◉ CULTURA
Dai mestieri di una volta a Frank Sinatra: nasce la Rete siciliana dei musei comunali
Sono 85, tra piccoli borghi, paesi e città, ad aver aderito all’iniziativa della sezione regionale dell’Anci. Una sinergia che valorizza l’enorme patrimonio culturale materiale ed immateriale, oltre che paesaggistico ed enogastronomico, dell’Isola
di Redazione
5 Novembre 2024
Ci sono i mestieri scomparsi, le miniere e le zolfare, pizzi e ricami, collezioni archeologiche, ceramiche e opere d’arte. Un enorme patrimonio culturale materiale ed immateriale, oltre che paesaggistico ed enogastronomico, racchiuso in quasi duecento musei sparsi per 85, tra piccoli borghi, paesi e città della Sicilia. Ad oggi sono tanti i Comuni che hanno aderito alla neonata Rete dei Musei comunali della Sicilia promossa dalla sezione regionale dell’Anci. Gli spazi museali sono finora 177, ma il numero è destinato ad aumentare, nell’ottica di un sistema culturale territoriale integrato, condiviso e sostenibile.
La rete è stata presentata nei giorni scorsi nella Sala Mattarella del Palazzo Reale di Palermo, nel corso dell’evento “A Cielo Aperto. Sicilia Paesaggio Museale”. Presenti diversi rappresentanti delle istituzioni, sindaci, referenti museali, operatori culturali, tra cui Paolo Amenta, presidente di Anci Sicilia; Gaetano Galvagno, presidente dell’Ars; Roberto Lagalla, sindaco di Palermo; Francesco Paolo Scarpinato, assessore regionale ai Beni culturali, e Alessandra Priante, presidente dell’Enit.
L’iniziativa – spiegano dall’Anci Sicilia – vuole svelare “l’anima dei luoghi in cui si sono sedimentate le tante culture che hanno contribuito a plasmare un territorio straordinariamente sfaccettato e interessante. Accende i riflettori sull’importante sistema museale siciliano, sui suoi punti di forza e di debolezza e sulle strategie per la crescita, mettendo in evidenza il ruolo dei musei come luoghi di aggregazione, inclusivi e fondamentali per lo sviluppo sostenibile delle economie delle comunità locali. Incentiva anche il turismo delle radici, offrendo spazio alla tradizione culturale siciliana nella memoria collettiva a livello internazionale”.
Tra gli 85 Comuni che hanno aderito alla Rete, ci sono Collesano con il Museo della Targa Florio e la vicina Isnello, dove è nato “Trame di filo” sulla scia della teleria sacra e del corredo tessile. C’è anche Geraci Siculo, con il Musebarch, il museo Etnoantropologico delle Madonie ospitato nel seicentesco ex convento dei Padri Cappuccini. Lercara Friddi è presente con sei spazi museali, che vanno dal Museo delle Zolfare al “My Way Museum” dedicato Frank Sinatra, i cui nonni erano di Lercara. Nove musei della Rete si trovano a Montedoro, che spazia dai mesteri dimenticati alla Settimana Santa, dalla casa del contadino ai presepi. E ancora, c’è il museo archeologico e quello dei gessi di Sant’Angelo Muxaro; quello del Gattopardo a Santa Margherita di Belìce; la collezione di strumenti musicali multietnici ad Alcamo; il Museo della Mandorla di Avola e quello naturalistico di Castelbuono. A Custonaci, c’è il Museo del Marmo e delle Grotte, mentre scoprire abiti d’epoca bisogna andare al Museo del Costume e della Moda siciliana di Mirto.
Della Rete fanno anche parte, tra gli altri, Bagheria, Mazara del Vallo, Caltanissetta, Noto, Ciminna, Delia, Ficarra, Gangi, Sambuca di Sicilia, Francavilla di Sicilia, Licodia Eubea, Montemaggiore Belsito, Portopalo di Capo Passero, Prizzi, San Piero Patti, San Marco D’Alunzio, Savoca, Vizzini, Letojanni e Lampedusa.
“La Rete dei musei comunali della Sicilia – spiegano Paolo Amenta e il segretario generale dell’Anci Sicilia, Mario Emanuele Alvano – vuole presentare il museo come un luogo aperto di informazione e di promozione culturale all’interno del Comune, una porta di accesso non solo alle informazioni di carattere culturale ma anche a quelle legate alla tradizione enogastronomica. Il museo, quindi, come una vera e propria vetrina delle eccellenze del territorio”.