Era la sede del potere del Regno di Sicilia e vi soggiornarono governatori e luogotenenti soprattutto nel periodo in cui Milazzo fu capitale amministrativa, dopo la rivolta antispagnola di Messina del 1674. Oggi il Palazzo dei Viceré e dei Governatori è in totale abbandono ed è stato messo all’asta dall’ente proprietario, l’Opera Pia Istituto Regina Margherita di Milazzo. Il bando è stato reso pubblico pochi giorni fa, con un prezzo a base d’asta di 708.540 euro e scadrà il prossimo 31 luglio.

Prospetto di levante
L’iter di dismissione dello storico edificio
è iniziata più di un anno fa, dopo aver incassato il nullaosta della Soprintendenza dei Beni culturali di Messina ed il parere di congruità dell’ufficio tecnico del Comune di Milazzo, che ha fissato il prezzo a base d’asta. Dopo il via libera dell’assessorato regionale dei Beni culturali, è stato preparato il bando che adesso è finalmente pronto.Si parla da tempo di riqualificare il bene, uno dei più importanti del territorio, che versa ormai in condizioni fatiscenti. In passato, scuole e istituzioni locali hanno lanciato idee e proposte di recupero,
ipotizzando la trasformazione del bene in centro musicale o spazio museale, con sala conferenze e cercando di individuare i possibili canali di finanziamento. Oggi, con la pubblicazione del bando, la speranza dei proprietari è di trovare presto investitori disponibili ad acquistare l’edificio, ristrutturarlo e riportarlo a nuova vita.

Mascherone della mensola del balcone centrale
Il Palazzo dei Governatori sorge nel Borgo antico di Milazzo e
fu di proprietà della famiglia Baele, dalla seconda metà del ‘500 fino all’estinzione del ramo genealogico. Nel 1727 metà del palazzo fu lasciato in eredità ai religiosi del convento di San Francesco di Paola, l’altra metà passò ai Lucifero e ai Proto. Nel 1830 gli esponenti delle famiglie D’Amico, Rodriguez e Marullo acquistarono l’intero edificio. In età contemporanea, dal 1956 appartiene all’istituto “Regina Margherita”.È stato nei secoli dimora di diversi personaggi illustri. Nel 1571 vi soggiornò
don Giovanni d’Austria, figlio dell’imperatore Carlo V d’Asburgo, quando i porti di Milazzo e Messina furono luoghi di concentramento delle flotte e delle armate appartenenti alla coalizione cristiana partecipante alla Battaglia di Lepanto. E ancora, ospitò il principe
Emanuele Filiberto di Savoia, principe di Piemonte e nel 1583 il vicerè di Sicilia,
Marcantonio Colonna. Poi gli spagnoli
don Pedro Téllez-Girón y Velasco Guzmán y Tovar, una delle personalità più importanti e controverse del regno di Filippo III, e
Fadrique Álvarez de Toledo y Ponce de León, marchese di Villafranca. Nel 1676 vi dimorò anche
Michiel Adriaenszoon de Ruyter, ammiraglio olandese, coinvolto in qualità di condottiero durante gli scontri navali della rivolta antispagnola di Messina.

Il piano nobile
In epoca borbonica, da ricordare il duplice soggiorno, nel 1809 e nel 1810, di
Luigi Filippo d’Orleans, futuro re dei francesi, con la consorte Maria Amelia di Borbone, ospiti a Milazzo durante l’esilio a Palermo. La presenza della coppia reale s’inserisce nella prolungata fuga riparatrice di Ferdinando III, in virtù della quale i sovrani e la corte borbonica, fuggiti con la conquista di Napoli da parte di Napoleone Bonaparte, si rifugiarono a Palermo, in permanenza stabile dal 1806 al 1815. Oggi, dopo qualche sporadico intervento di manutenzione, edificio aspetta il rilancio che merita.