◉ RICONOSCIMENTO

La Valle dei Templi diventa paesaggio rurale storico: è il secondo in Sicilia

Oltre 300 ettari di campagna intatta, con le stesse fonti d'acqua dell'antichità, entrano ufficialmente nel registro nazionale del ministero dell'Agricoltura. Un traguardo che accomuna Agrigento a Pantelleria in un elenco di 33 siti dove la maggioranza è al Nord. Un risultato frutto della sinergia tra pubblico e privato

di Redazione

27 Agosto 2025

Il celebre “bosco di mandorli e di ulivi” cantato da Pirandello, che fa da cornice alla maestosità dei templi agrigentini, entra ufficialmente a far parte del Registro nazionale dei paesaggi rurali di interesse storico, delle pratiche agricole e delle conoscenze tradizionali. Si tratta di un riconoscimento di altissimo valore per la Valle dei Templi di Agrigento, che sancisce l’unicità di un territorio dove la storia dell’agricoltura si intreccia indissolubilmente con quella archeologica, in un contesto paesaggistico di resilienza immutata da millenni, caratterizzato anche dalla presenza delle antiche fonti d’acqua utilizzate già ai tempi della Magna Grecia.

Valle dei Templi, Tempio di Giunone o Tempo D (foto Ludvig14, Wikimedia Commons, licenza CC BY-SA 4.0)

La candidatura, che interessa una porzione di territorio di oltre 300 ettari all’interno del Parco archeologico e paesaggistico, ha ottenuto il parere positivo dell’apposita commissione del Ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. L’iscrizione materiale avverrà a breve con un apposito decreto ministeriale.

Questo traguardo – fanno sapere dalla Regione Siciliana – assume un significato particolare considerando che il Registro nazionale conta attualmente solo 33 paesaggi. La quasi totalità di questi è concentrata nel Centro-Nord Italia, con nomi celebri come le Cinque Terre, la Costiera Amalfitana o la Valpolicella. Il Sud Italia è rappresentato da pochissime realtà, tra cui, in Sicilia, spicca finora solo il paesaggio della pietra a secco di Pantelleria. Il riconoscimento della Valle dei Templi va quindi a colmare un vuoto, portando l’eccezionale valore rurale del Meridione alla ribalta nazionale.

Il Tempio della Concordia da Villa Aurea

Il percorso per giungere all’approvazione è stato lungo e articolato. La proposta progettuale fu presentata nel 2021 da una Ats, associazione temporanea di scopo nata dalla collaborazione tra il Parco archeologico, la società Terra del Barone e il Fai – Fondo Ambiente Italiano. Dopo l’esame preliminare e l’autorizzazione del Ministero, la stesura del dettagliato dossier scientifico fu affidata al Dipartimento di Architettura dell’Università RomaTre. Seguirono poi richieste di integrazione, un sopralluogo tecnico e infine il via libera definitivo.

“Proporre un’offerta integrata del territorio consente di accrescere l’attrattività turistica, con un effetto moltiplicatore – ha sottolineato il presidente della Regione, Renato Schifani – . Aggiungere un tematismo come quello della sostenibilità rurale a un’area oggi conosciuta prevalentemente per il suo inestimabile valore archeologico, già peraltro sito Unesco, è un valore aggiunto che può portare ulteriori positive ricadute economiche e incrementare i flussi di visitatori”.

Agrigento dalla Valle dei Templi

L’assessore regionale ai Beni culturali, Francesco Paolo Scarpinato, ha invece rimarcato il metodo virtuoso che ha portato al risultato: “La candidatura della Valle dei Templi all’iscrizione nel Registro nasce dalla collaborazione virtuosa tra pubblico, privato e realtà del terzo settore. Il riconoscimento è la conferma di come soggetti di diversa natura che operano con una comunità di intenti possano raggiungere, insieme, obiettivi capaci di contribuire alla crescita del territorio”. Un traguardo che, oltre a premiare la bellezza eterna di questi luoghi, ne garantisce una tutela ancor più consapevole e ne promuove lo sviluppo sostenibile.