◉ FESTIVAL
Dalle ville private e ai borghi fantasma: secondo weekend delle Vie dei Tesori a Messina
Un fine settimana tra silenzio e bellezza, tra monasteri, eremi e luoghi solitamente inaccessibili. Sabato 27 e domenica 28 ottobre sarà l’ultima occasione per visitare la maestosa Camera di Commercio, con il suo Salone della Borsa appena restaurato, ma anche per scoprire Villa Rodriguez e Villa Cianciafara, parchi segreti come il Villaggio Sant’Agata, e per la prima volta tre istituti religiosi carichi di storia. In programma anche escursioni fuori porta verso due ghost town, Gualtieri Sicaminò e Borgo Rajù
di Redazione
25 Settembre 2025
Un viaggio silenzioso tra celle, chiostri e cappelle, il mondo raccolto dei monasteri e degli eremi lontani dove il tempo scorre con leggi proprie. Ma anche l’ultima occasione per entrare alla Camera di Commercio; e si possono scoprire le ville della Ricostruzione post sisma e un parco privato; o raggiungere due ghost town fuori porta. Le Vie dei Tesori, il festival che conduce alla scoperta della bellezza, si prepara al suo secondo e penultimo weekend – sabato 27 e domenica 28 settembre – a Messina, forte di un bellissimo avvio con tantissimi spettatori che si sono riversati nella Prefettura che apriva solo quei due giorni. Adesso è invece il turno di luoghi inediti, di solito chiusi al pubblico: come appunto la Camera di Commercio che risale al 1929. Bronzi, marmi, dipinti, stucchi e mosaici lo rendono uno degli edifici più eleganti della città, colmo di opere d’arte. È stato appena restaurato il monumentale Salone della Borsa, che affianca la sala Consiglio e la sala Giunta, la visita sarà veramente piena di sorprese (qui il programma completo di Messina).
Le Vie dei Tesori è un festival che costruisce reti, con Unicredit come main sponsor dal 2020: ed è molto forte il legame con la città. Sarà un piacere sbirciare i salotti eleganti dell’esclusivo Circolo di Palazzo Carrozza, o affacciarsi solo sabato (dalle 10 alle 17,30) dalla terrazza di Villa Rodriguez, realizzata negli anni Venti del ‘900 dall’architetto Guido Viola per la famiglia De Natale, ma poi passò ai Rodriquez, i primi costruttori degli aliscafi. La posizione fronte mare su piazza Vittoria, il susseguirsi di sale e salottini, la piccola biblioteca, il giardino profumato, la rendono uno degli edifici privati più belli della città, immersa in un’atmosfera primi ‘900.
Fa invece parte della moderna residenza della nobile famiglia messinese dei Labruto, il parco di Villaggio Sant’Agata che digrada dalla collina verso il mare. Un vero e proprio orto botanico privato con 365 specie, un grande giardino, frutteti, una pineta, e le sculture in legno realizzate dal proprietario della villa che appaiono come piccoli elfi tra le piante tropicali e subtropicali. Costruita alla fine del XVIII secolo su un edificio medievale, è invece Villa Cianciafara, uno dei pochi esempi di architettura settecentesca rimasta intatta sia dopo il sisma del 1908 che dopo i bombardamenti. Nata come tenuta agricola, la villa è “immobile” nel tempo con le sue case coloniche, il lavatoio, il palmeto, il magazzino per il vino, il frantoio, il forno, la cappella, la stalla e il fienile, il giardino con puttini e un tempietto; all’interno, preziosi arredi d’epoca, oltre alle opere del fotografo e incisore Filippo Cianciafara, cugino di Giuseppe Tomasi di Lampedusa e di Lucio Piccolo.
Per la prima volta aprono le porte anche tre istituti religiosi: lo Spirito Santo, parte del complesso delle monache cistercensi, con le sue antiche celle scavate nella roccia; il Sacro Cuore che custodisce l’ulivo di San Placido, e l’Eremo della Madonna degli Angeli, oasi di preghiera sulle alture di Fondo Fucile, voluta dagli eremiti di San Pacomio. Sarà bellissimo percorrere ancora una volta il cunicolo segreto che collega l’altare maggiore della Cattedrale con la Cappella del Santissimo Sacramento che conserva le reliquie donate da re Alfonso il Magnanimo al cavaliere catalano Sancho de Heredi; o scoprire la splendida Cappella dei Canonici, con il retablo marmoreo che riproduce l’Adorazione dei Magi di Cesare da Sesto; o ascoltare un piccolo concerto tra i reperti esposti solo per il Festival nella chiesa medievale di Santa Maria sotto la basilica cattedrale, riaperta dopo un lungo restauro.
Due gite fuori porta, e tutte e due portano a una ghost town: con il collettivo di urban explorationAscosi Lasciti si ritorna sabato e domenica (dalle 9.30 alle 13.30) a Gualtieri Sicaminò, un pugno di case e parecchi ruderi. Qui vi racconteranno la storia del duca don Giuseppe e della sua passione per la giovane hostess Tava Daetz (ve ne abbiamo parlato qui); ed è allestita una mostra sui luoghi dimenticati. Ma questo fine settimana si aggiunge anche domenica, dalle 10 alle 14, Borgo Rajù (Fondachelli) piccolo e immobile da quella notte di san Silvestro del 1972 quando il torrente Fantina esondò e si portò via gran parte delle strutture, le strade e anche una famiglia di quattro persone.