Caravaggio e l’Ecce Homo ritrovato: un mistero che incrocia la Sicilia
Anche nell’Isola c'era un’opera attribuibile al pittore, come quella all’asta di Madrid. Faceva parte della collezione del principe Valdina
di Giulio Giallombardo
13 Aprile 2021
Intrecci e misteri lo accompagnano da sempre, chiaroscuri nella vita e nelle opere di un artista visionario. L’ultimo enigma su cui aleggia l’ombra di Caravaggio parte da Madrid, ma suggestioni e ipotesi portano fino in Sicilia. Tutto comincia pochi giorni fa, quando un Ecce Homo del 17esimo secolo, attribuito alla scuola di José de Ribera, stava per essere battuto per 1.500 euro nella storica casa d’asta Ansorena. Ma il lotto è stato ritirato dopo che più di uno storico dell’arte ha visto in quel Cristo che esce dall’ombra, con Ponzio Pilato e il carceriere alla spalle, la mano di Michelangelo Merisi. Da Maria Cristina Terzaghi, volata subito in Spagna, a Vittorio Sgarbi e Stefano Causa, i critici hanno pochi dubbi, anche se il quadro – che ha bisogno di interventi di pulitura e restauro – è ancora sotto analisi degli esperti del Prado, che vogliono vederci chiaro.
Ma al mistero dell’attribuzione si aggiunge quello della provenienza. Finito nella casa d’asta da una collezione privata, il quadro richiama un Ecce Homo dipinto a Roma da Caravaggio nel 1605 per il cardinale Massimo Massimi, finito poi a Napoli e quindi arrivato in Spagna, dove si erano perse le tracce. Ma al museo di Palazzo Bianco a Genova è conservata un’opera che ha la stessa attribuzione, lo stesso soggetto e la stessa presunta data della tela “salvata” dall’asta spagnola. Finora si pensava che fosse quello genovese l’Ecce Homo dipinto da Caravaggio per il cardinale Massimi, ma adesso si apre l’ipotesi che i quadri possano essere due.E qui spunta la suggestione siciliana che il quadro madrileno provenga, in realtà, dalla collezione del principe Andrea Valdina, un tempo custodito prima nel suo palazzo del centro storico di Palermo e poi nel castello di Roccavaldina, sui Peloritani. Un’ipotesi ispirata al racconto della storica dell’arte Valentina Certo, che ha approfondito il periodo messinese di Caravaggio, e ha citato i quadri di don Valdina nel libro “Caravaggio a Messina. Storia ed arte di un pittore dal cervello stravolto”, pubblicato da Giambra nel 2017.“Non abbiamo ancora nessuna certezza che il quadro di Madrid possa essere passato dalla Sicilia – dice la studiosa a Le Vie dei Tesori News – , né è mia intenzione suggerire piste o parlare di gialli. Io mi limito solo a evidenziare quanto ho raccolto durante i miei studi, basati su documenti ufficiali custoditi all’archivio di Stato di Palermo, dove è trascritto tutto l’inventario della famiglia Papè Valdina”. Le fonti – spiega la storica dell’arte – parlano di un Ecce Homo d’autore ignoto posseduto dal principe Valdina. Dopo la sua morte, il figlio Giovanni, che ereditò tutti i suoi beni, redasse un inventario sulle opere presenti nel palazzo di famiglia.Tra queste ci sono un “Christo con la croce in collo” attribuito a Caravaggio e un Ecce Homo che sembrerebbe dello stesso ciclo. Entrambi i dipinti furono trasferiti, nel 1672, al castello di Roccavaldina e, qualche anno dopo, Giovanni Valdina lasciò l’Italia per la Francia. Le ultime notizie si fermano al 1676, con l’ultimo principe si estinse il ramo principale della famiglia e delle opere si perse la traccia. “Certamente questo Ecce Homo di Madrid – ammette la studiosa – ha una qualità che potrebbe suggerire la mano di Caravaggio, ma non ho visto il dipinto di persona, dunque non posso fare alcuna ipotesi. Sappiamo che i Valdina avevano contatti un po’ in tutta Italia e anche in Spagna e che le due opere annotate da Giovanni Valdina misurano entrambe 5 palmi per 4, come il quadro spagnolo, anche se molti dipinti di committenza privata avevano queste dimensioni”.A avvalorare l’ipotesi di provenienza siciliana – suggerisce Valentina Certo – ci sono anche i tanti quadri di pittori caravaggeschi dell’Isola, come Mario Minniti, che hanno un’impostazione simile all’Ecce Homo spagnolo. “Il fatto che ci siano dei rimandi in quadri di pittori siciliani del ‘600, – ipotizza la studiosa – ci fa capire che questa tela, era in qualche modo collegata con l’Isola, magari realizzata o passata da qui. È ancora presto per dire se l’opera sia legata o meno alla Sicilia, ma, al di là di tutto, credo sia importante sapere che anche da noi c’era un Ecce Homo attribuibile a Caravaggio e che non sappiamo dove sia andato a finire. È una piccola storia che merita di essere raccontata”.