Quel bagno arabo tornato a splendere dopo il restauro

Riapre con una performance sensoriale il sito archeologico di Mezzagnone, nel Parco archeologico di Kamarina e Cava d’Ispica

di Ruggero Altavilla

29 Agosto 2020

È stato prima un mausoleo poi un hammam, adesso è rinato dopo un restauro con una performance sensoriale tra teatro, musica e arti figurative. Il bagno arabo di Mezzagnone, gioiello del Parco archeologico di Kamarina e Cava d’Ispica, è uno dei siti più affascinanti della Sicilia. Appena fuori dal centro abitato di Santa Croce Camerina, nel Ragusano, l’edificio che ha suscitato l’interesse di diversi studiosi, è stato restituito ieri alla collettività con una visita guidata seguita da un percorso sensoriale al tramonto parte del progetto Cento Sicilie, promosso dall’associazione Curva Minore con l’ideazione del contrabbassista Lelio Giannetto, e sostenuto dall’assessorato regionale dei Beni Culturali.

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Un momento della performance

L’antico edificio, noto anche ai viaggiatori del Gran Tour, come Jean Houël che lo ha disegnato in due delle sue tavole, è diventato teatro di una perfomance collettiva con 50 artisti tra attori, danzatrici, pittori, musicisti. Prima si è svolta la visita guidata guidata a cura del direttore del Parco archeologico, Domenico Buzzone, che ha diretto il restauro, e dell’archeologo e docente Giovanni Di Stefano.
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La cupola del bagno arabo

“Un recupero con un intervento di sistemazione, scavi e valorizzazione del sito archeologico – spiega Buzzone, citato in alcuni siti web locali  – . Abbiamo svolto prima il restauro conservativo con la collegata eliminazione delle parti nere che hanno così liberato il monumento dai micro organismi che ne avevano compromesso alcune aree. Si è poi proceduto alla listatura dei conci con malta a base di calce idraulica e contemporaneamente è stato utilizzato del consolidante per la calotta sferica che era priva di intonaco e dunque più a rischio. Infine è stato applicato in fase finale dell’idrorepellente. Ma è l’aspetto storico ad affascinare. Si è pensato per anni che fosse una chiesetta ma gli studi hanno appurato che è stato utilizzato come bagno arabo”.  Per molto tempo, infatti, il bagno fu scambiato per un edificio di culto bizantino, datata tra il IV e il VI secolo dopo Cristo, ma a seguito di una campagna di scavi, gli studiosi hanno messo in luce una fase medievale dell’edificio di Mezzagnone da legare alla presenza di un bagno termale arabo, un ”hammam”, posteriore all’anno 852. Con l’arrivo degli arabi, l’edificio fu usato prima come tomba di famiglia poi venne riadattato a edificio termale.
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Un momento della performance

“Questo edificio antico di località Mezzagnone – ha aggiunto l’archeologo Di Stefano – è un vero gioiello architettonico del VI secolo dopo Cristo, con riutilizzi fino al X-XI secolo. Il monumento conservato integralmente fino ad oggi, era famoso e conosciuto già nel ‘500 da Tommaso Fazello e poi nel ‘700 dal pittore francese Jean Houel che lo ritrae in una guache (un guazzo) e in una acquaforte, oggi conservate al Museo del Louvre a Parigi e all’Ermitage. I recenti scavi e i restauri hanno confermato che l’edificio è stato costruito e utilizzato nel VI secolo dopo Cristo come una tomba monumentale, un mausoleo, e poi come un hammam, un bagno, in età araba”.