Alla scoperta dei fari siciliani, viaggio tra le sentinelle del mare

Sono 42 le torri luminose sulle coste dell’Isola, avamposti raccontati in un itinerario a tappe che parte e ritorna a Palermo, tra storie e leggende

di Lilia Ricca

1 Aprile 2021

Fin dai tempi più antichi i fari sono simbolo di guida e protezione, posti sui dei promontori naturali o sulle torri per indicare la rotta ai naviganti, negli angoli più remoti della Terra o per i popoli in difesa dalle invasioni degli eserciti nemici. La Sicilia è ricca di questi monumenti che si stagliano verso il cielo e la guida “Fari della Sicilia – viaggio lungo la costa”, di Dario Faro e Aurora Picone è un vero e proprio scrigno per la scoperta di queste “silenziose sentinelle del mare”.

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Faro di Scoglitti

Tutto inizia nell’estate del 2016 quando Dario e Aurora decidono di percorrere l’intera costa siciliana, oltre 1.000 chilometri di litorale, toccando sette delle nove province siciliane, in un viaggio che parte da Palermo, in senso orario, per ritornare a Palermo. Ogni faro – sono 42 in totale – è inserito in un diverso contesto geografico, da scoprire con un trekking urbano o una passeggiata naturalistica. Alcuni si possono raggiungere in macchina, altri a piedi o in bicicletta. Per gli amanti del viaggio si può arrivare in questi luoghi con un itinerario unico, dividendo le tappe per provincia o raggiungendo i siti più vicini in un’unica giornata.
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La copertina del libro

La guida “Fari della Sicilia”, fatta di testo e immagini è in formato tascabile ed è il primo vero lavoro di tipo esperienziale sui fari siciliani. Un racconto di viaggio, un’avventura fatta di storia, aneddoti e leggende, che nasce dall’amore per la Sicilia, con l’idea di realizzare una collana sui fari italiani. “La prossima tappa sarà la Sardegna, poi la costa tirrenica e quella adriatica”, racconta Dario, che fa parte del tour operator catanese “Sicilia InComing” e ha già programmato un tour tra i fari per il mese di maggio.
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Faro Capo Santa Croce ad Augusta

Ogni faro è unico per la luce che emana. Nella guida troviamo i dettagli del segnalamento, la portata luminosa e vari riferimenti architettonici. Quello che una volta era il mestiere di custode, oggi non esiste più ma rivive nel racconto degli abitanti. Sulla cancellata d’ingresso del faro di Capo Santa Croce ad Augusta è affisso un articolo di giornale che racconta le vicende di Tony, l’ultimo farista che ha lavorato fino al 2008. Raggiungendo la sommità di uno scosceso e ripido sentiero di montagna ci si trova davanti a una bassa costruzione che mantiene intatte le tracce di vita del guardiano del faro di Capo Rossello a Realmonte, che fino a qualche anno fa viveva qui insieme alla sua famiglia.
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Faro di Marina di Ragusa

In Sicilia ci sono ancora fari funzionanti e altri ormai in disuso. Alcuni sono stati ripensati in una funzione diversa mantenendo però la loro identità. Un esempio è il faro di Marina di Ragusa trasformato in piccolo ristorantino diurno e pub serale nelle stanze che ospitavano gli alloggi del farista, oltre ai locali tecnici di servizio al faro, che oggi continua a funzionare in maniera automatizzata. La sua terrazza è diventata solarium estivo e zona relax serale. Oppure il faro di Scoglitti, che oltre a rappresentare il simbolo della località, con la festa popolare della Lanterna, in cui una “pupa” di cartapesta portata in processione viene poi data alle fiamme sulla spiaggia, è stato trasformato in un piccolo museo del mare dedicato alla flora e alla fauna mediterranea con installazioni multimediali dinamiche, teche ed acquari.
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Faro di Capo Gallo a Palermo

Ci sono fari che hanno anche un valore storico. Quello di Capo Gallo a Palermo, per esempio, può essere considerato un monumento poiché è stato attivato già nel 1854 durante il regno di Ferdinando II. Il faro del Castello Maniace a Siracusa è legato a Federico II di Svevia, che sulla punta estrema dell’isola di Ortigia fece erigere uno dei suoi maestosi castelli. Il faro della Colombaia a Trapani per la sua forma ottagonale è attribuito allo stesso Federico II. Il faro di Capo Scalambri a Santa Croce Camerina viene raccontato da Omero come uno dei tanti approdi siciliani dei viaggi di Ulisse, oggi importante meta turistica grazie alla serie televisiva “Il Commissario Montalbano”.
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Faro di Rasocolmo a Messina

Ci sono, poi, storie legate al vino, con il faro della banchina Cristoforo Colombo a Marsala, di fronte agli ingressi delle Cantine Florio, punto di riferimento per le imbarcazioni della famiglia che scelse la città per installare le sue cantine consacrando il porto come rampa di commercio verso l’Europa. O il faro di Rasocolmo a Messina, nella località omonima, con i suoi celebri vigneti che hanno dato vita al vino “Faro”, con un riconoscimento Doc ricevuto alla fine degli anni Settanta. Un’inquietante leggenda narra la storia di un fantasma, da decenni all’interno del faro di Capo Peloro a Messina. Una donna muore di agonia aspettando il ritorno del marito da una battuta di pesca affacciandosi ogni sera dalla terrazza della lanterna. Ancora oggi, ogni sera, con l’accensione del faro, leggenda vuole che il suo fantasma si sporga dalla terrazza piangendo e sperando di poter rivedere la barca che riporta il marito a casa.
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Faro di Cefalù

Alcuni dei fari più suggestivi sono quelli di Cefalù (80 metri sul livello del mare) alle pendici della rocca dedicata alla dea Diana, e di Capo Murro di Porco a Siracusa, all’interno del parco naturalistico del Plemmirio, posto a 35 metri di altezza sul livello del mare, su una lunghissima scogliera a strapiombo, dove si scorgono panorami mozzafiato, da raggiungere a piedi o in bicicletta. La maggior parte dei fari siciliani, però, è in stato di abbandono, e alcuni sono presidiati dalla Marina Militare. Come il faro del Molo del Bersagliere, alla Cala di Palermo, rimosso qualche mese fa per istituire degli uffici della Marina. Il faro di Pozzallo è, invece, l’unico faro storico non più in funzione ma in buono stato di conservazione.  Il faro di San Giacomo, simbolo della città di Licata è fruibile alle visite turistiche, mentre quello di San Vito Lo Capo è la miniatura più venduta nei negozi di souvenir e uno dei più conosciuti in Sicilia. Raggiunge un record luminoso rispetto agli altri della costa: la sua luce infatti è visibile sia da Trapani che da Punta Raisi, in direzione del capoluogo siciliano.(Foto di Aurora Picone)