Alla scoperta del teatro Pirandello e dell’ipogeo
Due luoghi molto diversi tra loro sono gli estremi di un unico, suggestivo percorso guidato, inserito nel programma agrigentino delle Vie dei Tesori
di Federica Certa
27 Agosto 2018
Il visibile e l’invisibile. Le luci della ribalta e l’umida, misteriosa oscurità , che per il secondo anno accompagnerà i visitatori sopra e sotto la superficie –. Il suo fascino è psicologico ed emotivo, più che artistico, perché rappresenta per i fruitori una discesa nel profondo, nel mistero, un’esperienza inconsueta che suscita grande curiosità. Visitandolo tornano alla mente le atmosfere cupe della seconda guerra mondiale, quando qui si ritrovavano gli agrigentini in fuga dai bombardamenti aerei”.L’ipogeo è composto da un vano centrale – dove il soffitto ricoperto da mattoni raggiunge l’altezza di sei metri – e da due biforcazioni, una completamente chiusa, l’altra aperta al pubblico per circa 20 metri. Nella “stanza” principale c’è una feritoia da cui ancora scorre l’acqua che dà il nome al luogo, “e che nel quarto secolo d.C. – aggiunge Biondi – serviva a drenare la collina di arenaria e poi, una volta incanalata, nutriva gli orti della Valle dei templi”. Appuntamento da metà settembre, dunque, e per saperne di più sul festival basta seguire il sito www.leviedeitesori.it.