Il telescopio della discordia sulle Madonie, corsa contro il tempo per il via libera
13 Marzo 2023
L’Agenzia Spaziale Europea ha fretta di realizzare l’opera in cima a Monte Mufara, ma nell’area vige il vincolo di inedificabilità. I sindaci sollecitano il governo regionale a fare presto, mentre gli ambientalisti restano compatti contro il progetto
di Marco RussoÈ appeso a un filo il progetto del FlyEye, il telescopio che l’Agenzia spaziale europea vuole costruire a 1860 metri in cima a Monte Mufara, in piena zona A del Parco delle Madonie. L’occhio tecnologico che scruterà lo spazio in cerca di asteroidi e altre minacce, potrebbe non nascere in Sicilia. L’Agenzia Spaziale Europea ha fretta di realizzare l’impianto che avrebbe dovuto essere operativo già due anni fa e incalza le istituzioni siciliane, minacciando di costruirlo alle Canarie. Dall’altro lato, la Regione ha ribadito la volontà di autorizzare l’opera: “Un’occasione di grande visibilità a livello mondiale per la nostra Isola che non intendiamo assolutamente perdere”, ha dichiarato il governatore Renato Schifani.
In mezzo ci sono le proteste delle associazioni ambientaliste che hanno sollevato non pochi dubbi sulla legittimità dell’infrastruttura, prevista in un’area naturale dove esiste un vincolo di inedificabilità. “Il progetto proposto – si legge in un nota firmata da Cai, Gre, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Rangers e Wwf – si estenderebbe su una superficie di 800 metri quadri, di cui 360 per un piazzale, con 3.540 metri cubi di volume edilizio e un’altezza di oltre 13 metri fuori terra, con annessa una pista carrozzabile per l’accesso alla sommità della Mufara. Tutto questo non solo in piena zona A di tutela integrale del Parco delle Madonie, ma addirittura in area boscata e nelle fasce di tutela esterna a inedificabilità assoluta come recentemente ribadito dalla Corte Costituzionale che con la sentenza n. 135 del 26 aprile 2022 ha dichiarato illegittime le norme regionali con cui si volevano cancellare i vincoli di tutela sulle aree boscate”.Proprio questa sentenza – sottolineano le associazioni ambientaliste – ha portato al parere negativo sulla realizzabilità dell’opera rilasciato dalla Soprintendenza ai Beni culturali di Palermo. “Tra l’altro l’opera sul piano giuridico è tutt’altro che strategica tanto che il progetto – aggiungono gli ambientalisti – è stato presentato non secondo le procedure delle opere pubbliche dichiarate di interesse nazionale, ma allo Sportello Unico Attività Produttive dei comuni delle Madonie, come un qualunque piccolo esercizio commerciale”.Le associazioni ambientaliste ribadiscono di non essere contrarie alla previsione di un osservatorio astronomico sulle Madonie, né tanto meno alle attività di ricerca scientifica, ma “vanno rispettate le leggi di tutela ambientale e paesaggistica e la Mufara va preservata da simili opere che la distruggerebbero irrimediabilmente”.Nello stesso tempo, una ventina di sindaci del territorio, preoccupati anche per il futuro del Gal Hassin, il centro di ricerca astronomico di Isnello, hanno chiesto al governatore Schifani di “attivarsi concretamente” per realizzare l’opera, considerata “una grande opportunità di crescita culturale, sociale ed economica” per il territorio. “La collocazione del telescopio Fly Eye su Monte Mufara – scrivono i sindaci – è stata condivisa da tutto il territorio madonita, dal Parco delle Madonie, dai sindaci dei Comuni madoniti, che in numerosi tavoli tecnici tenuti sia nella sede del Parco delle Madonie, nonché in Consiglio del Parco, sia presso la sede dell’assessorato regionale per il Territorio e l’Ambiente, hanno espresso la ferma volontà di procedere con la installazione del telescopio, superando financo talune criticità, che erano state sollevate. Le norme attualmente in vigore consentono in tutto il territorio di Parco ampliamenti e realizzazioni di strutture necessarie alla ricerca scientifica”.La Regione sembra comunque intenzionata a trovare una soluzione per la realizzazione dell’opera. Per superare i vincoli – fa sapere il presidente Schifani – “il governo regionale ha proposto, durante l’esame della Finanziaria, un’apposita norma la cui approvazione, da parte dell’Ars in maniera diversa dalla sua originaria formulazione, però, non ha consentito di derogare alle disposizioni vigenti. Stiamo già procedendo a perfezionare il provvedimento e nel contempo abbiamo avviato anche un’interlocuzione con il ministero dei Beni culturali, competente per materia. Proprio più di un mese fa, avevo rassicurato in tal senso il presidente dell’Agenzia spaziale italiana, Giorgio Saccoccia, sull’intendimento della Regione a trovare la soluzione”.Il telescopio Neostel – Fly Eye sarà capace di osservare allo stesso tempo in una sola immagine, una zona di cielo equivalente a 180 “lune piene” con la capacità di raccogliere la luce di un telescopio della classe del metro. “Queste caratteristiche sono fondamentali per accelerare il tasso di scoperta degli asteroidi vicini alla Terra – ha spiegato Giuseppe Mogavero, presidente della Fondazione Gal Hassin – . Noi conosciamo solo in parte questa popolazione di oggetti, e dobbiamo completarne la catalogazione e lo studio nel più breve tempo possibile. La stragrande maggioranza delle scoperte di questi corpi sono appannaggio degli osservatori americani e l’Europa sta attualmente contribuendo solo in minima parte a questa impresa. Il telescopio Fly Eye andrà a riequilibrare questa situazione, contribuendo alla protezione del nostro Pianeta”.