse città siciliane. Il 19 dicembre, nell’evento che celebra il primo anno della Fondazione, i progetti si presenteranno ufficialmente davanti alla comunità dei pionieri, aprendo la strada al futuro. “La nostra sfida – aggiunge Perdichizzi – è avviare un programma originale, innovativo, probabilmente uno dei primi in Italia pensati così specificamente per le imprese sociali. Vogliamo far nascere una nuova generazione di imprenditrici e imprenditori che siano veri e propri agenti di cambiamento per la Sicilia”.
Guardare lontano
A pochi mesi dal primo anniversario, il bilancio per la Fondazione è già positivo: oltre 50 progetti presentati a Onda, un numero destinato a raddoppiare entro la chiusura della call, e una comunità che cresce costantemente. “Abbiamo fondato Marea con 423 pionieri, l’obiettivo iniziale era 300. Adesso puntiamo a raddoppiare, portando a bordo altre 423 persone” dice Perdichizzi. Ma la visione resta di lungo periodo. “Non pensiamo a questa esperienza come a una corsa dei cento metri, ma come a una maratona. Vogliamo costruire una vera infrastruttura filantropica per la Sicilia, e questo richiederà anni. Passo dopo passo, lavoriamo per avere risultati solidi e duraturi”. Il mare, dopotutto, non si forma in un giorno.