Riapre dopo vent’anni il Tempio di Segesta con un’installazione tra arte e natura

È possibile entrare all'interno del maestoso edificio sacro, finora visibile solo dall’esterno per motivi di sicurezza. Uno spazio rituale arricchito dalle opere dell’artista Gandolfo Gabriele David in mostra fino al prossimo maggio. Previste anche visite serali durante la stagione estiva

di Redazione

7 Luglio 2023

Tornare a stupirsi circondati dalle sue imponenti colonne doriche e, allo stesso tempo, dialogare con la natura, scoprendo connessioni profonde con la storia. Riapre al pubblico, dopo quasi vent’anni, il cuore del tempio di Segesta, che finora era stato possibile ammirare solo dall’esterno per motivi di sicurezza. Da ieri pomeriggio è possibile entrare all’interno del maestoso edificio sacro, uno spazio rituale arricchito dalle installazioni vegetali e sculture sonore di Elyma, progetto dell’artista Gandolfo Gabriele David.

Il tempio di Segesta visto dall’alto (foto Flavio Leone-Sisilab)

Un invito a riflettere e dialogare con l’ambiente circostante, perdersi e ritrovarsi in una natura potente e presente, riconnettersi, cercare spunti per narrazioni diverse, stringere cerchi lontani e ritrovare simboli comuni da condividere, immergendosi nel cuore più ancestrale della città stratificata dell’antica Segesta.

L’inaugurazione della mostra Elyma al tempio di Segesta (foto Flavio Leone-Sisilab)

Un’esperienza che non è solo un’installazione di land art, ma un tentativo di ritorno alla sacralità che questo tempio, mai completato, è capace di evocare. La mostra, curata dallo storico dell’arte Lori Adragna e dal direttore del Parco archeologico di Segesta, Luigi Biondo, organizzata da MondoMostre per il Parco archeologico, si snoda in un percorso punteggiato dalle opere e arricchito da una sezione curata dalle archeologhe Maria Cecilia Parra e Chiara Michelini, impegnate da anni nelle indagini archeologiche dei siti siciliani di Segesta e di Entella.

Le colonne doriche del tempio (foto Flavio Leone-Sisilab)

La mostra è stata inaugurata ieri sera alla presenza, tra gli altri, del dirigente generale del dipartimento regionale ai Beni culturali, Mario La Rocca, e del direttore del Parco, Biondo. Sarà visitabile fino al 19 maggio 2024. Prevista anche un’apertura serale del tempio, oggi, domani e domenica 9 luglio, poi 14, 15 e 16 luglio, 1, 2 e 3 settembre, dalle 20 alle 24. Il tempio, inoltre, resterà aperto durante le serate dal 21 al 23 luglio e dal 28 luglio al 27 agosto, in base alla programmazione rispettivamente del KFestival – festival di letteratura e del Segesta Teatro Festival.Elyma è inserita nel Segesta Teatro Festival e fa parte della quarta edizione di Neonorte, festival promosso dall’artista cilena Tere Chad, incentrato quest’anno sul simbolo della Chakana, o croce andina, simbolo della vita e dell’armonia cosmica, ponte che sintetizza la dualità cielo-terra, mondo superiore-mondo inferiore. Il festival Neonortesi terrà a settembre a Villa Giulia, a Palermo e coinvolgerà artisti, curatori, operatori culturali, scienziati e intellettuali che rifletteranno sul rapporto Nord-Sud declinandolo su varie suggestioni.

Gandolfo Gabriele David

Il percorso di Elyma ha inizio dall’area a ridosso della Porta di Valle (l’ingresso al Parco) con una prima installazione vegetale. Si imboccherà l’antico sentiero che conduce al tempio dorico costellato da installazioni sonore che accompagnano l’ascesa. Il tempio diventerà altare e casa, sito e cuore degli interventi di Gandolfo Gabriele David; ospiterà una scultura-altare a gradoni dove si intrecciano archeologia e contemporaneità, innescando riflessioni sul senso del sacro e sul rapporto con la natura.

Il percorso che conduce al tempio (foto Flavio Leone-Sisilab)

“Abbiamo aggiunto un altro tassello alla migliore fruizione di questo straordinario sito archeologico – ha affermato l’assessore regionale ai Beni culturali Francesco Paolo Scarpinato – . Le recenti scoperte nell’area della cosiddetta Casa del Navarca, nell’acropoli sud dell’insediamento, ossia l’antica strada lastricata che tagliava Segesta e l’altare decorato di età ellenistica, e la grande attenzione che hanno suscitato confermano che bisogna investire negli scavi archeologici e nell’arricchimento dell’offerta culturale accessibile al pubblico”.