Parco Cassarà, a piccoli passi verso la riapertura
Bandita la gara per le indagini ambientali nell'area verde, chiusa ormai da sei anni. La speranza è di aprire i cancelli entro l'anno
di Marco Russo
7 Maggio 2020
Un polmone che presto potrebbe tornare a respirare. La lunga agonia del Parco Cassarà, dopo la Favorita l’area verde più estesa di Palermo, dura ormai da sei anni. Da quando il 16 aprile del 2014, meno di tre anni dopo l’inaugurazione, è stato chiuso a causa della presenza di amianto in superficie e, in alcune zone, anche nel sottosuolo. Adesso, finalmente, è stata bandita la gara, dell’importo di 161mila euro, per lo svolgimento delle indagini ambientali finalizzate alla riapertura di una parte, circa il 55 per cento, dell’area verde. Dopo il sequestro da parte della magistratura, l’area è stata suddivisa in tre zone in base al presunto rischio decrescente per gli utenti: rossa, gialla e verde. Sarà quest’ultima, estesa per circa il 65 per cento del totale del parco e che si trova al confine con via Altofonte, a essere interessata dall’intervento. Qui già fra il 2015 e il 2016 era stata effettuata una pulizia manuale e meccanica di raccolta dei resti di amianto-cemento, mentre altri interventi in superficie sono stati svolti nella cosiddetta “area gialla”.
Saranno effettuate dodici indagini per verificare il sottosuolo: dei carotaggi e successive analisi permetteranno di stabilire se vi siano sostanze inquinanti o se siano rispettati, invece, tutti i parametri di salubrità di legge e si possa procedere alla riapertura. Una prima gara era stata bandita nel 2018 ma il bando era stato ritirato in autotutela. Adesso, l’affidamento dell’appalto avverrà tramite ricorso al mercato elettronico della Pubblica amministrazione secondo quanto previsto dal Codice dei contratti pubblici. Il termine ultimo per la ricezione delle offerte è fissato per il 22 maggio prossimo, poi entro fine giugno si conoscerà la ditta vincitrice che avrà 90 giorni di tempo per i lavori.“Speriamo – ha dichiarato il sindaco Leoluca Orlando – che finalmente questa triste vicenda abbia intrapreso la giusta strada verso una soluzione perché la seconda area verde della città dopo la Favorita possa finalmente tornare ad essere fruibile. Per la sua collocazione e conformazione, il Parco Cassarà rappresenta uno spazio straordinario per la socialità, per il tempo libero e per poter godere di attività all’aria aperta, che è però fondamentale possa svolgersi in tutta sicurezza. Se, come crediamo, le indagini riconosceranno che non vi sono più situazioni di rischio nell’area verde – ha concluso il sindaco – contiamo che entro la fine dell’anno si possa finalmente riaprire al pubblico questa ampia porzione del parco”.Inaugurato il 26 novembre del 2011, il Parco Cassarà si estende su una superficie complessiva di oltre 28 ettari, sviluppandosi dalla Fossa della Garofala, uno degli ultimi lembi della Conca d’Oro, sino circonvallazione della città. Il vecchio Parco, conosciuto come “Giardino d’Orleans”, fu realizzato intorno al 1812 da Luigi Filippo Orleans. A quell’epoca, con una superficie di circa 66 ettari, comprendeva un vasto agrumeto e un’area destinata alla coltivazione degli ortaggi, oltre ad una parte ornamentale e ricreativa vicino alla villa e una più estesa adibita a giardino paesaggistico. Nel tempo, a causa dei numerosi passaggi di proprietà, l’intera area ha subito diverse trasformazioni fino al suo completo abbandono, sebbene siano rimaste tracce di antichi viali e boschetti. Solo tra il 1954 e il 1957 la Regione Siciliana ha acquistato la proprietà di una parte dell’area con il Palazzo e il residuo giardino.In tempi più recenti, il Parco di competenza e gestione del Comune, ha conosciuto una rinascita con la breve riapertura. All’interno delle nuove aree sono stati realizzati un teatro all’aperto, una pista di pattinaggio, tre campi di bocce, un lago artificiale su parte dell’antico letto del torrente Kemonia, percorsi pedonali e ciclabili, percorsi ambientali ed un parcheggio. Una parziale riapertura era stata annunciata entro quest’estate, ma adesso si dovrà aspettare ancora qualche mese, nella speranza che le indagini scongiurino il rischio ambientale.(Foto grande in alto da turismo.comune.palermo.it)