Si rafforza l’Ecomuseo delle Madonie, concorso di idee per la comunità

Finanziato un progetto che coinvolge otto realtà museali del territorio, per una strategia partecipata di valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale

di Redazione

16 Novembre 2021

Una sinergia tra musei e territorio per trasformare le risorse in valori sociali, economici e culturali. Si rafforza l’azione dell’Ecomuseo delle Madonie, che ha ricevuto 15mila euro per individuare, con il supporto delle comunità, elementi materiali ed immateriali attorno a cui si è radicata l’identità culturale madonita. L’avvenuto finanziamento del progetto da parte dell’assessorato regionale ai Beni Culturali è stato comunicato dal presidente dell’Unione Madonie, Pietro Macaluso, e dall’amministratore di Sosvima, Alessandro Ficile a tutti i comuni che fanno parte dell’Ecomuseo Madonie.

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Petralia Sottana

Le otto realtà museali aderenti che realizzeranno il piano di lavoro sono il Museo Civico “A. Collisani” (Petralia Sottana), Museo Civico, Castello dei Ventimiglia (Castelbuono), Museo Civico “Don Giuseppe Guarnieri” (Caltavuturo), Museo Civico (Castellana Sicula), Museo Civico “S. Naselli” (Gangi), Museo delle Madonie MUSeBArch (Geraci Siculo), Museo Trame di Filo (Isnello) e Museo della Manna (Pollina). 
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Geraci Siculo, chiesa di Santo Stefano

In questi Comuni – fanno sapere dall’Unione Madonie – saranno avviate le iniziative previste dal progetto che si articolerà in quattro fasi. La prima sarà dedicata alla riflessione con la raccolta di idee e pensieri delle comunità, che saranno volontariamente raccolte in contenitori installati nei comuni coinvolti. La seconda fase di formazione e informazione prevede l’organizzazione di una serie di incontri con gli operatori comunali dei settori scuola, cultura e servizi sociali, per verificare quanto già acquisito ed organizzare ulteriori materiali ed argomenti di diffusione. Gli incontri verteranno, oltre che sulle nuove informazioni di carattere tecnico, sulla disamina più puntuale di documenti tangibili e noti quali la “Convenzione di Faro”, la “Agenda 2030”, la “Carta Icom del Paesaggio”.
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Pollina, la Torre Maurolico

La terza fase è quella dell’animazione e delle proposte. Questa fase, al centro dell’attività eco-museale, farà da raccordo tra tutti i portatori di interessi ed è caratterizzata da narrazioni che coinvolgono le scuole, i centri anziani, le associazioni, i luoghi della cultura e della tradizione, i beni materiali ed immateriali, i tesori viventi. Infine, la quarta fase è dedicata alla rilettura delle idee, proposte e richieste che sono arrivate dalle comunità. Sarà fatta una sintesi generale di tutte le proposte ed una puntuale per ogni Comune. Quella generale mira a rafforzare, attraverso un comune oggetto parlante, lo spirito di coesione che anima l’intero progetto ecomuseale, quella singolare, invece, sarà la base da esplorare per il successivo lavoro da svolgere nella costituzione-rivisitazione della Mappa di Comunità cittadina che converge in quella narrazione complessa e complessiva dell’Ecomuseo delle Madonie.
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Castelbuono

“Tutto ciò – spiegano dall’Unione Madonie – consentirà di rafforzare l’omogeneità culturale, geografica e paesaggistica, del territorio coinvolto creando delle sinergie sempre più forti tra i musei e il territorio. In quest’ottica assume un ruolo centrale l’Ecomuseo Madonie che va inteso anche come una strategia partecipata volta a favorire processi di sviluppo territoriale attraverso la reinterpretazione sostenibile di particolari aspetti del patrimonio in grado di cogliere il dinamismo produttivo e culturale delle comunità locali”.