◉ MESSINA
Quel folletto a guardia di Villa Muscianisi, tra leggenda e abbandono
A Capo Milazzo sorge un’antica residenza settecentesca, abbandonata dagli anni ’60 del secolo scorso, circondata da dieci ettari di parco. Un bene sottoposto a vincolo di tutela che oggi cade a pezzi. La dimora è meta degli amanti del mistero per presunte apparizioni e recentemente è stata tra le tappe del collettivo Ascosi Lasciti. Ecco il reportage fotografico
di Giulio Giallombardo
27 Giugno 2024
Che ci sia o no un folletto che prende di mira chi prova ad avvicinarsi, è suggestione da leggende metropolitane. La cosa certa è che la diruta Villa Muscianisi, nota anche come Villa Lucrezia, cade a pezzi. Residenza patrizia settecentesca, abbandonata dagli anni ’60 del secolo scorso, sorge a Capo Milazzo, circondata da dieci ettari di parco, con alberi secolari e macchia mediterranea.
Da affascinante esempio di barocco siciliano a meta degli amanti del mistero, Villa Muscianisi conserva ancora intatto il suo fascino monumentale, con la facciata decorata da stucchi, cornici e balaustre. All’interno, dello sfarzo di un tempo non rimane più nulla: solo cumuli di macerie come dopo un bombardamento. La villa è da anni avvolta da leggende su un presunto folletto che sarebbe stato filmato in un video da alcuni ragazzi. Nel 2009 nella villa arrivò anche Enrico Ruggeri per girare una puntata della trasmissione “Mistero”, andata in onda su Italia 1. A incuriosire è anche l’iscrizione “Qui lieto mi fiorisce il lare antico” posta sotto il timpano, inserita in epoca ottocentesca, che si riferisce agli spiriti protettori del focolare in epoca romana, ma che qualcuno ha voluto ricollegare alla presunta apparizione del folletto.
Quello che sappiamo è che la villa nel 1990 fu dichiarata dalla Regione Siciliana bene di “interesse storico, architettonico, particolarmente importante”, con un decreto che l’ha sottoposta a vincolo di tutela. Fu edificata tra il 1753 e il 1755, dai Padri Minimi del Convento e Santuario di Milazzo come residenza estiva, nel 1781 venne ristrutturata secondo stilemi derivati dal neoclassicismo dell’epoca. “Il prospetto principale, su due elevazioni, – si legge nel decreto di vincolo – svolge con pacata eleganza temi desunti dal repertorio classico quali il fregio dentellato di coronamento, il timpano triangolare sorretto da colonne, le cornici architravate dalle duplice coppia di finestre”.
Nel 1846 l’edificio venne sottoposto a ulteriori restauri realizzati da Gaspare, generale dei Padri Minimi. In seguito alla soppressione delle corporazioni religiose nel 1866, la villa fu acquistata dal barone Domenico Muscianisi che la dedicò alla moglie Lucrezia. “Il complesso, oltre a rivestire un notevole valore documentario in rapporto alla cultura ed al costume locale, – si legge ancora nel decreto – costituisce un importante esempio di architettura del 18esimo secolo”.
La villa è stata recentemente al centro di un sopralluogo di Ascosi Lasciti, associazione culturale che da anni si dedica all’urbex, esplorazione urbana di luoghi abbandonati. “Una villa abbandonata tanto imponente all’esterno quanto distrutta al suo interno – racconta Cristiano La Mantia, presidente di Ascosi Lasciti – . Conosciuta dai residenti soprattutto per la legenda che l’avvolge. Noi da molto tempo volevamo visitarla, possiamo dire che non abbiamo incontrato nessun folletto, ma abbiamo avuto la fortuna di visitare un pezzo di architettura isolana che va sgretolandosi. Si riescono ancora a intravedere alcuni affreschi che adornavano i soffitti e si può ancora immaginare la sfarzosità dei tempi andati. Un tuffo nel passato percorrendo le sale di uno splendido rudere”.