Le grandi città italiane fanno rete per la cultura
A un anno dall’inizio della pandemia, gli assessori di dodici Comuni lanciano un appello al nuovo governo per azioni concrete a sostegno del comparto
di Marco Russo
19 Febbraio 2021
Un filo diretto con il governo nazionale per rilanciare la cultura. A un anno dall’inizio della pandemia, le amministrazioni comunali delle grandi città italiane lanciano un appello al nuovo esecutivo guidato da Mario Draghi per attivare azioni concrete a sostegno del comparto culturale. Lo hanno fatto con alcune proposte presentate questa mattina dagli assessori alla Cultura di dodici Comuni italiani, riuniti in coordinamento.
Da Torino a Napoli, da Milano a Bari, da Cagliari a Palermo, gli assessori hanno interloquito nei mesi scorsi sia con il Ministero che con l’Anci e la richiesta è unanime: un protocollo unico per le aperture di musei e luoghi della cultura, che venga sottratta alle mutevoli fasce di rischio indicate con i colori, giallo, arancione e rosso, a cui ormai si è abituati. Un’alleanza tra governo centrale e territori, in cui i Comuni vogliono condividere la propria conoscenza capillare del mondo culturale e delle sue problematiche, ponendo le basi e stabilendo insieme i protocolli per una ripresa il più possibile certa, rapida e omogenea in tutto il territorio nazionale.A lavorare in sinergia sono gli assessori: Luca Bergamo (Roma), Filippo Del Corno (Milano), Francesca Leon (Torino), Ines Pierucci (Bari), Paola Mar (Venezia), Tommaso Sacchi (Firenze), Paolo Marasca (Ancona), Matteo Lepore (Bologna), Paola Piroddi (Cagliari), Eleonora De Majo (Napoli), Barbara Grosso (Genova), Mario Zito (Palermo). Le proposte presentate al governo, che ha riconfermato Dario Franceschini alla guida dei Ministero dei Beni Culturali, sono principalmente tre. La prima – come già detto – riguarda la garanzia dell’apertura dei luoghi di cultura con un protocollo unico. “Questo – hanno sottolineato gli assessori – eviterebbe la reversibilità delle aperture, a meno di situazioni particolarmente gravi, garantirebbe la continuità del presidio culturale sul territorio, assicurerebbe il lavoro e fiducia, darebbe sostanza al diritto inalienabile alla cultura”.Poi, le amministrazioni chiedono l’apertura degli istituti museali e dei luoghi di cultura anche nei weekend, nel rispetto di ogni norma prevista e in attesa dell’auspicato protocollo unico. “Un intervento necessario per la sostenibilità del lavoro culturale – sottolineano gli assessori – per garantire la continuità nella conservazione del patrimonio, per consentire l’accesso ai luoghi di cultura a tutti i lavoratori del Paese, e quindi il pieno rispetto del diritto alla cultura”. Poi, è auspicata la costituzione di un tavolo permanente degli enti locali in costante dialogo con il Ministero alla Cultura e, nell’ambito del nuovo assetto dei sottosegretariati ministeriali, la creazione di un sottosegretariato con delega ai rapporti con Anci e enti locali, come già avvenuto in passato per il turismo.Inoltre, gli assessori propongono la creazione di un fondo speciale destinato alla ripartenza delle città sul piano culturale. “Queste proposte nascono dall’esperienza di governo locale e dall’impegno continuo e costante nella tutela della produzione, della programmazione e del lavoro culturale – affermano – . Con il senso pratico che distingue il mondo delle città, a un anno dall’inizio della nostra collaborazione, vogliamo allinearci a quanto sostenuto dal presidente del Consiglio Mario Draghi nella replica al Senato: ‘Il rischio è di perdere un patrimonio che definisce la nostra identità. Molto è stato fatto, serve fare ancora di più’”.