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Il volto di Kuntisa: inaugurato il murale che rinnova la tradizione arbëreshë

L'opera di Igor Scalisi Palminteri trasforma una figura di donna in un simbolo di resistenza culturale. Attraverso dettagli come l’abito tradizionale e i gioielli, l'affresco urbano racconta secoli di migrazioni e identità preservate a Contessa Entellina. Un ponte tra passato e futuro, dove arte e comunità si incontrano

di Marco Russo

28 Aprile 2025

Un volto emerge dalla parete come una preghiera silenziosa. Gli occhi, profondi e intensi, sembrano attraversare i secoli, custodendo nel loro sguardo l’essenza di una cultura che resiste: quella arbëreshë. L’immagine, carica di simbolismo, ritrae una donna avvolta in un abito tradizionale, intriso di ricami che narrano storie di migrazioni, coraggio e identità. Non è un semplice ritratto, ma un monumento alla memoria collettiva di un popolo che, da oltre cinque secoli, preserva la sua eredità a Contessa Entellina, Kuntisa in lingua arbëreshë.

Il murale realizzato dal pittore Igor Scalisi Palminteri e finanziato dal Comune di Contessa Entellina, grazie ad un contributo dell’assessorato regionale ai Beni Culturali, si trasforma in un ponte tra generazioni. Ogni dettaglio, dalla tessitura dell’abito ai gioielli tradizionali, evoca mani antiche: quelle delle donne che, di madre in figlia, hanno tramandato l’arte del ricamo e del custodire. “Kuntisa non è solo un nome: è presenza”, sottolineano dall’amministrazione comunale. E infatti, nella sua fissità, la fiera figura sembra sussurrare con dolce fermezza: “Jam rtü. Io sono qui”.

Il murale Kuntisa di Igor Scalisi Palminteri

“Lei è madre, figlia, sorella – spiega l’artista – . È donna che custodisce e rinnova. L’oro che colora la cornice è luce, è legame tra passato e futuro”. È colei che tiene viva la lingua arbëreshë, parlata ancora oggi nelle case di Contessa Entellina. È la donna che indossa l’abito tradizionale con il corpetto ricamato e il copricapo nuziale, trasformando il proprio corpo in una pagina di storia. Ma non è solo simbolo del passato. Kuntisa incarna anche il dinamismo di una cultura che, pur radicata nella tradizione, dialoga con il presente. Le sue mani, seppur immobili, sembrano pronte a tessere nuovi fili, a intrecciare eredità e modernità.

Fondata nel 15esimo secolo da esuli albanesi in fuga dall’avanzata ottomana, Contessa Entellina è oggi una delle ultime isole linguistiche arbëreshë in Sicilia. Qui, il rito bizantino convive con quello latino, e il doppio calendario festivo – greco e romano – scandisce l’anno. L’opera dedicata a Kuntisa celebra questa duplice appartenenza, trasformandosi in un manifesto di resistenza culturale.

Soddisfatto il sindaco Leonardo Spera che ha ringraziato tutti quelli che hanno reso possibile la realizzazione dell’opera, a partire dall’artista Igor Scalisi Palminteri che ha dipinto il murale con Nino Carlotta e Danilo Alongi e tutta l’amministrazione comunale con l’assessore alla Cultura e all’Identità arbëreshë, Carolina Lala. Con una parte del finanziamento regionale è stato commissionato all’artista delle icone, Vincenzo Bruno, un mosaico che raffigura la Madonna dell’ Odigitria e che presto sarà inaugurato.