Una panchina gigante affacciata sulle Madonie
Una delle ultime nate del Big Bench Community Project, il circuito internazionale ideato dal designer Chris Bangle insieme alla moglie, è stata realizzata in cima alla selletta di Monte Mufara, sopra Piano Battaglia, davanti a un panorama che spazia fino all’Etna
di Giulio Giallombardo
27 Giugno 2023
Ritornare bambini arrampicandosi a 1600 metri su una panchina gigante, ammirando uno dei panorami più belli della Sicilia. Una delle ultime nate del Big Bench Community Project, il circuito internazionale di grandi panchine ideato dal designer Chris Bangle insieme alla moglie, è stata realizzata sulle Madonie, in cima alla selletta di Monte Mufara, sopra Piano Battaglia, facilmente raggiungibile percorrendo un breve sentiero. Colorata di giallo e di rosso, è la 299esima panchina installata in Europa, la terza in Sicilia e la prima nella provincia di Palermo, dopo quella rossa sull’Etna, vicino a Piano Provenzana, nel territorio di Linguaglossa e quella rosa e celeste davanti ai Calanchi del Canizzola, il “deserto” di Centuripe, inaugurata l’anno scorso. Ma altre tre panchine sono in corso di realizzazione a Marsala, Bivona e Mussomeli.
“Girando il Nord Italia abbiamo scoperto queste installazioni e abbiamo pensato di candidare le Madonie a ospitarne una – spiega Lidia D’Angelo, vicepresidente dell’associazione Pro Piano Battaglia e Madonie, presieduta da Alessandra Spampinato, che ha curato l’installazione della nuova “Big Bench” siciliana. L’installazione, realizzata dalle maestranze del territorio secondo le indicazioni della Fondazione Big Bench Community Project, è già montata con la vista che si perde tra le Madonie, fino al cono fumante dell’Etna, ma l’inaugurazione ufficiale è fissata per il prossimo 8 luglio alle 17.“Abbiamo invitato i sindaci dei comuni del territorio, i vertici del Parco delle Madonie e i rappresentanti della Città Metropolitana di Palermo – aggiunge D’Angelo – , vogliamo che quest’opera contribuisca alla valorizzazione del nostro patrimonio naturalistico e diventi uno degli attrattori turistici, dando a tutti la possibilità di godere di un panorama eccezionale”.Un’iniziativa che però non tutti hanno accolto positivamente, come si legge nei commenti sui social dove si è acceso un dibattito tra favorevoli e contrari. Tra critici c’è anche l’agronomo Giuseppe Barbera, che commentando una foto della panchina scrive: “A sottolineare chi domina la natura! Un intervento profondamente scorretto”. Secondo il geologo e guida ambientale escursionistica Giuseppe Ippolito, “la selletta della Mufara ormai sembra la periferia di Gallarate, con antenne, piste di vario genere, aree spianate e progetti grandiosi. La panchina è solo l’ennesimo scempio”. Critiche a cui rispondono diversi utenti secondo cui l’installazione, al contrario, può contribuire alla valorizzazione del territorio. E a chi parla di “scempio”, risponde l’associazione Pro Piano Battaglia e Madonie: “Lo scempio orribile sono le strade bucate, gli alberghi chiusi, le insegne stradali scolorite, i guard rail penzolanti”. Al di là delle polemiche, tredici anni sono passati da quando è stata realizzata la prima panchina gigante a Clavesana, nelle Langhe piemontesi, dove si trova la residenza e lo studio di Chris Bangle. Dal 2010 l’idea del designer americano è diventata un’esperienza collettiva e un circuito che unisce tutta Europa. “L’idea delle panchine fuori scala non è inedita, ma lo è il contesto – si legge sul sito internet della Fondazione Bbcp – . Il cambio di prospettiva dato dalle dimensioni della panchina fa sentire chi vi siede come un bambino, capace di meravigliarsi della bellezza del paesaggio con uno sguardo nuovo”. Secondo Bangle, “siamo così ossessionati dallo scoprire cose sempre nuove che spesso ci neghiamo l’interessante esperienza di sperimentare cose ben conosciute ma in un contesto diverso”.Così le panchine di Chris Bangle sono diventate parte di un circuito, con tanto di passaporto in cui collezionare timbri per ogni installazione visitata rilasciati dai promotori. Nel caso della panchina della Mufara il centro dedicato è il Rifugio Marini di Piano Battaglia. Tutte le “Big Bench” devono essere realizzate grazie a fondi o manodopera volontaria: “Nessun fondo pubblico (né comunale, né italiano, né della Comunità Europea) può essere usato per realizzare l’installazione – sottolineano dalla Fondazione – . La realizzazione della panchina può essere effettuata da qualunque artigiano seguendo i disegni che forniremo dopo aver approvato la location e dopo che l’iter amministrativo sarà completato”.Requisito fondamentale è la posizione isolata e immersa nella natura, con vista panoramica. L’accesso deve essere libero ed aperto 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 senza recinzioni e cancelli. I costi di realizzazione si aggirano intorno ai cinquemila euro a panchina e, per quanto riguarda i colori, a tinta unica o bicolore, devono essere scelti da una mazzetta proposta dalla Fondazione. “Tutto è iniziato come un progetto tra amici e vicini di casa, – spiega Chris Bangle – e adesso sta conquistando il cuore e la passione di molte persone, che difficilmente avrebbero immaginato di guardare un giorno le montagne e i vigneti italiani seduti su un pezzo di arredamento da esterni fuori scala”.