Quei tormentati intrighi amorosi nel palazzo dei Gravina
La dimora di Francesco Paolo in via IV Aprile, nel cuore di Palermo, fece da sfondo a una sfortunata storia matrimoniale. Nello stesso edificio fu ospite anche l’ammiraglio Horatio Nelson con la consorte Emma Hamilton
di Emanuele Drago
28 Marzo 2023
Capita spesso di osservare con occhi curiosi gli eleganti prospetti di antichi palazzi e domandarsi chissà quali storie custodiscano. Capita invece, davanti ad alcuni prospetti, di passare oltre, ignorandone la rilevanza storica. Uno di questi palazzi è certamente palazzo Gravina di Palagonia, dimora che si staglia in via IV Aprile, ad angolo con la via Alloro, nel quartiere della Kalsa, a Palermo. Pur essendo per molti aspetti ormai un guscio vuoto, il palazzo ha scandito la storia della città, soprattutto alla fine del Settecento, divenendo l’epicentro di due intrighi amorosi.
Diviso fin dal Quindicesimo secolo in due nuclei, uno di proprietà della famiglia Diana e l’altro della famiglia Monferrato, passò in seguito a uno dei diversi rami dei Gravina, signori di Palagonia e Lercara. Nel dopoguerra, a causa dei pesanti bombardamenti subiti nel 1943, rischiò di essere raso al suolo (così come prevedeva il Piano regolatore del 1968) per essere sostituito da una “terza strada” che avrebbe dovuto collegare la zona della stazione centrale col porto.Una lapide, posta all’esterno del palazzo, ricorda che il 5 febbraio del 1800 vi nacque il servo di Dio Francesco Paolo Gravina, principe di Palagonia e per due volte pretore della città. Il Gravina non fu molto fortunato in amore. Infatti, dopo aver sposato il 14 marzo del 1819 la bellissima Nicoletta Filangeri e Pignatelli, figlia del principe di Cutò, la rinnegò dopo che scoprì che lei l’aveva tradito. Non sappiamo se a compromettere la relazione tra i due contribuì anche l’impossibilità di avere dei figli.Di certo si narra che, quando Gravina scoprì che la moglie ogni sera usciva dal palazzo e si recava nella vicina residenza del principe di Sciara, fece sprangare la porta e al suo ritorno diede ordine alla servitù di comunicare alla consorte che il marito la invitava a tornare da dove era venuta. Mai il principe avrebbe immaginato che, proprio nella dimora in cui appena vent’anni prima era stato ospitato Horatio Nelson ed Emma Hamilton, la sua storia d’amore sarebbe finita così male.Eppure, in ogni stanza del palazzo doveva essere ancora vivo l’eco di quell’illustre transito. Lì, infatti, era approdato il grande ammiraglio, con al seguito l’amico, sir Willian Hamilton, la consorte, la bella Emma Hamilton, e un certo Johann Andreas Graefer, il giardiniere inglese che aveva impiantato il nucleo originario del parco della Reggia di Caserta.D’altronde, quello di Nelson a palazzo Palagonia fu un felice approdo, il momentaneo rifugio in cui l’ammiraglio si rigenerò dai postumi della battaglia di Abukir. Ormai privo di un occhio e di gran parte dei denti, firmò accordi e ricevette amici. Uno di questi fu il pittore Grignion, che lo ritrasse alla fine di una cena, il 7 febbraio 1799.Non sappiamo se dentro il palazzo che si affacciava sull’allora Stradone della Gancia venne anche concepita la piccola Orazia, la figlia nata dalla relazione con la Hamilton. Di certo qui ebbe inizio la relazione tra il futuro eroe di Trafalgar e la bella Emma, con buona pace dello stesso amico William. E qui dovette anche incontrare, per la prima volta, il volto del proprio destino, quel Federico Gravina che pur essendo sconfitto gli inflisse la morte.* Docente e scrittore