Etna

  • Il paradosso climatico di questi giorni di fine agosto, con una grandinata fitta in vetta e caldo asfissiante in città, rimanda all’epoca in cui erano floridi i commerci dei “nevaioli”. A ricordare un mestiere ormai scomparso un avviso storico del 1903 custodito a Giarre

  • In occasione delle Giornate Europee dell’Archeologia, presentati i risultati delle ricerche nell’area della Nunziatella. Affiorano lucerne, anfore, tegole e vasellame, che ricostruiscono la vita quotidiana sul vulcano. Individuato anche un pavimento in cocciopesto e un muro che potrebbe appartenere a una grande chiesa bizantina

  • È rientrata nel porto di Catania la nave oceanografica con a bordo un team internazionale di esperti che ha raccolto dati importanti per comprendere meglio le cause e l’entità dei movimenti sottomarini del vulcano

  • Ridotto quasi un rudere, l’ex complesso monastico del piccolo borgo tra i Nebrodi e i Peloritani. Di proprietà del Comune, l’amministrazione in dissesto finanziario spera nell’arrivo di fondi comunitari per recuperare almeno la chiesa e intervenire sulla messa in sicurezza. È stato tra i luoghi recentemente esplorati dall’associazione Ascosi Lasciti

  • L’eruzione durò quattro mesi e fu la più lunga degli ultimi 15mila anni sul vulcano. Un fiume di circa 600 milioni di metri cubi di magma, esteso per 40 chilometri quadrati, che cambiò il volto di Catania. Il recupero della memoria storica racchiuso in un libro con saggi, fotografie e illustrazioni. Il vulcanologo Stefano Branca: “Per la prima volta, fu un fenomeno mediatico di portata internazionale”

  • Aperte nuove prospettive di studio sulla ricerca astrogeologica. Un team internazionale ha proposto il rilievo catanese come un possibile analogo terrestre per lo studio di Idunn Mons, un complesso venusiano simile forse tuttora attivo e che in base ai dati attualmente disponibili si ritiene abbia eruttato in tempi recenti