Il manichino anti-plastica nelle spiagge di Favignana
L'idea è di Pablo Dilet, pseudonimo del giornalista Dario La Rosa, che ha piazzato la sua installazione ambientalista negli angoli più belli della maggiore delle Egadi
di Giulio Giallombardo
6 Settembre 2018
Sta lì muto e iconico, a ricordarci che plastica e mare non vanno proprio d’accordo. Un manichino bianco con un salvagente al collo ha fatto capolino tra le spiagge di Favignana. Attaccato al busto un cartello con su scritto “No more plastic”, un messaggio ecologico chiaro, diretto ed essenziale: basta plastica.L’idea è venuta a Pablo Dilet, pseudonimo del giornalista palermitano Dario La Rosa, che dal 2016 ha dato vita ad un calembour artistico, giocando con oggetti e parole. In questo caso, l’artista-giornalista, tra luglio e agosto, ha piazzato il suo manichino ambientalista negli angoli più belli e frequentati della maggiore delle Egadi: dalla centralissima Praia alle spiagge di Cala Rossa e Cala Azzurra.L’iniziativa è figlia del più ampio progetto “Plastic”, cominciato la scorsa estate con un’installazione che ha coinvolto un centinaio di bambini ed anche una tartaruga salvata durante la preparazione dell’opera, e che quest’anno è proseguito con una piccola installazione esposta fino a tutto agosto, all’interno dell’ex tonnara Florio. Protagoniste delle barchette di carta che, simbolicamente, non riescono a navigare in un mare composto da tappi e sacchetti di plastica.”Credo nella forza dell’arte e nel suo potere di coinvolgere anche chi ne è distante, – spiega Pablo Dilet a Le Vie dei Tesori News – in quella forza che appassiona per bellezza o perché ha una storia da raccontare. E in questo contesto volto alla speranza ci stanno i bambini, la vera forza su cui si può investire se crediamo in un futuro che non abbia un orizzonte vicino. Con le installazioni a Favignana siamo riusciti a far percepire quanto la plastica possa essere pericolosa per l’ambiente marino e per l’uomo, ho cercato di dare un forte impatto mettendo proprio un manichino di plastica sulle spiagge più popolate, come uno specchio che ci ricorda come possiamo diventare, insensibili e plastificati. Ora la mano passa ai bambini, a quella speranza che è già un cammino avviato a livello internazionale e che contrasta l’abuso inquinante di questo materiale. Nel segno di un’arte che abbia un valore sociale e alla portata di tutti”.Un appello contenuto in una sorta di manifesto stilato da Dilet-La Rosa, “La Repubblica senza Plastica”. Una lettera rivolta ai “bambini di ogni età”, che invita alla creazione di un passaporto per abbandonare un ideale “continente di plastica”. Il passaporto – scrive Dilet – “ha un cerchio al centro, è un tappo immaginario, uno dei rifiuti plastici più comuni. Nell’altra pagina del passaporto sarà esposta la vostra opera d’arte che parla della plastica e dei vostri desideri. Mi piacerebbe che oltre al disegno ci fosse un vostro brevissimo pensiero”. Le intenzioni dell’artista sono quelle di allestire nel 2019 una mostra con tutti i “passaporti” inviati dai bambini, perché “se le cose andranno bene – auspica il giornalista – potremo coinvolgere anche i grandi per creare delle azioni concrete per ripulire il mondo dalla plastica”.Intanto, ci ha pensato un’altra isola siciliana a liberarsi della plastica. Lampedusa da qualche giorno è “plastic-free” (ve ne abbiamo parlato in questo articolo), nelle Pelagie è adesso vietato vendere e utilizzare stoviglie, bicchieri e posate monouso non biodegradabili; come anche gli shopper, che dovranno essere sostituiti da sacchetti in carta o tela. Forse, la fuga dal continente di plastica è già iniziata.