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I crocifissi mistici di frate Umile: dalla Sicilia nasce una rete che si allarga a tre regioni del Sud

In occasione delle celebrazioni dei quattrocento anni dall'inizio dell'attività artistica dello scultore Francesco Maria Pintorno, si sono riuniti i sindaci dei Comuni che ospitano le sue opere, non solo dalla Sicilia, ma anche da Calabria, Basilicata e Campania. Sottoscritto un documento per valorizzare la figura dell’artista di Petralia Soprana che creava in stato di estasi meditativa

di Maria Laura Crescimanno

6 Dicembre 2024

Frate Umile da Petralia, lo scultore Francesco Maria Pintorno, nato nel 1600 a Petralia Soprana, in occasione delle celebrazioni dei 400 anni dall’inizio dell’attività artistica, ha compiuto due miracoli. Il primo, portare la neve sulle alte Madonie dopo un estate ed un autunno di siccità che resteranno negli annali come i più caldi di sempre; il secondo, far incontrare una quindicina di sindaci per condividere un progetto di salvaguardia e promozione dei beni artistici perché siano sempre meglio conosciuti e fruibili dai visitatori.

Parliamo dei suoi splendidi crocifissi scolpiti nel legno, con quello sguardo del Cristo morente che sembra cambiare espressione ora sofferente, ora sereno, dipende da dove lo si ammiri. Sono trentadue i crocifissi a lui attribuiti e conservati nelle chiese non solo della Sicilia, ma anche della Calabria, della Basilicata e della Campania. Opere non ancora studiate a fondo, che di certo il frate realizzò andando nei santuari che oggi li espongono con orgoglio. Alcuni, però, andrebbero ridatati con esattezza, rintracciando una corretta biografia di questo mistico itinerante che visse soltanto 39 anni, morì a Palermo dove lavorò nel convento di Sant’Antonino, che tuttora conserva un altro dei suoi splendidi capolavori. Il frate, che lavorò giovanissimo a bottega e poi lasciò Petralia a 16 anni per entrare nel convento palermitano, eseguiva i crocifissi in legno dipinto quasi sempre in stato di estasi meditativa e dedicò la sua intera opera al dolore ed alla passione del Cristo in Croce.

Dettaglio del Crocifisso, chiesa di San Papino di Milazzo (foto Effems, licenza CC BY-SA 4.0)

In Sicilia, sulle Madonie tre delle sue opere più commoventi si possono  ammirare nella chiesa dei Santissimi Pietro e Paolo di Soprana, nella chiesa di  Santa Maria del Gesù a Collesano ed in quella di San Francesco dei Padri Riformati a Caltavuturo. Intanto, una mostra fotografica a cura del fotografo Damiano Macaluso, è allestita nel Palazzo Pottino di Soprana per tutto il periodo delle feste natalizie (visite dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 21). L’esposizione racconta l’intera opera del frate anche fuori dal territorio siciliano, con immagini di pregio legate ai borghi di appartenenza. Sono i luoghi che ospitano opere di frate Umile , ma anche di un altro autore madonita che collaborò con lui, frate Innocenzo. Dalla mostra si evince che le opere del frate interessano tutto il Sud Italia, sono infatti numerosi i borghi che conservano le sue opere: Polla (Salerno), Bisignano (Cosenza), Miglionico (Matera), Cutro (Crotone), Villafranca Tirrena e Milazzo (Messina), Campobello di Mazzara e Salemi (Trapani), Ferla (Siracusa), Agira (Enna), Caltavuturo, Collesano e le due Petralie (Palermo).

Ecce Homo custodito nella chiesa di Sant’Antonio Abate di Palermo (foto Effems, licenza CC BY-SA 4.0)

Alcuni dei crocifissi più noti recano la sua firma e data sul retro, di altri invece – sostengono gli esperti di storia dell’arte e gli storici della vita di frate Umile che hanno preso parte alle celebrazioni – andrebbe ripensata la paternità, alcuni infatti sembrano piuttosto da attribuire ad un altro scultore locale, frate Vincenzo. Così come andrebbero sfatate alcune convinzioni, come quella che vuole la spina conficcata sull’occhio essere un marchio distintivo della sua opera, elemento che invece frate Umile attinse dall’arte spagnola del periodo della controriforma, periodo nel quale il frate fu certamente immerso. Non è certo neanche un suo contatto con Caravaggio o con altri suoi allievi in Sicilia, nonostante la potente drammaticità e la portata sociale del suo lavoro.

C’è anche chi a frate Umile deve la sua ispirazione artistica, dunque, le scelte di vita e la professione. Colpisce infatti la testimonianza dello scultore petralese Vincenzo Gennaro, che oggi lavora a Bagheria, ma che tutti a Petralia Soprana oggi chiamano il maestro, e di come la sua attività artistica si sia legata alla figura del frate madonita. Da ragazzo, il giovane Gennaro si trovò per caso di fronte al crocifisso custodito inizialmente nella chiesetta del convento di Santa Maria del Gesù, che sorge accanto al cimitero, un monumento seicentesco oggi purtroppo in rovina, in attesa che partano i primi lavori di recupero almeno della chiesa, secondo un restauro annunciato dalla Diocesi di Cefalù.

La Chiesa Madre di Petralia Soprana

Gennaro, dopo l’incontro con il crocifisso, volle iniziare a studiare arte a Palermo, divenne poi artista, docente e scultore, ma frate Umile gli rimase nel cuore, come fonte di ispirazione e di studio in tutti i lunghi anni all’estero. Sino ai giorni nostri quando rientrato a Bagheria e sulle sue Madonie ha realizzato opere come la porta scolpita della banca di Sottana e la grande cometa nel belvedere di Soprana, che pare indicare il cielo. Il suo sogno resta ancora oggi  fare piena luce sulla vita e sull’opera di frate Umile, non ancora del tutto valorizzato come artista degno di tale nome.

In chiusura di manifestazione i sindaci hanno anche siglato un patto con il quale si impegnano a costituire una rete dei primi cittadini delle località con opere di frate Umile da Petralia. “Crediamo fermamente – è scritto nel documento proposto dal sindaco di Petralia Sottana, Pietro Macaluso, e firmato da altri primi cittadini – che l’unione delle nostre forze possa portare a risultati significativi per la valorizzazione del patrimonio culturale rappresentato da frate Umile da Petralia. Con questo impegno, desideriamo costruire un futuro in cui le opere dell’artista non solo siano preservate, ma anche celebrate e condivise con le generazioni future”.