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Tra motori e meccanismi nel museo storico dell’Università di Palermo
Visita speciale per il festival Il Genio di Palermo condotta da Giuseppe Genchi, ingegnere e curatore dello sito che appartiene alla rete del Simua, il Sistema museale dell’ateneo. Tra le ultime acquisizioni c’è anche un motore donato dalla Ferrari nel 2023 e anche quelli ibridi di ultima generazione
Di Redazione
22 Aprile 2024
È un museo unico che racconta l’evoluzione della scienza e della tecnica nel campo delle macchine lungo più di un secolo. Il Museo dei motori e dei meccanismi ha aperto le porte ai visitatori venerdì scorso, 19 aprile, per una visita speciale all’interno della terza edizione del festival Il Genio di Palermo, organizzato dalla Fondazione Le Vie dei Tesori con l’Università di Palermo. A condurre la visita è stato Giuseppe Genchi, ingegnere e curatore del museo che appartiene alla rete del Simua, il Sistema museale d’ateneo dell’Università degli Studi di Palermo.
I visitatori hanno scoperto, tra gli altri, i motori in dotazione ad aerei italiani e tedeschi della Prima e della Seconda Guerra mondiale; i motori a vapore della fine dell’Ottocento e una turbina dell’antica centrale elettrica di via Volta, che alimentava la città di Palermo all’inizio del secolo scorso. Di recente il Museo ha completato il restauro di 22 apparecchiature storiche e ha aperto una nuova sala dedicata ai motori a reazione.
Per l’importanza del suo patrimonio, il Museo ha ricevuto, primo in Italia, il prestigioso riconoscimento internazionale Mechanical Engineering Heritage Collection da parte della American Society of Mechanical Engineers. Grazie al suo attrezzato laboratorio, il museo cura il restauro e la manutenzione dei reperti, seguendo ove possibile un approccio conservativo.
“La collezione del museo si è ampliata negli anni grazie alla collaborazione con partner istituzionali e aziende motoristiche – ha raccontato Genchi – . Tra le ultime acquisizioni c’è anche un motore donato dalla Ferrari nel 2023 e anche quelli ibridi di ultima generazione”.
(Video Rosaura Bonfardino – Foto Igor Petyx)