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La Madonna del Carmelo torna nel cuore di Ballarò, restaurata preziosa tela del Quattrocento

L’olio su tela di Tommaso De Vigilia è di nuovo esposto nella chiesa del Carmine Maggiore, dopo il recupero e la pulitura a cura della Fondazione Sicilia, attraverso l’Art Bonus. È emersa nel dipinto una figura che potrebbe essere un autoritratto dell’autore. Il quadro è stato portato in processione dai membri della confraternita

di Guido Fiorito

12 Dicembre 2024

Un restauro per ricostruire la storia di un’opera, per ritrovare il suo aspetto originale, forse addirittura per scoprire un autoritratto dell’autore dopo oltre cinque secoli dalla sua realizzazione. La Madonna del Carmelo e santi carmelitani di Tommaso De Vigilia, dipinta nel 1492, è tornata dopo otto mesi nella chiesa del Carmine Maggiore nel cuore di Ballarò, a Palermo. Il restauro è stato sostenuto da Fondazione Sicilia, attraverso l’Art bonus, presieduta dalla storica dell’arte Maria Concetta Di Natale, che, proprio 50 anni fa aveva iniziato la sua carriera studiando le opere del pittore palermitano, tra i più importanti dell’epoca in Sicilia dopo Antonello da Messina. Quando per fare i raggi X a un quadro – come ha ricordato – si andava dal radiologo del Policlinico.

Un’opera amata dai devoti

L’opera restaurata

“Il restauro ha svelato tanti segreti – dice Di Natale -. Fu dipinta per una chiesa preesistente a quella di oggi che è stata costruita nel Seicento sotto la direzione di Smiriglio. L’opera passa nella nuova chiesa nel 1661 e viene impreziosita da una manta d’argento realizzata da due argentieri di valore che operavano in città, il tedesco Paolo Memingher e Rocco Ritundo”.

Dopo un primo restauro è inserita in una cappella a lei consacrata, incorniciata dagli stucchi dei fratelli Serpotta, con una nuova cornice. Un quadro che suscita grande devozione, tanto da essere carico di ex voto e da mettere in moto i ladri che portano via manta e altri argenti, strappando gli ex voto e danneggiando la tela.

Da qui un secondo restauro di Aloisio Pezzillo nel 1868. “A quel tempo si usava il restauro di ripristino – spiega Di Natale – che stravolse l’opera ridipinta in molti punti. Inoltre Pezzillo attribuì l’opera agli allievi di De Vigilia, ingannato dal Mongitore che, sbagliando, aveva scritto che l’opera originale era una tavola e non una tela. Così ridipinse una nuova iscrizione, togliendo la firma originale dell’autore”.

Spunta il presunto autoritratto dell’autore

Il particolare dove si vede a destra il presunto autoritratto dell’autore

Il restauro ha recuperato l’opera originale anche se della firma di De Vigilia non rimangono più tracce leggibili. La pulitura ha riservato sorprese come una figura borghese che fa capolino seminascosta da una colonna dietro le monache. “Potrebbe essere un autoritratto dell’autore, la figura con una sorta di cappello è completamente estranea alla storia che viene rappresentata”, dice Franco Fazzio che ha effettuato il restauro. L’opera (alta 2,7 metri e larga 2,05) è stata dipinta su tre tele, cucite tra loro, che hanno le dimensioni delle tre parti in cui è divisa: al centro la Madonna del Carmelo con bambino e ai lati le otto storie dei carmelitani nei riquadri. “L’opera – dice Fazzio – è uno dei primi esempi olio su tela. Pezzillo aveva ridipinto il fondo in blu di Prussia, il viso della Madonna e del bambino, dorato i raggi che la contornano. Abbiamo usato i raggi x per vedere i volti originali che sono riemersi dopo la pulitura stratigrafica. Pezzillo aveva pure modificato le loro espressioni, adesso la Madonna ha un lieve sorriso che prima non esisteva”.

Il quadro portato in processione

L’opera portata in processione prima di essere ricollocata

Un quadro importante per i fedeli, come spiega Piero Leta, rettore della chiesa del Carmine Maggiore: “I carmelitani nascono dopo il Mille come comunità di ex crociati e pellegrini sul monte Carmelo in Palestina, legato alla storia biblica del profeta Elia, Il quadro è come la tavola di un cantastorie e racconta la formazione di un ordine carmelitano riconosciuto dal Papa, dapprima contrario ma convinto dall’apparizione della Madonna del Carmelo”.

Particolare dell’opera prima e dopo il restauro

La presentazione del restauro si è conclusa con il quadro portato in processione nell’interno della chiesa dai membri della Confraternita di Maria Santissima del Monte Carmelo sotto il titolo della Bara, fondata nel 1735, che, in occasione della festa, l’ultima domenica di luglio, fanno girare per il quartiere una statua che la raffigura incoronata con il bambino. Il quadro di De Vigilia è stato, infine, issato verso il suo posto nella cappella ma non ancora collocato nel riquadro. Resta il dubbio se aggiungere il cancello a cornice dorata, originario del tempo dei Serpotta, che evidenzia le varie parti dell’opera, ma ne copre alcuni punti, per esempio le figure di Elia ed Eliseo che guardano dall’alto la Madonna.