Kite, la videoperformance dei Masbedo per Manifesta

Liberamente tratta da un soggetto inedito scritto da Michelangelo Antonioni e Tonino Guerra, l’opera riprende il tema del cinema e andrà in scena al teatro Garibaldi

di Marco Russo

20 Ottobre 2018

È il cinema il filo rosso che lega le videoinstallazioni del duo artistico Masbedo, composto da Nicolò Massazza e Jacopo Bedogni. I due, ora, tornano a Palermo col terzo e ultimo appuntamento performativo concepito per Manifesta 12. La video-audio performance Kite, in collaborazione con Davide Tomat e G.u.p. Alcaro, che andrà in scena giovedì 25 ottobre alle 21 al Teatro Garibaldi di Palermo.Prima l’installazione all’Archivio di Stato di Palermo intitolata Protocol 90/6: quando il duo stava facendo dei sopralluoghi all’Archivio, si era imbattuto in un documento con una denuncia a carico di De Seta, esposto su un leggio. Una prova che aveva fatto da ispirazione simbolo per la loro opera. Poi il progetto Videomobile, un furgone in movimento che riprende la tradizione del cine,a antico facendo al tempo stesso un ritratto della città di Palermo e una rilettura della storia del cinema. Ora la video-audio performance Kite, terzo appuntamento della trilogia di momenti performativi nati dal progetto esposto nella sede di Palazzo Costantino fino al prossimo 4 novembre.Kite è liberamente tratta dal soggetto cinematografico inedito scritto da Michelangelo Antonioni e Tonino Guerra, L’Aquilone, concepito negli anni Ottanta, ma mai effettivamente realizzato. I Masbedo ne hanno acquisito i diritti per la riproduzione esclusiva in forma di video o film d’artista.Protagonista del primo capitolo della sceneggiatura è una tempesta, che all’improvviso arriva in un luogo indefinito, quasi metafisico, travolgendo con violenza un gruppo di bambini colti nel momento del gioco con aquiloni colorati.Nella cornice del Teatro Garibaldi, quartier generale di Manifesta, i Masbedo ricreano la suggestione della tempesta a più dimensioni, grazie all’interazione tra le atmosfere musicali realizzate per l’occasione da Davide Tomat e G.u.p. Alcaro, musicisti torinesi fondatori di Superbudda. Nella visione degli artisti la tempesta si trasforma in metafora contemporanea, rendendo gli spettatori partecipi di un racconto onirico, di forte impatto sia fisico che emotivo.