◉ STORIE

Il gioiello liberty nascosto nella Stazione centrale di Palermo

Delle tre originarie sale resistono soltanto gli affreschi in quella di prima classe, attribuiti a Rocco Lentini e ai suoi aiuti. Sulla volta sono ritratti diversi putti tra le nuvole che sostengono i simboli del telegrafo, delle ferrovie, della Marina e dell’Aeronautica. Al centro un ottagono più piccolo raffigura i segni zodiacali

di Emanuele Drago

10 Novembre 2023

di Emanuele Drago*

Ci sono luoghi e opere a Palermo che vengono dimenticate dalla storia e cadono in un inspiegabile oblio. Spesso sono luoghi molto vicini a noi, più di quanto non si possa immaginare. Uno di essi è la sala di prima classe della stazione centrale, a cui lavorò il pittore Rocco Lentini insieme alla sua squadra. Delle tre splendide originarie sale (va ricordato che, oltre alla sala di prima classe, v’era anche una sala di seconda e terza classe e un café restaurant) le decorazioni liberty della sala di prima classe sono le uniche ancora conservate.

Cassettoni affrescati nella sala di prima classe (foto Emanuele Drago)

Allora ci chiediamo perché, vista la loro particolare importanza, non sono quantomeno visibili a visitatori e turisti? Anche perché non si tratta di semplici decorazioni, ma di ornamenti la cui eleganza, come ebbe modo di sottolineare un articolo del Giornale di Sicilia di molti anni fa “non si riscontrava in nessun’altra stazione d’Italia”. Insomma, un vero unicum artistico la cui paternità va attribuita a Lentini e ai suoi aiuti. Si tratta delle stesse maestranze che in quel periodo operarono all’interno del Politeama Garibaldi e del Teatro Massimo e che a fianco di Lentini vide un certo Francesco Padovani e Nicolò Giannone.

La Stazione centrale di Palermo (foto Rino Porrovecchio, licenza CC BY-SA 2.0)

A chi ha avuto la fortuna di ammirare questi affreschi che si trovano all’interno della sala, non sarà passata inosservata la splendida volta dentro i cui quattro riquadri a cassettoni sono ritratti diversi putti tra le nuvole che sostengono i simboli del telegrafo, delle ferrovie, della Marina e dell’Aeronautica; mentre al centro, invece, un ottagono più piccolo raffigura i segni zodiacali. Anche le pareti sono arricchite da imitazioni di bronzi e stucchi che ritraggono Meli, Bellini, Michelangelo, Raffaello e Galilei. Peccato che delle tre originarie sale d’aspetto questo è l’unico gioiello che ci è rimasto. Infatti, ormai perduti sono gli affreschi che abbellivano la sala di seconda classe; affreschi che, oltre a rappresentare i più importanti monumenti della città, ritraevano i principali scienziati vissuti tra il Settecento e l’Ottocento.

Purtroppo, di queste decorazioni del caffè della stazione di Palermo non esiste più alcuna traccia, pertanto, se ne può avere solo una vaga immaginazione guardando a un altro celebre locale che venne realizzato in quello stesso periodo dallo stesso gruppo di artisti. Ci riferiamo alle decorazioni del caffè che si trova all’interno del Teatro Massimo.

Affreschi nel peristilio all’ingresso di via Balsamo

Speriamo che questa lotta contro all’oblio riaccenda, dopo l’ultimo lontano restauro, anche i colori ormai spenti dello splendido soffitto a tempera che decora la volta dell’atrio del peristilio che si affaccia su via Balsamo. Un’opera realizzata sempre da Rocco Lentini e in cui è possibile ammirare al centro i simboli delle città di Palermo e Napoli e, ai lati, all’interno delle diverse vele, i simboli delle principali città siciliane, con le relative distanze chilometriche dal capoluogo dell’Isola.

*Docente e scrittore