L’antica acropoli Hybla di Paternò insegue il sogno dell’Unesco

Nasce il comitato per la candidatura a Patrimonio dell’Umanità della collina, un tempo vulcano preistorico, scrigno di tesori e testimonianze archeologiche

di Marco Russo

1 Febbraio 2022

È un vulcano preistorico spento che domina la valle del Simeto. La collina su cui sorge Paternò, l’antica Hybla Major che ha origini antichissime, ancor prima dei Greci, si candiderà a diventare sito Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. È nato il comitato promotore per la candidatura dell’Acropoli di Paternò tra i tesori della World Heritage List. A renderlo noto è la sezione Hybla Major dell’Archeoclub d’Italia, presieduta dall’architetto Francesco Finocchiaro, che fa parte del comitato.

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Veduta di Paternò (foto Normangreek, Wikipedia)

“L’acropoli di Hybla, costituisce un unicum nel paesaggio etneo. Antico vulcano, formatosi prima dell’ Etna – spiega Finocchiaro – , costituisce una delle più importanti polarità del territorio. Cerniera alla scala geografica, guarda l’Etna e si pone come landmark iconico della sacralità del paesaggio. I suoi giacimenti culturali, archeologici, monumentali, antropologici, artistici e naturalistici lo candidano autorevolmente a diventare Patrimonio dell’Umanità”.
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Porta del Borgo (foto Normangreek, Wikipedia)

“L’obiettivo di questo comitato tecnico-scientifico – prosegue l’architetto – è quello di avviare un percorso di ricerca, di valorizzazione e di promozione al fine di candidare questo ecosistema integrato a Patrimonio dell’Unesco. Auspicando che tale lavoro, acceleri il processo di costituzione del Parco urbano dell’Acropoli e l’avvio di scavi archeologici sistematici per svelare il ricco patrimonio sommerso”.
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Gli argenti di Paternò

Del comitato, oltre a Finocchiaro, fanno parte l’artigiano della pietra lavica, Barbaro Messina; l’archeologa Rosalba Panvini; lo storico Francesco Giordano; il docente Salvo Lombardo, le studentesse Sofia Laudani e Maria Chiara Papa; la giornalista Mary Sottile e il sacerdote Salvatore Alì. Il gruppo sarà impegnato a sviluppare iniziative inclusive e partecipative per aggregare nuovi partner, coinvolgendo le istituzioni pubbliche e private, le professioni e le scuole, le associazioni e le università.
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Castello Normanno (foto Normangreek, Wikipedia)

Le origini di Paternò sono antichissime. Scoperte archeologiche testimoniano che le origini dei primi insediamenti nell’attuale città di Paternò risalgono all’epoca di Thapsos, che si colloca tra il 1050 e l’850 avanti Cristo. Scavi sulla collina, hanno evidenziato ritrovamenti di età preistorica, greca, romana, bizantina e normanna. L’Acropoli storica e monumentale, è considerata un vulcano preistorico spento, un nek di lava basaltica, sulla quale sono stati costruiti i monumenti più importanti e rappresenta un unicum suggestiva bellezza. Il nucleo originale dell’attuale centro abitato è tutto concentrato all’interno delle fortificazioni della collina normanna che conserva, a tutt’oggi, intatti tesori architettonici. Spicca fra tutti il castello costruito nel 1072 da Ruggero II, re dei Normanni, fulcro del rinnovamento edilizio e della prospera vita feudale.(Nella prima foto grande in alto, l’Acropoli di Paternò – foto Salvo Santangelo)