◉ CULTURA

Le “fake news” siciliane secondo Gaetano Basile

In libro edito da Kalòs, l'autore e divulgatore palermitano, partendo da un mazzo di tarocchi, passa in rassegna una carrellata di vicende storiche siciliane considerate vere per tradizione e in realtà false o esagerate

di Redazione

24 Novembre 2025

Oggi le chiamano fake news, Gaetano Basile recupera il termine “minchiate”, che ha una rispettabile tradizione. L’autore ritrova un antico mazzo di tarocchi dal nome “minchiate fiorentine” ed ecco l’illuminazione. La parola “minchiate” è di origine siciliana, con il significato di cosa sciocca, sproposito, frottola. Tarocco significa anche falso. In più del mazzo dei tarocchi esiste una importante versione siciliana. Da qui l’idea di “Svelato l’arcano – Un viaggio tra le mischiate siciliane” (edito da Kalòs), un libello polemico-satirico, ovvero un pamphlet, di poche pagine per non tediare, su vicende storiche siciliane considerate vere per tradizione e in realtà false o esagerate. Appunto autentiche “minchiate”.

La copertina del libro

Ed ecco sfilare i giganti di Sicilia, i coccodrilli di Palermo, Aretusa, la via Gioiamia, la cassata, il tesoro della Zisa, i Beati Paoli, la spada di Bonello e tante altre storie in cui Basile si diverte a recuperare l’origine della “minchiata” e il suo successo nel tempo. Un esempio? Il termine lupara sconosciuto e improvvisamente reso popolare dai giornalisti negli articoli dei delitti di mafia a partire dagli anni Sessanta. Come quando si pesca una carta dal mazzo, allo stesso modo il lettore sarà libero di scegliere una “minchiata” e scoprire in che modo certe notizie siano diventate parte integrante (e talvolta fondante) della nostra storia. Ecco svelato l’arcano.

“La minchiata è sempre in agguato – scrive Basile – . Non rispetta neppure uomini di Chiesa e presidenti, romanzieri celebrati, oratori sapienti e presentatori tivvù. E tutti la temono: è una specie di mina antiuomo, ci si inciampa anche. Ci sono le minchiate in pianta stabile, quelle difficilissime da sradicare: si tramandano addirittura nei secoli. Sissignore. Ce ne sono di millenarie”.

L’AUTORE

Gaetano Basile, palermitano doc, è giornalista e autore di testi teatrali, ma anche enogastronomo appassionato, affabulatore affascinante. Ha alle spalle un’intensa attività giornalistica televisiva come divulgatore della cultura siciliana. Ha scritto di Sicilia e di Palermo, di cucina e di cavalli, di storie e storie, con toni lievi, talora graffianti, mai seriosi. Ha diretto la rivista di etno-antropologia “Il Pitrè”; oggi collabora con la Rai e numerose testate nazionali ed estere. Ha scritto 51 libri. Con Kalós ha pubblicato anche i seguenti altri titoli: “Gaetano Basile racconta. Memorie, storie e usanze di una Sicilia che non c’è più”; “Il cibo è festa” (con Anna Maria Musco Dominici); “Palermo. I quattro mandamenti” (insieme ad Adriana Chirco); “Frugando tra i mercati di Palermo. Una foto una storia” (con Andrea Ardizzone). Di recente è nato il Centro studi Gaetano Basile per custodire e diffondere la sua eredità di ricercatore e testimone della cultura e della memoria popolare della Sicilia. Vive e lavora a Palermo.