◉ HO SCELTO IL SUD
Nello studio di Andrea Masu, l’artista delle incompiute siciliane
Nel cuore di Palermo, nei locali di quello che fu uno dei depositi della storica cartolibreria De Magistris, insieme ad altri creativi ha dato vita a uno spazio di lavoro dove le idee prendono forma. Con il collettivo Alterazioni Video, ha documentato quasi mille opere iniziate e mai terminate
Di Redazione
29 Gennaio 2024
Video realizzato da Fuoririga
Combinare le pratiche artistiche con la funzione sociale e alternativa dei nuovi media. Andrea Masu è un artista e attivista che, con il collettivo Alterazioni Video, è andato in lungo e in largo alla ricerca delle tante opere incompiute siciliane. Nel cuore di Palermo, nei locali di quello che fu uno dei depositi della storica cartolibreria De Magistris, insieme ad altri artisti e creativi, ha creato lo Studio Bellotti, uno spazio di lavoro dove le idee prendono forma. E nonostante il successo, Andrea Masu ha deciso di rimanere nella “sua” amata Sicilia.
La sua storia è tra quelle della rete Ho scelto il Sud, progetto della Fondazione Le Vie dei Tesori, sostenuto dalla Fondazione con il Sud, che riunisce le testimonianze di chi è rimasto o è tornato in Sicilia per portare avanti progetti innovativi.
Con il collettivo Alterazioni Video, Masu ha documentato quasi mille opere iniziate e mai terminate. Opere concepite come opportunità di sviluppo, specie nel secondo dopoguerra, ma rimaste interrotte per svariati motivi. Molte di queste incompiute si trovano in Sicilia e l’artista palermitano, con l’opera Incompiuto Siciliano, è andato a mapparle, mettendo in risalto quanto queste, oggi, rappresentino un patrimonio culturale e artistico fondamentale ad una comprensione dei rapporti tra il territorio e i cittadini.
Il lavoro di Masu, recensito anche dal prestigioso New York Times, è stato esposto anche alla dodicesima edizione della Biennale di Architettura di Venezia. “Sono convinto della mia scelta di restare in Sicilia – dice Masu – perché è un luogo che ti impegna con tutto il tuo essere, fisicamente, mentalmente, in una produzione di energia maggiore di quanto servirebbe in altri luoghi. Questo era quello che ceravo, un luogo vivo, reattivo, che non è neutrale, non è indifferente. Questo è il posto dove sono convinto di continuare a restare”.