Alla scoperta di Mondello, il borgo del cane che dorme

La borgata marinara di Palermo sorge dove prima si trovava un vecchio pantano, poi prosciugato, abitato da una piccola comunità di contadini

di Emanuele Drago

20 Gennaio 2020

Su un ampio braccio di mare, tra le azzurre increspature delle onde, si scorge un angolo di paradiso. Un luogo che sorse su quello che un tempo era un vecchio pantano denominato piano del Gallo e che era abitato, fin dal XII secolo – per la verità, tracce umane sono state attestate fin dalla preistoria – da una piccola comunità di contadini. Tuttavia, fu soprattutto grazie all’inurbamento dei fondi appartenuti alle famiglie Catalano e La Barbera che l’antico pantano conobbe un notevole sviluppo.

 width=

Mondello

La zona in origine possedeva – in prossimità di via Castelforte – numerosi qanat, cunicoli che convogliavano le acque dolci della sorgente Ayguade in uno preciso punto. Fu proprio lì che si generò il lago artificiale, un luogo al quale si legarono tutte le future attività di quasi cento famiglie di contadini. Oltre all’allevamento bovino e ovino, si estraeva il sale, ma anche il tannino, sostanza che veniva utilizzata per la concia delle pelli. Tuttavia, tra il XVII e il XIX secolo, l’aria salubre del lago venne contaminata dagli animali, ragion per cui, il pescoso laghetto divenne di fatto un pantano. Ma, intorno al 1890, grazie all’azione svolta dall’amministrazione comunale guidata da Emanuele Paternò – ma anche grazie al contributo del principe di Scalea – l’enorme pantano venne colmato con la terra rossa estratta dal Monte Pellegrino; inoltre, anche l’acqua salmastra venne convogliata a mare per mezzo di una conduttura sotterrata chiamata ferro di cavallo.
 width=

Monte Pellegrino e lo Stabilimento

Fu così che a partire dal 1916, la zona, ormai divenuta proprietà demaniale, venne lottizzata e oltre alle numerose ville liberty nacque anche uno stabilimento con ristorante in riva al mare. Così nacque Mondello, il simbolo della Palermo Liberty, nata alle spalle del Monte Pellegrino, la cui sagoma vista dalla spiaggia fa pensare a un cane che dorme. Una borgata marinara lontana dalle mortificazioni edilizie e dalle drastiche trasformazioni che stavano caratterizzando la città. Ma da dove deriva il termine Mondello? Ora, sembra che in origine fosse chiamata Mars at tin, ossia porto di fango, mentre il termine non deriverebbe altro che da un’unità di misura utilizzata dai pescatori della zona per gli scambi commerciali.
 width=

Foto d’epoca dal libro “Mondello ieri e oggi” di Riccardo Agnello

Per giungervi bisogna superare viale Regina Margherita, non prima di aver ammirato piazzetta Caboto, un giardino in cui si trova una stele dedicata a Clemente Ravetto, il primo uomo che all’inizio del secolo sorvolò la città. Ma tutta quanta Mondello è piena di villette i cui nomi risuonavano nella mente come una danzante cantilena. Prima di costeggiare il lungomare, si giunge in un’altra piazza denominata Valdesi, il cui nome è legato alla famiglia spagnola dei Valdez, la quale, nel XVII secolo, grazie ai cospicui guadagni ottenuti durante il periodo dell’inquisizione – don Ferdinando Alvarez Valdes era un noto inquisitore – vi aveva edificato un proprio baglio agricolo, poi convertito in villa.
 width=

Villino Gregorietti

Come già accennato, la zona venne lottizzata grazie a un progetto redatto da una società belga che realizzò, oltre a un sistema tranviario di collegamento tra la località di mare e la città, l’edificazione di una serie di ville liberty che facevano da cornice all’ambito golfo. Tra queste ville ricordiamo il villino Gregorietti e Lentini, ma anche, sul versante opposto – presso Punta Celesi e il circolo canottieri “Ruggero di Lauria” – la villa dei Ducrot, l’originaria residenza degli ebanisti e industriali che abbellirono gli interni dei villini e dei palazzi liberty della città.
 width=

Lo Stabilimento

Percorrendo invece via Regina Elena, si può ammirare uno dei simboli di Mondello: il grande stabilimento che dà sul mare e che venne costruito dall’impresa Rutelli, su progetto di Rudolf Stualker. Possiede all’ingresso un’elegante esedra a piloni con piastrelle maiolicate; quest’ultima dà l’accesso al pontile che, attraversando il mare, giunge fin all’elegante stabilimento balneare con annesso un ristorante. Prima di raggiungere la piazza, appena di fronte al mare, si trova una torre di difesa alta oltre venti metri, mentre, poco oltre, proprio dentro la piazza, è allocata una fontana con la statua bronzea di una sirena.
 width=

Esedra all’ingresso dello Stabilimento

Ora, sembra nei pressi dello slargo, nella metà del XV, vi fosse una tonnara e un baglio attorno al quale nacque il primo nucleo abitativo della borgata, con relativa chiesa dedicata della Madonna delle Grazie. La tonnara, a partire dal Seicento, fu acquistata da Alfonso Guiglia che si fregiò del titolo di barone di Mondello. I successivi proprietari furono i Gerbino, baroni di Gulfotta e, prima della completa chiusura avvenuta nel 1955, i fratelli D’Acquisto e Caputo. Ed era proprio su questo punto che si trovava l’antico stenditoio in cui i pescatori facevano asciugare le proprie reti. Superata la chiesa, sempre costeggiando il mare, si giunge nei pressi di un pianoro, luogo in cui è presente un albergo. Nei pressi del pianoro e dell’albergo si trova una seconda torre, denominata Torre del Fico d’india, struttura attorno alla quale, durante la costruzione dell’albergo, furono rinvenuti reperti archeologici risalenti al Paleolitico superiore.
 width=

Torre del Fico d’India

Da via Gallo, inoltre, è possibile accedere alla riserva naturale e marina che si estende fino a punta Barcarello, ricca, per oltre sei chilometri, di sentieri e grotte marine. Il monte Gallo è alto 562 metri e deriva il proprio nome dall’arabo “Galh”, termine che, ponendolo in relazione altimetrica col Pellegrino, indica quello “più piccolo”. La zona in passato fu anche meta di pellegrinaggi religiosi, come d’altronde attestano alcuni ritrovamenti avvenuti dentro la fossa del Gallo; luogo presso cui, in una grotta denominata “della Regina”, sono state rinvenute raffigurazioni di tre navi puniche. Ma altre importanti grotte si trovano in località “Marinella”: tra esse grande rilievo hanno le grotte della Perciata, Vitelli, Capraio, Vaccari e Caramula.*Docente e scrittore