Il mito delle streghe siciliane rivive alla Biennale di Venezia
23 Aprile 2022
Presente alla mostra internazionale una video installazione di Elisa Giardina Papa che rilegge in chiave contemporanea le storie delle “donne di fora”, maghe eretiche e fate
di RedazioneIl mito siciliano delle “donne dell’altrove”, streghe eretiche o fate soprannaturali, rivive in una video installazione proposta alla Biennale internazionale d’arte di Venezia che si inaugura oggi. A realizzarla è Elisa Giardina Papa, tra le artiste coinvolte nel progetto Gap, Graffiti Art in Prison, del Simua-Sistema Museale dell’Università degli Studi di Palermo. Un progetto interdisciplinare che coinvolge il mondo accademico e quello delle carceri, con la presenza di artisti, docenti, studiosi ed esperti da tutto il mondo (ve ne abbiamo parlato qui).
La video installazione proposta alla Biennale veneziana, dal titolo “U Scantu, a disorderly Tale” ripropone, in chiave contemporanea, il mito siciliano delle “donne di fora”, dette anche donne dell’altrove, tramandate come figure di streghe eretiche o fate, associate al folclore spagnolo e britannico, descritte nei racconti orali del passato sia come esseri femminili, ma anche maschili, umane ma in parte animali, gentili ma anche vendicative. Le “donne di fora” di Giardina Papa sono viste dall’artista come giovani “tuners” che guidano biciclette attrezzate con potenti sistemi sonori mentre attraversano la città ideale di Gibellina Nuova, nella Sicilia occidentale.Giardina Papa ha frammentato i ricordi d’infanzia tratti da storie e canzoni che la nonna le raccontava, vicende legate ai processi dell’Inquisizione spagnola del ‘500 e ‘600 che criminalizzavano, condannandole a morte, le donne maghe considerate eretiche. Arricchito da immagini simboliche di zampe d’oca e serpenti stilizzati come trecce, realizzati insieme ad artigiani ceramisti siciliani, ripropone la magia ritualistica come forza profonda che genera uno spazio immaginario al di là di categorie predeterminate di umanità e femminilità.“Il tema delle ‘donne de fora’ riattualizza la condizione di emarginazione delle donne nella storia dell’Inquisizione che riaffiora in un contesto contemporaneo e in una dimensione straniante”, dichiara Laura Barreca, coordinatrice artistica del progetto Gap, svolto in partenariato con il Kunsthistorische Institut in Florenz – Max-Planck-Institut, l’Università di Saragozza e Abadir di Catania, finanziato nell’ambito del programma europeo Erasmus, col patrocinio del Ministero della Giustizia e del Ministero della Cultura.L’opera sarà di nuovo presentata a Palermo per Gap in occasione di una mostra collettiva negli spazi del complesso monumentale dello Steri, sede del Rettorato dell’Università degli Studi, prevista nel 2023. Intanto, sono iniziate le attività di documentazione del progetto svolte durante gli incontri nell’istituto penitenziario, che convergeranno in un film della regista Chiara Agnello, promosso e distribuito da Sky Arte.