Viaggio alla scoperta dell’ebraico, la lingua che visse due volte
Un incontro a Castelbuono per approfondire una cultura antica, aspettando il Giorno della Memoria nel ricordo delle vittime dell’Olocausto
di Redazione
9 Gennaio 2020
Un’occasione per scoprire la lingua ebraica, le parole chiave della Genesi, le lettere dell’alfabeto, aspettando il Giorno della Memoria nel ricordo delle vittime dell’Olocausto. Se ne discuterà domenica 19 gennaio allo Spazio Scena di Castelbuono, durante l’incontro “Viaggio alla scoperta dell’ebraico, la lingua che visse due volte”, curato da Camillo Palmeri, docente di lettere.“Scoprire e capire l’ebraico può essere una cosa strana, lontana e eccessivamente specialistica, riservata solo ad alcuni. In realtà questa lingua e questa cultura ci sono vicine più di quello che pensiamo – si legge in una nota – . Molti aspetti possiamo ritrovarli nel nostro inconscio e il loro studio diventa un metodo, un cammino, per trovare proprio una parte di questo inconscio nascosto in noi stessi come nella nostra civiltà.È un processo analitico per arrivare alla profondità della nostra esistenza, un po’ simile a una psicoanalisi”.
“Scoprire l’ebraico – si legge ancora – è un lavoro che apre una porta per arrivare a radici profonde e non comporta necessariamente una premessa religiosa o di fede, perché molti elementi sono semplicemente una base comune della nostra esistenza. Accostarsi all’ebraico è in qualche modo anche un evento comunitario, perché restituisce la ‘realtà rimossa per eccellenza’ dalla nostra cultura e (per i credenti) dalla nostra fede. La base di ogni fondamento, il punto di partenza, della cultura ebraica sono le 22 lettere dell’alfabeto che sono, secondo la tradizione, anche gli elementi fondamentali di tutta la creazione. Quindi ogni lettera dell’alfabeto ha, per così dire, una sua origine, una sua storia, un suo significato ed una sua personalità. Il mistero di ciascuna di queste lettere è inoltre non soltanto nella forma o in ciò che rappresenta, ma anche nella maniera in cui avviene il tracciato della sua scrittura; così ‘la parola’, che è alla base di tutta la genesi dell’universo, si è conservata proprio in queste lettere ed ogni lettera a sua volta ripete il miracolo della creazione stessa ogni volta che viene riprodotta e ricomposta”.
“Le prime due lettere dell’alfabeto ebraico sono Aleph e Beth – si legge ancora sulla nota di presentazione dell’incontro – e per conseguenza tradizionalmente con la parola ‘alephbeth’ si intende tutto l’alfabeto. In seguito i greci, una volta importati i segni dai fenici, li chiameranno ‘alphàbetos’, proprio sull’esempio della tradizione mediorientale. Oggi paradossalmente l’ebraismo è tornato di moda. E non nel senso che si può credere. Nel senso purtroppo che stiamo nuovamente ricadendo negli errori (orrori) storici dell’antisemitismo. Ma da sempre l’antidoto alla cultura primitiva della violenza e dell’intolleranza è la conoscenza. E allora se l’ignoranza del terzo millennio ci vuole imporre tutta la sua inconsistente arretratezza, il modo migliore per reagire è mettersi a studiare”.