Tusa, il mare e quelle immersioni nella storia
L'assessore e studioso siciliano è stato uno dei pionieri degli studi di archeologia subacquea, dando vita vent'anni fa al primo gruppo di ricerca nell'Isola
di Marco Russo
11 Marzo 2019
I tesori del mare per lui non avevano segreti. Sebastiano Tusa fu uno dei pionieri delle ricerche di archeologia subacquea e conosceva i gioielli dei fondali siciliani come pochi. L’assessore ai Beni culturali della Regione, scomparso nel disastro aereo dell’Ethiopian Airlines, era riuscito a coniugare la sua passione per il mare con quella per la storia, dando vita vent’anni fa al primo gruppo per la ricerca archeologica subacquea in Sicilia. Era il 1999 quando nacque il Giass (Gruppo d’indagine archeologica subacquea Sicilia), costituito da pochi appassionati all’interno dell’amministrazione regionale che avevano il brevetto di sub. Il gruppo, successivamente, si ampliò e strutturò ancor di più, trasformandosi in Scrass (Servizio coordinamento ricerche archeologiche sottomarine). Composto da una dozzina di esperti, avviò le prime ricerche, tra cui quella più importante nelle Egadi, dove si iniziarono a censire per la prima volta tutti i siti archeologici.Da lì alla nascita della Soprintendenza del Mare il passo è breve. Nel 2004 si costituì la decima soprintendenza siciliana, con compiti di ricerca, censimento, tutela, valorizzazione e fruizione del patrimonio archeologico subacqueo, storico, naturalistico e demo-antropologico dei mari siciliani e delle sue isole minori. L’istituzione della Soprintendenza del Mare, voluta da Tusa e attualmente diretta da Adriana Fresina, qualifica la Regione Siciliana nelle politiche per la tutela delle sue risorse archeologiche sottomarine, ispirandosi alla Grecia che – unica in Europa – possiede una struttura analoga.

Sebastiano Tusa