È un piccolo lembo di terra che affiora dal mare, con dentro un grande tesoro di storia e natura. L’isola di San Pantaleo, che un tempo ospitava, l’antica colonia fenicia di Mozia, nello Stagnone di Marsala, racchiude nei suoi 45 ettari, preziose testimonianze archeologiche: dal cothon, raro esempio di bacino di ormeggio punico, alla strada punica sommersa; dal tophet, l’area sacra per i sacrifici umani, alla necropoli, ai mosaici, fino all’elegante statua del Giovinetto, conservata al Museo Whithaker.

La necropoli
Oggi Mozia è protagonista di un
intervento di riqualificazione e valorizzazione con un progetto finanziato dal Po Fesr Sicilia 2014-2020. Un intervento da
4 milioni e mezzo di euro complessivi, finalizzato al restauro archeologico e alla riqualificazione ambientale e paesaggistica, con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo sostenibile nel settore turistico-culturale. L’intervento è suddiviso in tre parti: si comincia dai
lavori di rilevamento topografico (già appaltati attraverso una manifestazione di interesse con base d’asta di 199.867 euro), per proseguire con la
realizzazione di percorsi, sistemazione del verde e degli arredi esterni e l’attivazione della rete dati wi-fi (anche questi già appaltati con base d’asta di 999.700 euro), per finire con
i lavori di restauro archeologico, attualmente in fase di appalto, con un bando che scadrà il 6 maggio prossimo.

Porta Sud
Lo scorso marzo la Soprintendenza per i Beni culturali di Trapani, beneficiaria del progetto, ha avviato la procedura di gara telematica per i lavori di restauro conservativo delle strutture archeologiche, con una base d’asta di
2.165.252 euro. Il restauro è incentrato sui
mosaici presenti nell’isola, sulle strutture murarie in calcarenite e in mattoni crudi, spesso preservate per almeno un metro di altezza. Dal
Tofet alla necropoli, dal Santuario di Cappiddazzu alla Casa dei mosaici, dalla casermetta alla Porta del Sud e al Khoton, i lavori saranno legati alla
riqualificazione anche del paesaggio isolano, con la sistemazione dei percorsi di visita, migliorando i sentieri in terra battuta e creando un’adeguata segnaletica relativa non solo ai siti archeologici, ma anche alla fauna e alla flora.

Il Giovinetto
Alle esigenze di protezione e tutela di alcuni monumenti archeologici, particolarmente esposti alle intemperie, saranno coniugate quelle della produzione di energia da fonti rinnovabili: si prevede, infatti, la realizzazione di
nuove coperture archeologiche. Il progetto prevede poi la predisposizione di un
archivio informatico su base cartografica per la gestione dei dati archeologici territoriali, che possa funzionare da piattaforma per la comunicazione su vasta scala delle informazioni prodotte nell’ambito delle attività di ricerca archeologica sull’isola.È previsto, infine, il posizionamento in punti strategici di alcuni
cannocchiali Focus, per l’osservazione naturale assistita, con relativa banca dati ipermediale multilingue. Sarà attivato, infine, un servizio di
bike-sharing, con due tipologie di mezzi, la classica bici a pedali e quella a pedalata assistita, tutte dotate di antenna gps ed equipaggiate con telecamera Gopro.