La Biblioteca comunale intitolata a Sciascia
Nell'anniversario della nascita, la città ha reso omaggio allo scrittore di Racalmuto, che ha inciso nella vita culturale del capoluogo siciliano
di Guido Fiorito
9 Gennaio 2020
Trecentosettantamila libri, incunaboli e manoscritti, una storia lunga oltre 250 anni, sono adesso rappresentati dal nome di Leonardo Sciascia. La Biblioteca comunale di Palermo, è stata intitolata allo scrittore di Racalmuto nell’anniversario numero 99 della sua nascita, avvenuta l’8 gennaio 1921. Una scelta azzeccata per tanti motivi: lo scrittore, che visse oltre venti anni a Palermo, ha lasciato importanti segni in città, come scrittore, come consulente editoriale e intellettuale impegnato anche in politica, con le sue amicizie. Un uomo appassionato di libri, che salì tante volte le scale della biblioteca per le sue ricerche che si traducevano in articoli, saggi, romanzi.
Nella biblioteca sono conservate, tra l’altro, le monete false dell’abate Giuseppe Vella, l’autore dell’arabica impostura che ispirò Sciascia a scrivere “Il Consiglio d’Egitto”. Fanno parte delle mille monete arabe del Nummarium, la collezione lasciata da monsignor Airoldi alla biblioteca, che, come ha confermato Eliana Calandra, dirigente del Servizio sistema bibliotecario cittadino, saranno esposte nella vicina chiesa dei Santissimi Crispino e Crispiniano con tutto il fondo numismatico della biblioteca (ve ne abbiamo parlato qui).Si stanno preparando una serie di eventi per celebrare i cento anni della nascita di Sciascia, che cadrà all’inizio del 2021, tra Racalmuto, rappresentata nella cerimonia dal sindaco Vincenzo Maniglia, Palermo e Caltanissetta. Uno di questi progetti è stato anticipato da Eliana Calandra: “La biblioteca contiene i 156 ritratti, in gran parte realizzati da Giuseppe Patania, che formano il cosiddetto Famedio dei siciliani illustri provenienti dal lascito di Agostino Gallo, con il legato di arricchire la collezione con un nuovo ritratto ogni due anni. Adesso sono oltre 370. Sarà promosso un concorso assieme alla Accademia di Belle arti, per un ritratto di Sciascia che si aggiungerà alla galleria”. In biblioteca, accanto a bacheche con alcune edizioni di libri dello scrittore siciliano, è momentaneamente esposto un ritratto di Sciascia dipinto da Maria Grazia Di Giorgio, che è di norma ospitato al museo Pitrè.Alla cerimonia, la famiglia di Sciascia, è stata rappresentata dal professore Salvatore Fodale, marito di Laura, una delle due figlie dello scrittore. “Intitolare la biblioteca a Sciascia – ci dice – è significativo perché ha vissuto tra i libri, amandoli, dando appassionati consigli di lettura. C’è bisogno di frequentare le biblioteche, ancor più in in quest’epoca di cambiamento della comunicazione. Sciascia credeva nei libri”. Tanti ricordi personali: “Si dice che fosse silenzioso ma io lo ricordo come grande conversatore con gli amici e i parenti. Raccontava spesso storie che poi si ritrovavano nei suoi libri. Qualche volta mi è capitato di entrare nel suo studio quando aveva appena finito di scrivere. Usava la macchina da scrivere, con tale sicurezza che correggeva pochissimo. Era molto attento ai lati umani di chi incontrava”.Particolare il ricordo del sindaco Leoluca Orlando, che, alludendo ad un famoso libro di Sciascia, ha ricordato come la biblioteca è ospitata a Casa Professa, la casa dei gesuiti, e che “Todo modo para buscar la voluntad divina”, ovvero fare di tutto per individuare la volontà di Dio, diceva Sant’Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù. “Sciascia – ha detto il sindaco – era un eretico, di un’eresia che era conferma di libertà, in una terra in cui l’ortodossia purtroppo era la mafia. Intitolazione che è anche un invito a leggere a Palermo dove si diceva che Sciascia leggeva ma non scriveva, avendo l’abitudine di leggere a Palermo e di scrivere a Racalmuto”. A Casa Professa dove nell’atrio il giudice Paolo Borsellino tenne l’ultimo discorso pubblico, la biblioteca intitolata a Sciascia, ha detto Orlando, quasi volendo comporre antiche polemiche, “porta armonia in un mondo carico di contraddizioni”.