Rinasce un corale del Quattrocento alla Biblioteca regionale
Il volume, composto da 167 carte in pergamena manoscritta, era infestato da muffe e danneggiato in più parti. Adesso è stato salvato dopo un restauro
di Giulio Giallombardo
5 Gennaio 2021
Un lavoro minuzioso tra pergamene, cuciture e solventi. La Biblioteca centrale della Regione Siciliana “Alberto Bombace” di Palermo saluta il nuovo anno con il restauro di un antico salterio – libro biblico dei salmi – realizzato a cavallo tra ‘300 e ‘400, proveniente dall’Archivio storico della Cattedrale di Messina. Il lavoro è uno dei tanti che i professionisti del Laboratorio di restauro della biblioteca stanno portando avanti, anche in questi tempi difficili.
“Nonostante la chiusura al pubblico, come tutti i luoghi della cultura, stiamo continuando a lavorare regolarmente, tra smart working e attività in sede – spiega a Le Vie dei Tesori News il direttore della Biblioteca, Carlo Pastena – . Restauriamo corali provenienti da tutte le strutture pubbliche siciliane e anche dalle curie. Abbiamo un laboratorio che lavora da più di trent’anni con interventi di alto livello”. Come quest’ultimo restauro del volume “Proprium de tempore”, composto da 167 carte in pergamena manoscritta, che presentavano segni di una forte infezione microbiologica, con macchie diffuse. “Le muffe – fanno sapere dalla Biblioteca ‘Bombace’ in un post su Facebook – non sembravano essere attive, tuttavia i residui sono stati asportati delicatamente e il volume è stato sottoposto a una disinfezione e disinfestazione anossica con il metodo Veloxin, che ha la particolarità di bloccare lo sviluppo vegetativo delle muffe”.“Le carte – si legge nel post – si presentavano in cattive condizioni di conservazione, non solo per gli effetti delle muffe, ma anche per le geometrie deformate, presumibilmente a causa della permanenza in luoghi molto umidi. Mutilo della coperta e con la cucitura particolarmente danneggiata, presentava solo due nervi originari e notevoli danni meccanici, provocati sicuramente dalle varie manipolazioni subìte nel tempo, facilitate dalle dimensioni e peso notevoli”. Il corale è stato scucito e ogni pergamena trattata prima con alcol puro, poi reidratata utilizzando un nebulizzatore a ultrasuoni. Quindi, le pagine sono state distese su cartoni acid free e lasciate ad asciugare. È stato ricostruito lo spessore delle parti mancanti e, infine, i fascicoli sono stati ricomposti e rilegati in pelle di capra a concia vegetale con nervi in rilievo e assi in cartone a lunga conservazione di adeguato spessore.Quello sul salterio messinese è solo l’ultimo intervento realizzato dal Laboratorio di restauro del libro antico, che opera in stretta collaborazione con l’Istituto centrale per il restauro e la conservazione del patrimonio archivistico e librario di Roma. Il laboratorio, in questi anni, ha eseguito e progettato restauri di materiale librario, codici membranacei e cartacei, pergamene, opere grafiche e documenti d’archivio. Non sono mancati, inoltre, stage e tirocini formativi per studenti, visite guidate, mostre e pubblicazioni di testi specialistici.Ci sono stati anche momenti difficili, come lo scorso 15 luglio, quando l’alluvione che si è abbattuta su Palermo, nel giorno di Santa Rosalia, ha danneggiato tremila volumi (ve ne abbiamo parlato qui). Un lavoro di recupero adesso quasi giunto al termine. “Siamo a buon punto – assicura Pastena – gran parte dei libri sono stati salvati, altri in condizioni più difficili per la presenza di muffe, sono stati mandati a Ravenna, dove c’è una ditta specializzata. L’intervento di disinfezione si è concluso e entro i primi di febbraio i libri dovrebbero rientrare a Palermo”.