Il triste destino di Villa D’Aguanno: ieri gioiello liberty, oggi rudere

15 Dicembre 2020

Sembra una delle tante costruzioni abusive presenti in città, ma un tempo era un raffinato edificio dei primi del Novecento, oggi in abbandono

di Giulio GiallombardoVisto oggi sembra lo scheletro di una villa abusiva. Un guscio vuoto prossimo alla demolizione. Invece era uno dei tanti gioielli liberty di Palermo, una raffinata dimora che guardava il mare, adagiata sulle pendici di Monte Pellegrino. Il passato dorato di Villa D’Aguanno, il ricordo di com’era, è immortalato soltanto in alcune fotografie d’epoca e nella memoria di qualcuno. Quello che sopravvive oggi è solo il suo involucro, la struttura architettonica privata di ogni elemento decorativo. Spogliato della sua identità, sembra quasi un edificio razionalista, che ricorda vagamente le architetture metafisiche dei paesaggi urbani di Giorgio De Chirico.

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Villa D’Aguanno, l’edificio come appare oggi (foto Giulio Giallombardo)

Poco o nulla si sa della sua storia. Faceva parte delle ville padronali liberty di via Bonanno, che sorgevano vicino a dove si trova l’attuale sede del Corpo forestale. Costruita nel primo decennio del Novecento, in posizione panoramica, con terrazza semicircolare e una torretta belvedere, Villa D’Aguanno è stata progettata, con molta probabilità, dall’architetto Ernesto Armò, allievo di Ernesto Basile.
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Villa D’Aguanno in una foto storica della collezione di Enrico Di Benedetto

Il primo proprietario – ricorda Giuseppe Di Benedetto, professore associato di Composizione architettonica e urbana al Dipartimento di Architettura dell’Università di Palermo – fu il giurista trapanese Giuseppe D’Aguanno, professore “pareggiato” di filosofia del diritto e di diritto civile della Regia Università di Palermo e membro della Accademia di scienze lettere ed arti. “Proprio nel volume VIII degli atti dell’Accademia del 1949, – afferma Di Benedetto – si fa riferimento al villino D’Aguanno e si apprende che, a quella data, era avvenuto un passaggio di proprietà”.  Da allora inizia un lento declino che arriva fino ai nostri giorni. La villa adesso è irriconoscibile e solo con una buona dose di immaginazione si può ricostruire nella mente l’aspetto di una volta. Non c’è più traccia dell’antico cancello d’ingresso su cui era scritto “mon rêve” (“mio sogno” in francese), da cui si accedeva a un giardino rigoglioso dominato dalla villa. L’unico elemento originario all’ingresso è un capitello decorato che sormonta uno dei due pilastri del nuovo cancello. All’interno, dove prima c’era il giardino, negli anni sono state costruite alcune abitazioni, mentre il villino è via via caduto sempre più nell’abbandono.
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Villa D’Aguanno, l’edificio oggi (foto Giulio Giallombardo)

Oggi è rimasto soltanto l’intonaco esterno. Sono spariti tutti gli infissi, le decorazioni e anche il balcone del primo piano. All’esterno si intravedono soltanto le ringhiere della terrazza panoramica, quelle sulla torretta belvedere e una scala a chiocciola che porta sul tetto. Lo stesso abbandono si scorge anche all’interno, dove tutto sembra sparito. “Ricordo che già negli anni ’90 del secolo scorso si trovava così come lo vediamo oggi, passando da lì, mi accorsi di questo abbandono e fu tale il dispiacere che non ne volli sapere più nulla”, ammette Ettore Sessa, professore di storia dell’architettura all’Università di Palermo e tra i massimi esperti del liberty in città.
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Villa D’Aguanno, il cancello d’ingresso oggi (foto Giulio Giallombardo)

Ricostruire la storia dell’abbandono del villino è impresa quasi impossibile, una vicenda dai contorni nebulosi difficile da dipanare. Altri ricordi affiorano sui social, con le foto del villino pubblicate in alcuni post su vari gruppi di Facebook. Tra i commenti, c’è chi ricorda che la villa sia stata sede negli anni Sessanta di una colonia estiva; c’è anche chi ha letto un annuncio di vendita online e chi afferma che, anni addietro, le decorazioni furono rimosse per un “aggiornamento stilistico” dell’edificio. Tante ipotesi scalzate da una sola certezza: l’ennesimo scempio di un tesoro liberty della città.