In vendita cappella liberty nascosta nel centro di Palermo
In un piccolo cortile, circondata dai palazzi, la chiesetta appartenuta ai coniugi Lo Bianco e adesso tra i beni dell'Istituto Diocesano per il sostegno del Clero, è in cerca di nuovi proprietari
di Giulio Giallombardo
4 Luglio 2022
È nascosta in un piccolo cortile nel centro di Palermo, circondata dai palazzi, in una delle zone più calde della movida. È una piccolissima chiesa dal gusto liberty, costruita un secolo fa come rifugio per una coppia di coniugi in cerca di conforto dopo la perdita dei loro giovani figli. Un intimo tempio della memoria e degli affetti, che ancora oggi affascina e sorprende. È la cappella Lo Bianco, in via La Lumia, adesso di proprietà dell’Istituto Diocesano per il sostegno del Clero, ente che ha deciso di metterla in vendita al prezzo di 135mila euro.
L’annuncio è apparso online e rilanciato sui social, animando un vivace dibattito. “Quello che sto per mostrarti – si legge nel commento dell’inserzionista – è un piccolo gioiello nascosto nel centro di Palermo. Non ti parlo di un appartamento, di una bottega, di un locale o altro ancora. Nulla che tu abbia già letto o sentito. Quello che vedi è un luogo pieno di storia. Una cappella privata, costruita in pieno stile Liberty nel 1923”.Alla cappella, indicata nell’annuncio come “proprietà rustica”, si accede da un cancello su via La Lumia, a due passi da via Libertà. Aperta e visitabile solo in pochissime occasioni agli inizi del 2000, la chiesetta è una di quelle nate a Palermo nel primo ventennio del Novecento, a servizio di residenze alto borghesi. Fu fatta costruire nel 1923 da Giovanni e Rosa Lo Bianco, per ricordare i loro due figli morti prematuramente durante un’epidemia di spagnola.La nascita delle chiese private nei primi anni del secolo scorso – come spiega l’architetto Lelia Collura in un articolo di Salvare Palermo – si deve alla legge che nel 1866 soppresse gli ordini e le corporazioni religiose. “Si verificò a livello privato un crescente interesse per piccoli luoghi di culto, spesso cappelle o chiesette, – scrive l’architetto – che ebbero in comune tra loro, oltre le modeste dimensioni d’impianto, anche l’epoca di realizzazione: il primo ventennio del nuovo secolo. L’uso di annettere alle residenze di un certo prestigio piccole cappelle private, era stato retaggio dell’architettura dei palazzi nobiliari e delle ville del Settecento”.Le linee semplici dell’esterno, con un portoncino sormontato da una lunetta e un piccolo campanile in mattoni, contrastano con la raffinatezza dell’interno. Nella sala – prosegue Collura – “si percepisce un tardo sapore liberty nelle decorazioni alle pareti e al soffitto, nei perfili dorati che evidenziano il lieve risalto degli elementi architettonici, nelle belle vetrate colorate dai disegni geometrici. L’iconografia presente è della più classica: gli affreschi con i volti di quattro santi scandiscono simmetricamente la piccola navata, mentre sul soffitto un’elegante cornice di spighe e nastri, inquadra una scena con angioletti che adornano l’Eucaristia e un Agnus Dei. Vi sono poi putti e fastigi dorati sull’altare, acquasantiere a forma di conchiglia, un quadro-luci che è un vero capolavoro di impiantistica dell’epoca”.La cappella in funzione fino agli anni ’60 del Novecento, rimase abbandonata per anni fino a quando cittadini, associazioni e istituzioni si mossero per salvarla. È del 2003 il restauro finanziato dall’assessorato regionale ai Beni Culturali, per il recupero della cappella, che si trovava in condizioni di degrado. Gli affreschi erano stati danneggiati dalle infiltrazioni d’acqua piovana e il controsoffitto in corrispondenza dell’altare era parzialmente crollato. Ormai chiusa da anni, la cappella adesso è in cerca di nuovi proprietari.(Foto Giulio Giallombardo)