Siracusa saluta Caravaggio, più vicina la mostra al Mart

Si va verso il trasferimento temporaneo dell'opera in Trentino, dopo le prime indagini condotte dai tecnici dell'Istituto centrale del restauro

di Ruggero Altavilla

1 Luglio 2020

È un’estate calda per il Caravaggio siracusano. Anche se le polemiche non accennano a placarsi, sembra ormai certo il trasferimento del Seppellimento di Santa Lucia, da Ortigia al Mart, il Museo d’arte contemporanea di Trento e Rovereto, dove l’opera è attesa per una mostra a ottobre (ve ne abbiamo parlato qui). La relazione preliminare dei tecnici dell’Istituto centrale del restauro ha ritenuto “soddisfacenti” le condizioni dell’opera, “soprattutto da un punto di vista strutturale”. Adesso è in corso l’analisi dei dati raccolti e il confronto con quelli già esistenti e se – come tutto lascia presagire – la relazione sarà confermata, con il conseguente via libera del Fec, proprietario dell’opera, la tela potrà lasciare Siracusa.

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Un momento della conferenza stampa

Tutto è nato da un’idea di Vittorio Sgarbi, direttore del Mart, che vuole il quadro per un allestimento nel museo trentino. Dopo un primo coro di proteste da parte di addetti ai lavori e rappresentanti delle istituzioni, lo stesso critico d’arte sembrava aver fatto un passo indietro, firmando polemicamente un appello con cui si chiedeva che l’opera restasse in Sicilia. Ma dopo una decina di giorni, forte delle analisi dei restauratori, è tornato sui suoi passi annunciando che la mostra si farà. Lo ha fatto pochi giorni fa in una conferenza stampa al Castello Maniace, dove sono stati presenti, tra gli altri, l’assessore regionale ai Beni Culturali, Alberto Samonà, la soprintendente ai Beni Culturali di Siracusa, Donatella Aprile, l’assessore comunale alla Cultura di Siracusa, Fabio Granata, il presidente del Consiglio regionale di Trento, Roberto Paccher, e Silvia Mazza, storica dell’arte e coordinatrice tecnica delle procedure sul prestito e sull’intervento conservativo dell’opera.
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I restauratori con il quadro del Caravaggio (foto Silvia Mazza, Facebook)

Nel corso dell’incontro i tecnici hanno spiegato che la macchia presente nella parte bassa del dipinto non è da ricondurre a umidità o all’attacco di microrganismi. Il dipinto, dunque, non avrà quasi certamente bisogno di un intervento di restauro, come era stato annunciato in precedenza, ma solo di piccoli interventi di manutenzione, che saranno svolti all’Istituto centrale del restauro di Roma. Quindi il quadro potrà partire alla volta del Trentino, in una mostra che lo vedrà protagonista insieme alle opere di Burri, per poi tornare a Siracusa entro il 13 dicembre, in tempo per la festa di Santa Lucia, patrona della città.
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Il quadro nella chiesa di Santa Lucia alla Badia

Resta da capire, però, se rientrerà nella Chiesa di Santa Lucia alla Badia, sede attuale, o tornerà dove si trovava in origine, nella Chiesa di Santa Lucia al Borgo. Si stanno monitorando, infatti, i valori ambientali delle due chiese e i livelli di umidità, per decidere quale sede sia migliore per riaccogliere la tela al suo rientro. Inoltre, in cambio dell’opera, durante il periodo della mostra, il Mart si è impegnato a prestare alcuni capolavori del Novecento che saranno esposti a Palazzo Bellomo.
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La chiesa di Santa Lucia alla Badia

In prima linea contro il trasferimento dell’opera, c’è il critico d’arte siracusano Paolo Giansiracusa, che ha lanciato una petizione online e scritto al prefetto, all’arcivescovo e alla soprintendente, chiedendo un decreto di “inamovibilità” dell’opera. “Dall’esito delle indagini condotte dai tecnici dell’Istituto centrale del restauro – scrive il critico d’arte – apprendiamo che il dipinto è in buone condizioni e non necessita di un nuovo intervento di restauro. Apprendiamo altresì che ai fini conservativi si rivelano necessarie la normale pulizia della pellicola pittorica e la manutenzione ordinaria tese ad una migliore resa visiva. Per tali interventi, alfine di evitare un viaggio dannoso, chiediamo che l’opera sia analizzata e manutenzionata a Siracusa, nella sede della Cchiesa di Santa Lucia alla Badia, e che le operazioni di controllo e pulizia siano fatte a vista rendendo partecipi i visitatori e i fedeli”.