Il borgo del lino e il miracolo della Catena
Viaggio a Linera, frazione di Santa Venerina, piccolo centro alle pendici dell’Etna dalle antiche tradizioni
di Livio Grasso
19 Gennaio 2022
Ridente e ospitale borgo sulle pendici dell’Etna, Linera fu uno dei centri più attivi nelle produzioni della canapa e del lino. Non a caso, il nome della località, frazione di Santa Venerina, deriva dai termini “liniera” o “lineria” alludendo proprio alla coltura del lino. L’ottimo clima e la fertilità dei suoli furono uno dei punti di forza della contrada, favorendo la nascita di un’intensa attività agricola e vinicola.
L’area, caratterizzata da ampi spazi boschivi, vanta pure un’antica tradizione sulla coltivazione di agrumeti e sull’allevamento di suini e polli. Qui, inoltre, nell’antica strada che da Aci portava a Bongiardo, si trova la chiesa dedicata alla Madonna della Catena. Probabilmente costruita nel 16esimo secolo, l’edificio religioso era un punto di riferimento per tutte le Aci. Alcune testimonianze storiche riportano che il culto in onore di Santa Maria della Catena, non molto popolare nelle Aci, ebbe origine a Palermo nel 1392 sotto il re aragonese Martino I.A quel periodo risale una leggenda secondo la quale tre uomini, pur essendo innocenti, furono condannati a morte a causa di un errore giudiziario e tradizione vuole che il 18 agosto di quell’anno i prigionieri furono condotti in piazza Marina per essere impiccati. Tuttavia, poco prima di essere giustiziati, si scatenò un potente temporale che non permise di portare a compimento l’esecuzione della pena. Così, vittime e carnefici si rifugiarono nella vicina chiesetta della Madonna del Porto, l’odierna chiesa della Catena.Inoltre, temendo che i presunti colpevoli potessero darsi alla fuga, si provvide a legare ciascuno di loro con doppie catene all’altare della Madonna. La burrasca, inaspettatamente, imperversò per l’intera giornata costringendo tutti a passare la notte lì dentro. Divorati dalla paura, i tre imprigionati rivolsero le loro preghiere alla Vergine Maria supplicandola di intercedere in loro favore. Nel frattempo, i soldati, in preda alla stanchezza, si abbandonarono a un profondo sonno. Di lì a poco, misteriosamente, le catene si spezzarono liberando i tre condannati.Si narra pure che in quella circostanza la Madonna li rassicurò dicendo: “Andate pure in libertà e non temete cosa lacuna: il divino Infante che tengo tra le braccia ha già accolto le vostre preghiere e vi ha concesso la vita”. Pieni di meraviglia e gratitudine, dunque, scapparono in punta di piedi senza che le guardie se ne accorgessero. Fu così che alle prime luci del giorno le milizie, non trovandoli più incatenati, si misero in fretta e in furia alla ricerca dei fuggitivi. Dopo averli catturati di nuovo, però, il popolo insorse contro l’ingiusta sentenza e si appellò al re. Quest’ultimo, dopo aver ascoltato i testimoni su quanto accaduto, revocò la pena e riconobbe il miracolo.A partire da quel momento, un gran numero di palermitani si recò in pellegrinaggio nella piccola chiesa in segno di devozione. Oltre a ciò, la costruzione dei santuari in memoria della Madonna della Catena, si diffuse molto presto anche in altre località della Sicilia. Nel caso di Linera, i documenti d’archivio riferiscono che nella seconda metà del 18esimo secolo il piccolo complesso religioso divenne patronale sotto i potenti Leonardi, nobile famiglia che contribuì moltissimo alla ristrutturazione e all’abbellimento dell’arredo interno.Tuttora si possono ammirare alcune tele di grande pregio come la Madonna della Catena attribuita a Matteo Ragonisi, e il quadro di Santa Venera, realizzato dalla mano di Giacinto Platania. Altre fonti, per di più, rilasciano che la parrocchia venne distrutta dai terremoti del 1879 e 1914 venendo riedificata negli anni Venti del secolo scorso. Sappiamo pure che il 19 marzo 1946 venne eretta a chiesa parrocchiale, divenendo uno dei luoghi di culto più importanti del territorio. Da quell’epoca, Linera si trasformò in un centro urbano moderno grazie a un notevole sviluppo demografico e, soprattutto, a una grande espansione edilizia.