Addio a Morricone, raccontò la Sicilia attraverso la musica

Il compositore romano, scomparso a 92 anni, era molto legato all'Isola. Fu autore di memorabili colonne sonore che hanno segnato la storia del cinema

di Antonio Schembri

6 Luglio 2020

Se n’è andato stanotte a 92 anni, patendo la recente rottura di un femore. Ma il fatto che abbia salutato la vita terrena è solo una dolorosa formalità. Già da molto tempo Ennio Morricone era un “immortale” della scena artistica mondiale. Da quando il suo sodalizio con Sergio Leone ha consegnato alla storia della cinematografia una sfilza di gioielli iconici, oggi fonte di ispirazione per altri mostri sacri americani della regia.

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Ennio Morricone al Festival di Cannes del 2012

Tra tanti film lavorati in tandem col regista romano, scomparso invece troppo presto, basti ricordare la cosiddetta “trilogia del tempo”, composta da “C’era una volta il West”, con l’inconfondibile suono dell’armonica che parte dal primo piano delle labbra di Charles Bronson (pellicola che dal 2009 occupa il primo posto nelNational Film Registry alla Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti), seguita da “Giù la testa”, film manifesto sulla rivoluzione messicana e l’evocazione di quella irlandese dell’Ira, con la ricorrente melodia di “Sean Sean” (il nome “irish” del protagonista bombarolo interpretato da James Coburn), e, infine, da “C’era una volta in America”, l’ultimo film di Leone: minuzioso affresco, anche grazie alle note di Morricone, sull’impasto umano e criminale a New York tra ebrei, irlandesi e italiani d’origine siciliana.
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Nuovo Cinema Paradiso

La Sicilia, appunto, che Morricone, premio Oscar nel 2016 per la colonna sonora di “The Hateful Eight” di Quentin Tarantino (altro autore che lo ha sempre considerato come un faro), ha successivamente narrato con note favolose, grazie alla fortunata collaborazione con Giuseppe Tornatore. Da quel capolavoro che è “Nuovo Cinema Paradiso”, le cui scene esterne fanno viaggiare tra Bagheria, Cefalù, Castelbuono, Lascari e ancora Chiusa Sclafani, Palazzo Adriano (set della piazza del cinema) e la spianata della Tonnara di Solanto, tra Santa Flavia e Casteldaccia; a un’altra grande opera come “L’Uomo delle Stelle”, ambientato tra Ragusa Ibla e Monterosso Almo. Non dimenticando film, anche contestati, come “Malena”, girato tra Noto e Siracusa, Catania, la Scala dei Turchi e i ruderi di Poggioreale e il kolossal “Baarìa”, solo ambientato nella cittadina delle maestose ville barocche vicina a Palermo, ma girato in Tunisia.
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Baarìa

Artista inscindibile dalla “sua” Roma, ma con un legame molto forte con la Sicilia. Sul pentagramma Ennio Morricone ha fissato momenti indimenticabili da accoppiare a campi lunghi e primi piani sui dolori, le speranze, i riscatti e la bellezza unica dell’Isola. Proprio a Bagheria, il cui Consiglio comunale gli conferì la cittadinanza onoraria nel 2006, le sue inconfondibili melodie hanno risuonato più volte tra le mura di maestose dimore dell’area urbana: omaggio di tanti musicisti, non solo locali. La seduta in cui gli venne assegnato il riconoscimento viene ricordata come un momento straordinario, anche perché tale fu la sede nella quale si svolse, ossia Villa Cattolica, sede del museo permanente dedicato a Renato Guttuso. Perdere un riferimento come Ennio Morricone, adesso, impoverisce in maniera pesante l’attuale panorama culturale del Paese. Lascia, però, eternamente ricchi.