Quando l’arte mostra i limiti di ‘una questione di pelle’

Un'installazione di Igor Scalisi Palminteri in un liceo linguistico di Palermo racconta, a partire dalla tecnica utilizzata, il tratto comune a individui diversi. L'opera sarà svelata venerdì ed è dedicata all'intercultura

di Antonella Lombardi

19 Dicembre 2018

“A volte è solo una questione di pelle. Soltanto un colore che purtroppo, ancora oggi, discrimina”. A parlare è Igor Scalisi Palminteri, artista che con la sua tavolozza di colori ha contribuito a salvare dal degrado il quartiere di Ballarò, raccontandone l’anima multietnica. Ora il suo appello all’accoglienza si rivolge a un’altra comunità: quella degli studenti del liceo linguistico Keynes di Palermo, dove venerdì, in occasione dell’Open day dell’istituto, sarà inaugurata una sua installazione pittorica dedicata all’intercultura e intitolata “Una questione di pelle”. width=“Quando conosci la lingua di qualcuno quella persona diventa meno straniera, perché hai un codice che ti permette di entrare in contatto con l’altro e abbattere le barriere – spiega Palminteri. Mentre parla a Le Vie dei Tesori News si trova ad Alcamo, dove sta realizzando un murales per l’associazione ‘Mediterraneo di pace’.“Mi è sembrata un’occasione importante realizzare un’opera sull’intercultura in un liceo linguistico, permette di evidenziare l’importanza della lingua del mondo. E proprio per questo la mia installazione doveva trovarsi in un luogo visibile a tutti e di passaggio, come i corridoi dell’istituto. Per ricordare a tutti l’importanza della ricchezza, il valore della diversità, il rispetto per chi conosce luoghi diversi dai tuoi ed è comunque portatore di un’altra storia. Spesso lavoro anche con i bambini perché credo che questi percorsi vadano avviati nell’infanzia e da grandi portano dei frutti meravigliosi. Non dobbiamo mai smettere di parlare ai nostri ragazzi e bambini dell’importanza e della ricchezza della diversità, soprattutto oggi”.Il progetto finale sarà svelato soltanto venerdì (l’inaugurazione alle 11 in via Marchese Ugo, 6) ma l’artista anticipa che si tratterà di “un’installazione pittorica su dodici tele 40 x 50 che si svilupperà come un unicuum”. Un numero non casuale il 12, un tributo a quelle “12 tribù di Israele dalle quali, secondo la versione biblica, sarebbero partiti tutti i popoli del mondo – dice Igor Scalisi Palminteri – io sono cristiano e credo innanzitutto nel principio per cui si possa essere tutti diversi e costruire comunque un percorso insieme, evitare di pensare che l’altro sia un nemico, perché siamo tutti della stessa razza, quella umana, siamo persone”.Un’affermazione di principio che si rivela anche nella tecnica pittorica utilizzata: l’artista, infatti, ha usato soltanto sei colori per dipingere persone dal colore di pelle diverso: “c’è chi ha la pelle chiarissima e chi ce l’ha ebano – spiega – eppure ho voluto usare le stesse tinteseppure con dosaggi diversi. Perché siamo tutti diversi, ma parte dello stesso ceppo. E non può essere una ‘questione di pelle’. Mai”.