Palermo come Macondo nel libro di Alli Traina
7 Novembre 2018
L’ultima opera della scrittrice e giornalista è una mappa emotiva di una città che ha una sorta di “magia sudamericana”, riuscendo ad essere imprevedibile e in continua trasformazione. Grazie anche a sogni e aspirazioni di chi la abita
di Antonella Lombardi“Palermo somiglia a Macondo: è anarchica, misteriosa, sospesa tra realtà e immaginazione e sempre diversa. Magari dopo secoli ti svela un luogo dimenticato, oppure all’improvviso cela un monumento che da un giorno all’altro era invece un suo punto di riferimento. Ha questa magia sudamericana che consente sempre lo stupore della scoperta, anche a distanza di anni. Una città che ha lo stesso fascino canaglia proprio di quelle persone che non danno mai certezze e risultano imprevedibili, e proprio per questo, poi, finiscono per essere irresistibili e fanno innamorare perdutamente”.Palermo agli occhi di Alli Traina, giornalista e scrittrice, appare cosi, con quella sorta di realismo magico del Sud del mondo che attrae e rivela a ogni latitudine, isola nell’isola, con i suoi protagonisti che ne fanno il controcanto. E Alli, che da “Vicoli Vicoli”a “Strada che Spunta”, a “101 storie su Palermo che non ti hanno mai raccontato”, per citare solo alcuni suoi titoli, la città la osserva e racconta da tanto, pur avendo viaggiato tra Cuba, Finlandia,Vietnam, Kenya, Colombia, e ora descrive questo cambiamento in un nuovo libro: “Palermo ai tuoi occhi”, appunto, (Flaccovio edizioni, con le illustrazioni di Giuliana Flavia Cangelosi).Ogni capitolo spiega, attraverso i protagonisti di un quartiere, una mappa della città che diventa una bussola per quanti vogliono ritrovarla o scoprirla per la prima volta. “Emotiva, di carne e ossa, di vene, viscere e articolazioni – scrive Alli nel suo ultimo libro – Palermo ha la forma di chi vi abita, lavora, costruisce i propri sogni”. “Palermo mi fa sentire sempre in viaggio pur restando qui – dice l’autrice – c’è un’enorme dose di bellezza che spesso non viene raccontata. La città è molto cambiata dai 10 anni trascorsi da quando ho scritto Vicoli Vicoli, ma allora vivevo in Finlandia ed ero innamorata del centro storico di Palermo, pensando che la bellezza si condensasse in quelle strade. In mezzo c’è stato il lavoro fatto con ‘Strada che spunta’, quando ho conosciuto e raccontato ragazzi che sono finiti presto nel circuito della giustizia minorile perché hanno commesso un reato. Mi dicevano di essere definiti ‘arance ‘n tierra’ o ‘cose inutili’ dalla nascita, come fossero scarti. E con loro quartieri come Brancaccio che hanno incarnato nell’immaginario collettivo il simbolo della povertà economica e dell’esclusione sociale”.”Eppure non è così – spiega Alli – Uno di loro era della Zisa, che in arabo è ‘la splendida’, ma anche Brancaccio, con il suo ponte dell’Ammiraglio, il castello di Maredolce, San Giovanni dei Lebbrosi… il punto è mettere in connessione i luoghi con le persone”. Andando oltre i luoghi comuni o “le storie da cenerentola”, come rivela il sottotitolo di “Palermo ai tuoi occhi”, ma anche richiedendo un ribaltamento di prospettiva, come fa notare l’autrice: “Com’è possibile che intorno al ponte dell’Ammiraglio, restaurato, le panchine intorno non siano disposte di fronte all’opera normanna ma siano rivolte verso la strada, le rovine e i palazzi moderni? Bisogna ripartire dal territorio”. Di questo ed altro Alli Traina parlerà con i lettori mercoledì 14 novembre, alle ore 17.30, alla Libreria Voglia di leggere, a Palermo.“Quegli stessi ragazzi – prosegue Alli – mi dicevano di dover ‘scendere a Palermo’ da Brancaccio, come se fosse una frontiera; ma qui non si tratta solo di rompere l’isolamento di chi vive nelle periferie, ma anche di far sentire come proprie quelle zone a tutti gli abitanti, cioè essere parte di un territorio e tutelarlo per valorizzarlo, riappropriandosi di uno spazio”.“È quello che a Palermo hanno fatto Le Vie dei Tesori, compreso l’ultimo progetto che racconta botteghe storiche e artigiani, specialmente in quella zona intorno a via Paternostro dove anche la toponomastica racconta l’anima e la vocazione commerciale di quei luoghi, votati ad antichi mestieri. Non a caso una parte del mio libro la racconta. Adesso in quelle strade è sbocciata la parte più creativa della città, accanto a quella di vecchi artigiani”.Uno dei tanti modi per schivare nostalgie e luoghi comuni “ma mantenendo un talento visionario che aiuta una città che era dei lattarini, dei librai, dei chiodai, o dei mercanti arabi di spezie, a ritrovare la propria identità. Non sono eroi straordinari, ma piccoli protagonisti che aiutano a riappropriarci di uno spazio comune e a considerare tutta la città come casa propria. Un processo reso possibile anche dal lavoro di alcuni artisti che stanno trasformando la fisionomia di quartieri come Borgo Vecchio, Danisinni, la Kalsa. All’inizio si è in pochi, magari anche un po’ pazzi, ma poi…” Ma poi Macondo sembra più vicina.
L’ultima opera della scrittrice e giornalista è una mappa emotiva di una città che ha una sorta di “magia sudamericana”, riuscendo ad essere imprevedibile e in continua trasformazione. Grazie anche a sogni e aspirazioni di chi la abita
di Antonella Lombardi“Palermo somiglia a Macondo: è anarchica, misteriosa, sospesa tra realtà e immaginazione e sempre diversa. Magari dopo secoli ti svela un luogo dimenticato, oppure all’improvviso cela un monumento che da un giorno all’altro era invece un suo punto di riferimento. Ha questa magia sudamericana che consente sempre lo stupore della scoperta, anche a distanza di anni. Una città che ha lo stesso fascino canaglia proprio di quelle persone che non danno mai certezze e risultano imprevedibili, e proprio per questo, poi, finiscono per essere irresistibili e fanno innamorare perdutamente”.Palermo agli occhi di Alli Traina, giornalista e scrittrice, appare cosi, con quella sorta di realismo magico del Sud del mondo che attrae e rivela a ogni latitudine, isola nell’isola, con i suoi protagonisti che ne fanno il controcanto. E Alli, che da “Vicoli Vicoli”a “Strada che Spunta”, a “101 storie su Palermo che non ti hanno mai raccontato”, per citare solo alcuni suoi titoli, la città la osserva e racconta da tanto, pur avendo viaggiato tra Cuba, Finlandia,Vietnam, Kenya, Colombia, e ora descrive questo cambiamento in un nuovo libro: “Palermo ai tuoi occhi”, appunto, (Flaccovio edizioni, con le illustrazioni di Giuliana Flavia Cangelosi).Ogni capitolo spiega, attraverso i protagonisti di un quartiere, una mappa della città che diventa una bussola per quanti vogliono ritrovarla o scoprirla per la prima volta. “Emotiva, di carne e ossa, di vene, viscere e articolazioni – scrive Alli nel suo ultimo libro – Palermo ha la forma di chi vi abita, lavora, costruisce i propri sogni”. “Palermo mi fa sentire sempre in viaggio pur restando qui – dice l’autrice – c’è un’enorme dose di bellezza che spesso non viene raccontata. La città è molto cambiata dai 10 anni trascorsi da quando ho scritto Vicoli Vicoli, ma allora vivevo in Finlandia ed ero innamorata del centro storico di Palermo, pensando che la bellezza si condensasse in quelle strade. In mezzo c’è stato il lavoro fatto con ‘Strada che spunta’, quando ho conosciuto e raccontato ragazzi che sono finiti presto nel circuito della giustizia minorile perché hanno commesso un reato. Mi dicevano di essere definiti ‘arance ‘n tierra’ o ‘cose inutili’ dalla nascita, come fossero scarti. E con loro quartieri come Brancaccio che hanno incarnato nell’immaginario collettivo il simbolo della povertà economica e dell’esclusione sociale”.”Eppure non è così – spiega Alli – Uno di loro era della Zisa, che in arabo è ‘la splendida’, ma anche Brancaccio, con il suo ponte dell’Ammiraglio, il castello di Maredolce, San Giovanni dei Lebbrosi… il punto è mettere in connessione i luoghi con le persone”. Andando oltre i luoghi comuni o “le storie da cenerentola”, come rivela il sottotitolo di “Palermo ai tuoi occhi”, ma anche richiedendo un ribaltamento di prospettiva, come fa notare l’autrice: “Com’è possibile che intorno al ponte dell’Ammiraglio, restaurato, le panchine intorno non siano disposte di fronte all’opera normanna ma siano rivolte verso la strada, le rovine e i palazzi moderni? Bisogna ripartire dal territorio”. Di questo ed altro Alli Traina parlerà con i lettori mercoledì 14 novembre, alle ore 17.30, alla Libreria Voglia di leggere, a Palermo.“Quegli stessi ragazzi – prosegue Alli – mi dicevano di dover ‘scendere a Palermo’ da Brancaccio, come se fosse una frontiera; ma qui non si tratta solo di rompere l’isolamento di chi vive nelle periferie, ma anche di far sentire come proprie quelle zone a tutti gli abitanti, cioè essere parte di un territorio e tutelarlo per valorizzarlo, riappropriandosi di uno spazio”.“È quello che a Palermo hanno fatto Le Vie dei Tesori, compreso l’ultimo progetto che racconta botteghe storiche e artigiani, specialmente in quella zona intorno a via Paternostro dove anche la toponomastica racconta l’anima e la vocazione commerciale di quei luoghi, votati ad antichi mestieri. Non a caso una parte del mio libro la racconta. Adesso in quelle strade è sbocciata la parte più creativa della città, accanto a quella di vecchi artigiani”.Uno dei tanti modi per schivare nostalgie e luoghi comuni “ma mantenendo un talento visionario che aiuta una città che era dei lattarini, dei librai, dei chiodai, o dei mercanti arabi di spezie, a ritrovare la propria identità. Non sono eroi straordinari, ma piccoli protagonisti che aiutano a riappropriarci di uno spazio comune e a considerare tutta la città come casa propria. Un processo reso possibile anche dal lavoro di alcuni artisti che stanno trasformando la fisionomia di quartieri come Borgo Vecchio, Danisinni, la Kalsa. All’inizio si è in pochi, magari anche un po’ pazzi, ma poi…” Ma poi Macondo sembra più vicina.