Riapre il giardino di Villa Aurea nella Valle dei Templi
L'area verde di quella che fu la residenza di sir Alexander Hardcastle offre oggi un nuovo percorso tra i resti di una necropoli paleocristiana con ipogei e tombe ancora visibili
di Redazione
23 Agosto 2019
Un nuovo tassello si aggiunge ai tesori della Valle dei Templi. Riapre il giardino mediterraneo di Villa Aurea con un nuovo percorso tra i resti di una necropoli. Da domenica 25 agosto, l’area verde di quella che fu la residenza di sir Alexander Hardcastle, il capitano inglese che contribuì alla rinascita della Valle dei Templi all’inizio del ’900, apre al pubblico, offrendo uno spaccato inedito sull’area archeologica. Tra cespugli e macchia mediterranea, si scoprono, infatti, i resti di una necropoli paleocristiana con ipogei e tombe ancora visibili.
Il giardino di Villa Aurea, residenza dal 2008 sede di rappresentanza del Parco archeologico della Valle dei Templi, offre un viaggio sensoriale nella macchia mediterranea, tra specie esotiche ed esemplari rari, come l’Eucalyptus erythrocorys, forse unica presenza nei giardini storici siciliani. I viali che attraversano il giardino permettono di scoprire resti archeologici, che appaiono tra siepi profumate di mirto, rosmarino e lavanda, alternati a scorci sui templi, sulla campagna agrigentina, coltivata a mandorli e olivi, e sulla pianura verso sud fino al Mediterraneo.“L’apertura del giardino – spiega il direttore del Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi, Roberto Sciarratta – ci permette di ricordare e far conoscere la figura di un mecenate d’altri tempi che ha veramente fatto rinascere la Valle e a cui dobbiamo moltissimo: quando riuscì a rialzare le colonne del tempio di Eracle, ricostituendolo alla vista, finì sulla copertina del Times. Ma poi fu dimenticato”.Era il 1921 e un cinquantenne capitano della British Navy che aveva combattuto durante le guerre coloniali inglesi, giunge nell’allora Girgenti: sir Alexander Hardcastle ha la passione dell’archeologia e comprende subito che la Valle dei Templi è un tesoro inestimabile sì, ma drammaticamente abbandonato, come già scriveva Goethe nel 1787. E decide non solo di restare, ma di mettersi al lavoro. Dodici anni intensi e straordinari, in cui Hardcastle, con l’aiuto dell’archeologo veronese Pirro Marconi, regala una nuova vita alla Valle dei Templi.Ma il sir inglese non ammetteva di star lontano dai “suoi” scavi e acquistò una villa lungo le mura dell’antica Akragas, fra il Tempio della Concordia e quello di Eracle: la chiamò “Villa Aurea” in onore della vicina Porta Aurea da cui nel 210 avanti Cristo entrarono i soldati romani dopo sei mesi di assedio. Sir Hardcastle spende i suoi averi per recuperare la Valle, finanziando campagne di scavo e di restauro, rialzando colonne, acquistando terreni. Finisce in copertina sul Times, con i templi alle spalle. Ma il crollo di Wall Street è alle sue spalle e lo lascia povero. E pazzo. Prima di essere rinchiuso in manicomio – dove morirà poco dopo per una brutta depressione – Hardcastle conduce a buon fine l’unica possibilità rimastagli: vende Villa Aurea allo Stato. Non servirà a nulla, il capitano inglese sarà presto dimenticato, solo un busto in bronzo lo ricorda nel giardino di quella che fu un tempo la sua casa.