Un anno senza Tusa, archeologo visionario

10 Marzo 2020

Sospesa la Giornata dei beni culturali nel primo anniversario della morte dell’archeologo e assessore siciliano. Sarà realizzato un monumento funerario nella chiesa di San Domenico

di Marco RussoLa prima Giornata dei beni culturali siciliani è stata sospesa. L’idea era quella di una festa della bellezza, con musei e parchi archeologici aperti gratuitamente, ma tutto è rimandato a quando l’emergenza sanitaria che sta paralizzando l’Italia sarà passata. Questo 10 marzo, irreale e spiazzante, è e rimane – nonostante tutto – il primo anniversario della morte di Sebastiano Tusa e la Giornata istituita dal governo regionale è dedicata proprio alla sua memoria (ve ne abbiamo parlato qui). Un anno è passato da quel 10 marzo, quando il volo dell’Ethiopian Airlines, partito da Addis Abeba e diretto a Nairobi, si schiantò sei minuti dopo il decollo. A bordo c’era anche l’archeologo e assessore che avrebbe dovuto partecipare ad una conferenza internazionale organizzata dall’Unesco a Malindi, in Kenya.

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Il rilievo della cappella che ospiterà il monumento funerario per Tusa

“Un anno senza Sebastiano – ha detto il governatore Nello Musumeci – è un anno di tristezza per l’assenza dell’amico, dell’uomo di grande cultura e dell’assessore appassionato, che nella sua missione al servizio di questa terra, da lui amata profondamente, aveva saputo mettere uno straordinario impegno, con idee forti e vincenti. La Giornata dei beni culturali siciliani, istituita in sua memoria, è stata sospesa per l’emergenza che sta interessando tutta la Nazione, ma oggi, in modo particolare, egli è presente nella mente e nel cuore di tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo e di lavorare insieme a lui. Presto – annuncia il governatore – nella cappella del Santissimo Crocifisso, che si trova all’interno della basilica di San Domenico a Palermo, sarà realizzato un monumento funerario in cui verranno accolte le sue spoglie e dove verrà installata una lapide per contribuire a tenere per sempre vivo il suo ricordo ed il suo esempio”.
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Sebastiano Tusa

Una vita dedicata alla ricerca, che si è fermata a 66 anni, lasciando un vuoto enorme nel mondo della cultura. Appassionato come pochi, Tusa è stato uno dei più importanti studiosi dell’antichità siciliana, con competenze che spaziavano dalla preistoria all’archeologia subacquea. Allo stesso tempo, è stato anche un autorevole esponente dell’amministrazione regionale, prima come sovritendente del Mare e poi come assessore alla Cultura. Proprio la Soprintendenza del Mare fu una sua intuizione, istituita nel 2004, come ultima tappa di un percorso iniziato nel 1999 con la creazione di un gruppo per la ricerca archeologica subacquea istituito dal Dipartimento regionale dei Beni culturali.
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Tusa durante un’immersione

Impossibile ricordare tutti gli studi e le ricerche portate avanti dall’archeologo, ricordato da molti per la sua indole visionaria, ma concreta allo stesso tempo. Tante le missioni organizzate in giro per il mondo, tra Italia, Pakistan, Iran e Iraq. Nel 2005 guida gli scavi a Mozia, riportando alla luce, sulla strada sommersa che conduce all’isoletta, alcune strutture identificabili come banchine. Nel 2008 realizza un film documentario con Folco Quilici sulla preistoria mediterranea a Pantelleria. Gli scavi da lui promossi, e condotti sul campo da Fabrizio Nicoletti e Maurizio Cattani, avrebbero poi confermato il ruolo di Pantelleria come “crocevia per i mercanti” in epoca antichissima.
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Uno dei rostri della Battaglia delle Egadi

Tra le sue scoperte più importanti di Tusa, poi, l’esatta localizzazione della battaglia delle Egadi, lo scontro navale con i cartaginesi che determinò la vittoria romana nella prima guerra punica nel 241 avanti Cristo. E proprio a questo violento scontro navale, che è considerato uno dei più importanti eventi bellici della storia, è dedicato l’ultimo libro di Tusa, uscito postumo la scorsa estate, con una prima tiratura limitata di 150 copie. La pubblicazione di oltre 300 pagine era stata consegnata all’editore L’erma di Bretschneider, direttamente dall’autore, prima della tragedia del volo della Ethiopian Airlines.
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Valeria Patrizia Li Vigni

Adesso, la sua eredità sarà portata avanti da una fondazione a lui intitolata. Ad annunciarne la nascita, lo scorso novembre alla Borsa mediterranea del Turismo archeologico di Paestum, Valeria Patrizia Li Vigni, vedova dell’archeologo e sua compagna di studi, adesso alla guida della Soprintendenza del mare. L’istituzione della Fondazione “Sebastiano Tusa” è stata inserita nella legge di stabilità varata recentemente dal governo regionale. L’idea è di proseguire le ricerche dell’archeologo, celebrandone la memoria anche attraverso seminari, borse di studio e altre attività. Un modo per ricordare un instancabile e raffinato intellettuale, innamorato della Sicilia come pochi, il cui lascito immenso è patrimonio di tutti.