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Agira entra a far parte dei Borghi più belli d’Italia
Nei giorni scorsi la cerimonia ufficiale a Palazzo Zuccaro con il sindaco Maria Greco che ha ricevuto la bandiera dai rappresentanti dell’associazione nazionale. È il quarto comune dell’Ennese a far parte del club e il 24esimo in Sicilia
di Ruggero Altavilla
10 Gennaio 2024
Una nuova bandiera sventola in Sicilia tra i borghi più belli d’Italia. È quella di Agira, che si aggiunge alle altre issate nei piccoli comuni che fanno parte dell’esclusiva associazione nazionale. Con il recente ingresso del paese ennese, sono 24 i borghi siciliani che hanno ottenuto il riconoscimento. Nei giorni scorsi, la cerimonia ufficiale a Palazzo Zuccaro con il sindaco Maria Greco che ha ricevuto la bandiera dai rappresentanti dell’Associazione I Borghi più belli d’Italia. Un traguardo arrivato dopo un lungo iter iniziato nel 2018 – ha ricordato il sindaco – raccogliendo la sfida delle aree interne che si stanno spopolando.
Sono ormai circa un migliaio i comuni italiani che hanno chiesto di essere valutati per l’ammissione nell’associazione. La lista di attesa è ancora abbastanza lunga, a dimostrazione dell’interesse che i comuni (sotto i 15mila abitanti nell’intero territorio comunale e non più di duemila nel borgo) hanno nei confronti dell’associazione.
Per i comuni che ottengono il riconoscimento – sottolineano dall’Associazione I Borghi più belli d’Italia – si tratta di “una grande occasione di sviluppo sia economico che sociale ma anche di assunzione di una responsabilità importante nei confronti degli altri componenti della rete e, più, in generale nei confronti dell’Italia dei Borghi. La serietà e la rigidità della selezione è una garanzia nei confronti dei potenziali visitatori italiani e stranieri e un incentivo, anche per coloro che non vengono ammessi, a migliorare il borgo sia in termini di conservazione che rispetto alla qualità della vita per i residenti e il sistema di accoglienza per turisti e visitatori”.
Agira è il quarto paese dell’Ennese a entrare nell’associazione dopo Calascibetta, Troina e Sperlinga. Gli altri borghi siciliani spaziano da un capo all’altro dell’Isola, dal mare ai monti. Nel Palermitano, fanno parte alcuni dei comuni del comprensorio madonita: Cefalù, Geraci Siculo, Petralia Soprana e Gangi. Tra Nebrodi e Peloritani, nel Messinese, San Marco D’Alunzio, Montalbano Elicona, Novara di Sicilia, Castroreale, Savoca e Castelmola; poi c’è Sutera nel Nisseno; Castiglione di Sicilia alle pendici dell’Etna; Sambuca di Sicilia nell’Agrigentino, Salemi ed Erice nel Trapanese. Nel sud-est dell’Isola, infine, Palazzolo Acreide, Ferla, Monterosso Almo, Buccheri e Militello in Val di Catania.

L’Aron di Agira
Immersa nelle colline nel cuore della Sicilia, Agira è uno di quei luoghi in cui il tempo sembra essersi fermato, che mescola tradizioni, cultura e paesaggi unici. Vanta una storia millenaria che affonda le radici nell’antichità. Fondata dai siculi, ha subito l’influenza di diverse civiltà, tra cui quella romana, bizantina, normanna e araba. Il suo patrimonio culturale è visibile attraverso le strade lastricate, le chiese secolari e le antiche rovine che puntellano il paesaggio. Uno dei simboli del borgo è il castello normanno, una fortezza medievale che offre una vista panoramica sulle campagne attorno. Tante anche le chiese, tra cui la Cattedrale che mescola stile gotico e rinascimentale, col suo imponente campanile; Sant’Antonio da Padova e l’abbazzia di San Filippo d’Agira, che all’interno custodisce un prezioso crocifisso ligneo di frate Umile da Petralia.
Tra in tesori del borgo c’è anche l’Aron ebraico conservato all’interno della chiesa del Santissimo Salvatore. Originariamente collocato nella sinagoga di via Santa Croce, nel quartiere arabo della città, ha la rara caratteristica di essere stato costruito interamente in pietra arenaria locale e non in legno, come avveniva di consueto. L’Aron Ha Kodesh di Agira è tra le poche testimonianze della radicata presenza degli ebrei nell’entroterra della Sicilia, ed è anche considerato il più antico d’Europa.