Naso borgo da scoprire: una terrazza tra boschi e mare
Il piccolo centro dei Nebrodi punta al restauro della chiesa del Santissimo Salvatore e vuole rilanciarsi nel turismo culturale e naturalistico
di Guido Fiorito
2 Aprile 2021
Riparte dal restauro della chiesa del Santissimo Salvatore il rilancio di Naso, centro collinare sopra Capo d’Orlando che fino al 1925 era soltanto sua frazione. La chiesa è chiusa dal gennaio 2015 quando era crollato il bel sagrato di pietre in cotto nasitano davanti all’ingresso. Adesso, grazie a un finanziamento dell’assessorato regionale alle Infrastrutture di un milione e 250mila euro, sarà possibile la messa in sicurezza della chiesa, in particolare del tetto, dove sono avvenute infiltrazioni d’acqua, e dell’esterno con il ripristino del sagrato. La gara di appalto è stata vinta dalla ditta Bono costruzioni di Montelepre. Il primo atto sarà di mettere al riparo dai danni le numerose opere d’arte ospitate dalla chiesa.
“I lavori sono complessi ma speriamo di poter riaprire tra due anni”, dice l’arciprete Francesco De Luca. La chiesa risale al Quattrocento ma fu rifatta in stile barocco dopo il terremoto del 1739 che squarciò la parte anteriore, con il conseguente crollo il tetto. È caratterizzata da una bella facciata con due torri campanarie mozze, forse perché non completate o per le conseguenze di uno dei numerosi sismi che hanno colpito questa zona. L’interno è diviso in tre navate divise da dodici colonne monolitiche in marmo di Billiemi.Fu ancora danneggiata dal terremoto del 1783, con sciami di scosse che durarono tre anni, e da quello del 1978. La preziosa tavola fiamminga raffigurante una Madonna e il bambino della scuola di Joos Van Cleve, dopo questo ultimo avvenimento, fu spostata al Museo d’arte sacra nelle suggestive catacombe della chiesa di San Cono. All’interno del Santissimo Salvatore notevoli un trittico marmoreo di Antonello Gagini con la Vergine tra i santi Andrea e Gregorio, la cappella di marmi mischi della Madonna di Portosalvo, il pulpito ligneo sospeso.Un altro stanziamento di 210mila euro riguarda la messa in sicurezza della chiesa di San Pietro. “Il recupero delle nostre chiese – dice il sindaco Gaetano Nanì – fa parte di serie d’interventi per il rilancio turistico di Naso, anche se alcune iniziative sono state rallentate dalla pandemia”. Tra queste c’è la riapertura del teatro Alfieri, di architettura neoclassica, costruito alla fine dell’Ottocento, dopo una chiusura durata sessant’anni. Sorge sul luogo dell’antico castello di Naso. Purtroppo persi in una antica ristrutturazione le decorazioni di legno intagliato dei palchi. Nei prossimi mesi i lavori saranno completati con i nuovi impianti.Frati di vari ordini si stabilirono in queste contrade dalla conquista normanna in poi, per la tranquillità e l’isolamento. Ciò contribuì allo sviluppo economico e demografico di Naso, tanto che nel 1642 le fu dato il titolo di città. Dal bel chiostro del convento dei frati minori agonizzanti il panorama è vasto e affascinante, raggiunge tutte le sette isole Eolie. Il centro storico, tra i vicoli di sapore medievale, è pieno di sorprese. Tra le chiese più importanti quella dedicata al patrono San Cono, con il campanile quattrocentesco e la bella cripta completamente decorata, e la Chiesa Madre.San Cono nacque a Naso durante il regno di Ruggero II, fu monaco basiliano ed eremita in una grotta. Viene considerato il protettore dei malati di orecchie e di naso, tanto che tali organi sono stati aggiunti, sotto un leone rampante, allo stemma del paese. Così Naso viene scelta per meta dei congressi dei medici otorinolaringoiatri. Nonostante il suo nome derivi da altro: probabilmente da Nesos (isola) ai tempi della Magna Grecia. Naso è costruita, infatti, su una sorta di isola in cima a una collina. Nella chiesa Madre notevole la Cappella del Rosario, con i suoi marmi mischi sparsi di simboli teologici ed esoterici, anche legati ai templari.Naso, non solo monumenti ma anche natura. Una terrazza tra le colline ricoperte di boschi e il mare. Tremila e cinquecento abitanti (ma erano quasi 8.000 nel 1925), 500 metri di altezza, è circondata dal verde, con un quinto del territorio coperto da boschi, prevalentemente sugherete. “Abbiamo organizzato – dice il sindaco Nanì – un percorso di trekking lungo quasi sette chilometri dentro ai boschi. Del nostro territorio fa parte anche la spiaggia di ponte Naso, lunga quasi due chilometri, uno splendido pezzo di costa tra i territori di Capo d’Orlando e Brolo, incontaminata, senza case e inquinamento, circondata da agrumeti. Il futuro turistico della nostra zona passa dal formare con altri sindaci una rete di località dei Nebrodi in grado di attirare visitatori”.