◉ PALERMO

In vendita il gemello in miniatura di Palazzo Pitti nel cuore della Sicilia

Testimone di un passato sfarzoso, Palazzo Saeli, imponente residenza neorinascimentale di Montemaggiore Belsito, ispirata al museo fiorentino, attende un nuovo proprietario per tornare a splendere. Con 36 stanze ricche di affreschi, carte da parati pregiate e arredi liberty, la dimora racconta storie di arte, feste e guerre, ma oggi ha bisogno di un importante restauro

di Marco Russo

6 Febbraio 2025

È un piccolo Palazzo Pitti nel centro della Sicilia. La sua architettura massiccia, con linee geometriche rinascimentali, archi a tutto sesto e proporzioni imponenti ma armoniose, ricorda la dimora fiorentina dei granduchi di Toscana, oggi diventata museo. Non siamo a Firenze, ma molto più giù, nel centro della Sicilia, a Montemaggiore Belsito, piccolo paese arroccato sui monti a 70 chilometri da Palermo. Nel cuore del borgo, si erge maestoso Palazzo Saeli, un gioiello neorinascimentale costruito alla fine dell’Ottocento dalla famiglia di cui porta il nome. Chiuso da oltre mezzo secolo, gli eredi oggi lo hanno messo in vendita, sperando in un nuovo capitolo per questa dimora che racconta un’altra epoca.

Palazzo Saeli (foto Salvatore Cancemi)

Con i suoi 1200 metri quadrati e 36 stanze distribuite su quattro piani, il palazzo è un tesoro di affreschi, carte da parati pregiate e soffitti decorati a cassettoni. Non mancano arredi liberty, lampadari d’epoca e una scalinata interna con un elegante passamano in ferro battuto realizzato a mano. Un trionfo di bellezza su cui il tempo ha lasciato il segno: lo sfarzo di una volta è ormai un ricordo lontano, resta un’aria malinconica che avvolge ogni angolo del palazzo.

Palazzo Pitti a Firenze (foto Jean-Christophe BENOIST, licenza CC BY 2.0)

Grazia Saeli, imprenditrice e attuale proprietaria, ricorda con nostalgia i giorni trascorsi nel palazzo: “Mio bisnonno, Gioacchino Saeli, era un grande amante dell’arte e volle creare una piccola copia di Palazzo Pitti nel suo paese natale. Qui ho passato momenti indimenticabili da bambina, anche se la mia famiglia si era trasferita a Palermo e tornavamo solo durante le vacanze”. Pochi mesi l’anno rimasti impressi nella memoria di chi ha respirato l’aria di un’altra epoca, ormai trascolorata come i decori e gli arredi un tempo sfarzosi. “Era ed è tuttora un palazzo molto bello – ricorda Grazia Saeli –  tutti i mobili e i sanitari arrivarono dall’Inghilterra, come le carte da parati che arricchivano soprattutto le stanze del piano nobile. Per non parlare poi dei bellissimi affreschi, come quello che ritrae seminuda, quasi fosse un’odalisca, una donna bellissima che abitava vicino a casa nostra. Poi in ogni stanza della mansarda all’ultimo piano, dove c’è una terrazza da cui si può godere una splendida vista, ci sono affreschi che raffigurano diversi strumenti musicali”.

Palazzo Saeli nel centro di Montemaggiore Belsito, davanti alla basilica di Sant’Agata (foto Salvatore Cancemi)

Durante la seconda guerra mondiale, il palazzo divenne un rifugio per sfollati, ospitando amici e parenti in fuga dalle bombe. “Al secondo piano c’era una grande sala usata come ricovero – racconta Saeli – . Mia madre mi parlava di quelle giornate, di come ricevevano sostentamento dalle campagne vicine e di come il parroco venisse spesso a trovarli. Nonostante la guerra, qui si organizzavano feste e ricevimenti, quasi come se il conflitto fosse lontano”. Dagli anni ’50, però, il palazzo iniziò a svuotarsi. La famiglia si trasferì definitivamente a Palermo, tornando a Montemaggiore solo durante l’estate, fino a quando, a partire dagli anni ’70, l’edificio non fu più abitato. “Avevamo altre proprietà da gestire, tra cui una masseria poco distante, ora trasformata in un agriturismo di charme – spiega la proprietaria – Il palazzo, invece, è diventato sempre più difficile da mantenere”.

Uno scorcio di Montemaggiore, al centro la sagoma di Palazzo Saeli (foto giomodica, licenza CC BY 3.0)

Da qualche anno la famiglia ha preso la decisione di mettere in vendita il palazzo, nonostante il legame emotivo sia ancora forte. “Mi spiace molto, ma a 70 anni non è facile fare certi investimenti – ammette Saeli – . I miei figli hanno altri impegni, dunque abbiamo deciso di mettere in vendita il palazzo, nella speranza di trovare qualcuno disposto a ridargli vita. Mi rendo conto che Montemaggiore non è facile da raggiungere e non è inserito nei circuiti turistici più battuti, ma il nostro palazzo potrebbe diventare un albergo esclusivo, un luogo dove i turisti stranieri possano vivere l’esperienza di soggiornare in una residenza storica”.

L’investimento necessario, però, è consistente. Oltre ai circa 400 mila euro richiesti per l’acquisto, servirebbe una cifra ancora più alta per i lavori di ristrutturazione, sia interni che esterni. Finora, nessuno si è fatto avanti con proposte concrete, nonostante l’amministrazione comunale abbia mostrato interesse in passato.

Intanto, Palazzo Saeli ha catturato l’attenzione del fotografo francese Thomas Jorion, noto per immortalare luoghi abbandonati in giro per il mondo. Le sue immagini, parte del progetto “Veduta”, restituiscono l’atmosfera malinconica di un passato splendente, in attesa di una nuova luce. “Appena sono entrato, ho perso il senso del tempo e dello spazio – racconta Jorion – . Ogni stanza è come una scena di uno spettacolo evanescente, popolata da spettri e ricordi”.