È stato uno dei grandi protagonisti della pittura dell’Ottocento in Sicilia, dando vita a scorci e paesaggi mediterranei che risplendono di una luce unica. Adesso arriva una grande retrospettiva per metterne in risalto l’opera, nel suo articolato percorso artistico. “Antonino Leto. Tra l’epopea dei Florio e la luce di Capri”, questo il titolo della mostra che dal prossimo 13 ottobre al 10 febbraio 2019 sarà allestita nella Galleria d’Arte Moderna di Palermo.Saranno esposte circa 100 opere del pittore siciliano, che ripercorreranno tutte le tappe salienti della sua carriera artistica: dalla formazione a Napoli, dove si recò nel 1864, attratto dalla pittura di Giuseppe De Nittis, ai soggiorni a Roma e Firenze, dove, tra il 1876 e il 1878, collabora con la Galleria Pisani che diventa il maggior acquirente della produzione di quegli anni, fino alla tappa a Parigi, decisiva per l’affermazione sul mercato internazionale.

La mattanza di Favignana
Uno dei momenti più importanti della mostra, anche dal punto di vista storico,
sarà la ricostruzione dell’eccezionale rapporto tra Leto e la famiglia Florio, che sono stati i suoi maggiori mecenati. Questo consentirà di vedere in una nuova e speciale prospettiva la mitica epoca della Palermo Liberty o modernista e riflettere sulla complessità – attraverso opportuni confronti – di capolavori come “La mattanza a Favignana”, uno dei dipinti più intensi dell’Ottocento siciliano che, nella sua coinvolgente dimensione epica, rimanda alle pagine de “I Malavoglia” di Verga.Una particolare attenzione sarà riservata anche alla consacrazione nazionale del pittore attraverso gli acquisti da parte della casa reale e dello Stato. Verrà riconsiderata in ogni sua fase, attraverso l’esposizione degli studi preparatori,
la complessa genesi di un altro suo capolavoro “I funari di Torre del Greco” che venne presentato all’Esposizione Nazionale di Roma del 1883, oggetto di acquisizione pubblica per la Galleria Nazionale d’Arte Moderna. In quest’opera, messa a confronto con il dipinto di analogo soggetto, realizzato da Gioacchino Toma un anno prima, troviamo una dimensione epica determinata dalla rappresentazione e dalla riflessione sul mondo del lavoro nell’Italia postunitaria.Sarà ricostruita una parte della
produzione presentata alle Biennali di Venezia, in particolare quelle del 1910 e del 1924 che lo consacravano definitivamente a livello internazionale e lo inserivano nel circuito del collezionismo più prestigioso. La sua fama in questo ambito è legata soprattutto a paesaggi con vedute di Capri e per la prima volta sarà presentato uno dei capolavori di Leto, “Dietro la piccola marina a Capri”, originariamente acquistato dal principe Costantino di Grecia alla IX Biennale di Venezia.Capri fu il luogo dove amò ritirarsi definitivamente a partire dal 1890 con una scelta artistica e di vita condivisa con altri protagonisti della pittura moderna tra Otto e Novecento. Nel 1892 fonda il “Circolo Artistico” di Capri, insieme ad Augusto Lovatti, Bernardo Hay ed altri artisti, che scelgono come sede delle loro mostre l’Hotel Quisisana.
In quest’isola ispiratrice delle sue creazioni dove consuma l’ultima stagione della sua vita, Leto salda una pittura più densa e corposa, a macchia, dai forti contrasti di ombre e luci, come si evince dalle opere “Veduta dal giardino dall’Hotel Pagano” e “I Faraglioni a Capri”, entrambe concesse dalla Galleria Ricci-Oddi di Piacenza.La mostra, curata da
Luisa Martorelli, Fernando Mazzocca, Antonella Purpura e Gioacchino Barbera, è promossa dal Comune di Palermo, dalla Galleria d’Arte Moderna “E. Restivo”, in occasione di Palermo Capitale della Cultura 2018. L’inaugurazione è fissata per il 12 ottobre alle 19. La mostra sarà visitabile dal martedì alla domenica, dalle 9,30 alle 18,30.